A volte il silenzio è una scatola vuota.
A volte è ingombro di mattoni.
Altre ancora è ingorgo di codici che scelgono di non fare brusio. Eccesso di pensiero o pudore, chissà…
Capita pure che il silenzio sia fiato corto, fatica di minuti (rubati e rammendati) che non bastano mai, e si danno appuntamento (che cari ragazzi), fra parole bucaneve e soste smemorate, pigre come il caffè che si lascia raffreddare.
A volte il silenzio è sogno di un indugio lento lento lento.
Tela che resta nella finestra bianca del telaio, ad aspettare i fili di colore.

Dio del silenzio
Dio del silenzio e dell’
opaco volo
dio del vagito e del
curvo velo
che è nero uovo
lingua e covo
cava di luce
radice d’ala
o dio che cuce
la voce e il suono
che è cavo grano
filo e mano
spina
testo
mina
gesto
cruna
cogli e togli
lima e sfuma

(Alberto Cappi, piccoli dei)