Il pastore di lucciole

Quando le lucciole non si disperdevano da sole, a ciascuno sciame spettava il suo pastore.
Era di luce.
Per imitarlo si accendevano le lucciole.
Brillavano continue, in tutte le stagioni.
Più di tutti brillava Animadaria.
Gli altri pastori guidavano le lucciole fischiando, lui soffiando.
Lunghissimo era lo sciame suo di forte luce.
Se dentro i boschi Animadaria si sfiatava, le lucciole tentavano di eludere il suo fiato e fare le picchiate all’in giù.

SIGONFIAVABRILLAVAROTEAVA

E le lucciole, in altissima riga sobbalzante, via ad accender foglie o chiome intere.
Una notte il pastore Animadaria s’innamorò della rugiada che abbondava.
In pazza picchiata lo seguirono le sue lucciole e nella rugiada, infradiciate e stanche, si addormentarono.
Al calar dei fischi, le addormentate sobbalzarono contro le lucciole che le sorvolavano.
Tutte si toccarono di rugiada.
Quando Animadaria si svegliò, preferì rinunciare ai gran soffi e alla sua luce, piuttosto che al letto di rugiada.

(Gianfranco Maretti, Fiabario)