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Anche qui c’è un uomo che pianta gli alberi.
E c’è una casa che ha vissuto abbastanza e ogni giorno si lascia un po’ andare.
L’uomo l’ha stretta di gelsi e di salici, che conoscono il suolo e si cercano, sotto, fra bisce e lombrichi. Vuole per la sua casa un grembo di radici cucite, di mani gentili e intrecciate. Che almeno affondi pian piano e non abbia paura.
L’uomo che pianta gli alberi ha in testa un giardino segreto, un telaio di quinte e di schermi, per giochi di ombre e di luna. Dice sempre “crescerà crescerà e sarà un teatro per lucciole”.
La sera che ne apparve uno sciame, dal fosso, a fasciare la casa, chi c’era pensò che tutto poteva accadere: che il giardino pensato sciogliesse le foglie come nastri di seta, e la casa… la casa volasse, senza più peso, senza più crepe.
Tanto può il desiderio.
O il sogno.
alp ha detto:
l’autore dell’uomo che pianta gli alberi,giono,sono andato a cercarlo nella sua città,ma non lo conoscevano..
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colfavoredellenebbie ha detto:
è un libro così bello, vero?
magari lo conosci già, ma è delizioso, per me, anche “il giardiniere dell’anima”, di pinkola estès.
ciao.
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odilia ha detto:
UN LUNGO INFINITO BACIO…..DOLCE NOTTE ….ODILIA….
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colfavoredellenebbie ha detto:
ma graaaaaaazie. è un piacere grande.
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controsenso ha detto:
Mi hai fatto ricordare di un vecchissimo telefilm improntato sul vecchio giappone, al tempo dei samurai per intenderci, c’era un paesino dove gli uomini e le donne si recavano per piantare un alberello di cedro… e ogni alberello rappresentava un sogno, un desiderio o un sacrificio…
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utente anonimo ha detto:
Cercato e creato con le proprie forze, un grembo protettivo dove nascondere i propri sogni… che bel racconto… ti ringazio per il tuo commento, a volte penso che dovrei chiudere il mio blog… è cosi semplice, eppure mi basta una parola gentile e trovo la forza di continuare, sento il bisogno di esprimermi, di aprirmi al mondo… Un abbraccio Colfavoredellenebbie! (il tuo nick è quasi un poema!)
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notimetolose ha detto:
Stanotte dormiro’ con il tuo uomo-scenografo per lucciole che pianta alberi. Lo metto vicino a quello che si voleva imbottigliare (il mio idolo, lo confesso) e all’uomo che chiamava uomo un uomo.
Due pennellate e io ritrovo il sorriso.
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MinaMurray ha detto:
quanto vorrei sognare questo tuo racconto. mi hai emozionato, mi hai fatto ripensare a tutte le vecchie case di sasso coperte da rampicanti, a quante volte sono state guardate chiedendosi chi le aveva abitate. il modo in cui racconti ha la musicalità leggera della poesia, l’immagine che delinei va molto, molto nel profondo. un grande bacio, mina
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bassapadana ha detto:
Bellissimo colfavore, suggestivo e profondo
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alp ha detto:
di pinkola estes ho letto solo donne che corrono coi lupi..ciau
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