(divagazioni epiche extra-muros)
Lo sapevo io, non poteva che finire così.
Tutta colpa della notte di venerdì. Da cime tempestose .
Un vento che faceva andata e ritorno: stando a letto, sentivi il lamento delle piante del terrazzo: “Ci potevi almeno concimare, vero? Schiattare così, stecchite e denutrite. Sciagurata, te la diamo noi la seconda fioritura…”.
Dopo uno schiocco sinistro, sbirciata ansiosa dalla finestra del bagno.
Mossa sbagliata.
I bagni non appaiono mai come dovrebbero verso le due di notte.
Il mio è un bagno di nicchia.
Nel senso che nel vano di una ex-porta è stata ricavata una nicchia a vista, coi suoi bravi oggetti di incerta utilità, tutti esposti e visibili: scatole vuote che amo teneramente, bottigliette prese unicamente per il loro colore (contenuto di qualsivoglia specie incrostato in una innaturale staticità), antichi rimasugli di creme che ti spiace buttare: cioè lo faresti anche, ma quando sei lì lì per perpetrare il fatto, senti la voce della Dina tuanonna che dice “san martino è sceso da cavallo per una briciola di pane”, allora ti si rattrappisce la mano e rimandi a un domani da definirsi.
Guardando il siero anti-age avvolto dalla polvere del tempo, è facile capire che non posso più permettermi un bagno di nicchia: devo cedere al mercato.
“Servirebbe un armadio chiuso, nella nicchia…” dico fra me e me, ma non abbastanza piano per non provocare un “Dormi. Domattina Ikea. Così impari”.
Chiamasi colpo basso.
Io ho paura dell’Ikea e la rifuggo: ti risucchia in un vortice svedese-spendereccio. Già mi vedo sotto il peso di una gigantesca borsa gialla a tracolla (il giallo mi sta malissimo) che mi sega la giugulare, assatanata di piatti, vasi blu, contenitori zincati, e lumini. Pacco da cento. Indispensabili. Potrei illuminare da sola la processione del corpus domini.
Per questo spero che la notte porti dimenticanza.
Ma non è così.
Decisione ferrea: Ikea.
Tento la carta emotiva degli affetti. “Sto poco poco bene…Debole e antibiotica …Son anche caldina…”
“Caldina? Tutta vita…”
Iniziano i preparativi per quello che si annuncia come l’evento mondano della mia estate, mentre il compagno della mia vita misura tutto il misurabile, compresa la mia circonferenza, il perimetro, l’area e la cubatura della stanza, lo sviluppo delle pareti, l’ingombro del lavandino e della porta.
Io, intanto, ho un momento di cedimento alla vanità e, per essere all’altezza della situazione, scelgo deliberatamente certi tacchettini sottilini che slanciano verso il verticale.
Si parte. Destinazione Ikea di Bologna. C’è un cielo maldisposto e sudaticcio, si guardano le cose che si conoscono a memoria.
“Quanto misura la nicchia?”- mi viene, così, da chiedere all’improvviso.
“La nicchia?”- Una lieve, e per altro contenuta, incrinatura della voce induce a pensare che qualcosa sia sfuggito all’impeto misuratore…
Per non infierire (la mia magnanimità mi sorprende, a volte) si opta per l’eccesso: si prenderà un armadio extra-nicchia; son capaci tutti di colmare un vuoto, noi faremo meglio e di più, prenderemo un armadio come si deve e glielo appoggeremo davanti, ecco…Cosa importa se mangeremo spazio prezioso: “ordine” è la parola d’ordine. E per l’ordine ci si può anche sacrificare. Ecco.
Si arriva per un Casalecchio che scalda il cuore al pensiero di risate clandestine in un blog ispirato.
La ridente Ikea è lì, nei dintorni assolati, a bocca spalancata.
Ignari si entra.
Cioè si dovrebbe entrare …se io non rimanessi incastrata nella griglia dell’ingresso con entrambi i tacchettini, mentre rischio di essere investita dalla porta girevole.
Con nonchalance campestre, esco dai sandali e, per evitare altri trattenimenti, entro a piedi nudi, scarpe in mano fra sguardi severi.
La mia prima volta all’Ikea a piedi nudi.
Ora il gioco si fa duro.
Dopo due ore di pellegrinaggio, in cui, nell’ordine, si è ceduto il carrello ad una anziana signora e se ne è trovato un altro solo dopo 48 minuti, non ci si è nemmeno accostati all’angolo ristoratore (gente a strati alle prese con aringhe con la mostarda), si sono annotati scrupolosamente quei simpatici nomini da attori di telefilm,….dopo due ore due si scopre che l’oggetto del desiderio è esaurito.
A data da destinarsi.
Io ormai mi trascino come un automa: penso alla casa, dove sono stata muratorata viva per due mesi, come a un’oasi di pace. Non ho un armadio, ma potrò mettere lumini ovunque, anche sotto lo scolapasta di acciaio per ottenere effetti psichedelici.
Invece no, c’è chi non si arrende e deve vincere la sua battaglia, all’insegna della prestanza fisica. Si ricomincia la via crucis e ci si rifugia in un surrogato. Si decide che una libreria Billy, chiusa con antine di vetro acidato, può far finta di essere un armadio da bagno e basta così.
Sorvolo sul recupero pezzi da assemblare, operazione in cui L. scarica qualche quintalino senza parere, sorvolo il momento dell’imbarco ormai sotto un sole giaguaro, in cui graziosamente blocchiamo la circolazione. Grazie a mosse strategiche calcolatissime, sotto gli occhi impazienti di chi brama il nostro posto di parcheggio, un volume grande entra in un modesto monovolume con sudatissimi erculei sforzi, mentre io bisbiglio inascoltata “Chiamiamo aiuto, è una brutta età, … si rischia l’infarto, … non è che senti qualche dolorino?”
Evitati inopportuni gesti scaramantici solo in virtù dell’ingombro delle mani, vengo punita e retrocessa al sedile posteriore, con la scusa ufficiale di non rischiare un ghigliottinamento, in caso di frenata brusca, in realtà perché io possa rivestire il ruolo di ancella del “circa-armadio-Billy”.
Devo arginarlo con il ginocchio destro. E con quanto di morbido esiste nei suoi dintorni.
Le strade diventano improvvisamente curvilinee e Billy vive di vita propria.
Mentre ormai la periferia bolognese si ripropone in tutto il suo piattume ed anche le mie onde cerebrali si adattano, imitative, suona il cellulare.
E mi si aprono visioni liparote: spiagge selvagge e incontaminate, bianche e nere a corteggiare il mare azzurro, voci amiche e consolatorie, conosciute e nuove.
E’ bello sognare il lontano, anche con un’antina al fianco.
Sembrano più azzurre persino le spighe malconce del granturco.
Unica preoccupazione: il terrore che L., in piena effusione muscolare, si fermi a mietere qualche ettaro di frumentone. Così, en passant.
:)
diamonds ha detto:
(inter nos:è uno spasso.Ed è pure magico)
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colfavoredellenebbie ha detto:
Diamonds….
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alp ha detto:
le visioni liparote dell’ancella di Billy..brava, col, sarà con una risata che seppelirai le multinazionali del mobile:-)(mi son visto tutto il tempo San L, trascinarti appresso senza tacchi e rossa nei pomelli:-)
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Gretsch ha detto:
C’è un Billy in ogni casa, anche nella mia. Perciò ti posso dire con cognizione di causa che una volta sitemato al suo posto se ne sta buono. Ma dev’essere il posto giusto, altrimenti…
Grazie per il sano divertimento postprandiale. Lo rileggerò anche dopo cena.
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LaSirenetta ha detto:
:) col, sei favolosa!
per fortuna l’ikea qui non c’è, ma con la mia minivolume decappottata abbiamo fatto un trasloco e mezzo… e ti capisco, ah, se ti capisco!!
splash!
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Flor ha detto:
Confesso… ho anch’io il mio billy dell’Ikea in casa. Da quasi sei anni e non dà segni di cedimento. E questo post è da ola :-) Un bacio cara Col
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astrogigi ha detto:
…e io che mi sono appena imbattuto in un astrofilo in cerca di battaglia…..ben poca cosa in confronto al tuo epico cimento…..grazie del buonumore…mi ci voleva
Astro
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LivioCiccione ha detto:
L., tutta la mia comprensione :-). Col, anche io ho i lumini da 100. Sono andato all’ikea con un’amica e li ha presi. Potevo essere da meno? ho pensato di realizzare una piccola fonderia nana, in cui il lumino servirà da fucina. Ho provato con lo stagno e funziona. Comunque, tutto uguale, compreso ancella dei pacchi sul sedile posteriore. All’arrivo ho dovuto estrarle la testa dalla spalliera di una sedia, ma vuoi mettere la soddisfazione? :-)
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ermione64 ha detto:
Ciao ironica amica, mi consolano e mi divertono le storie di questo tipo.
Un bacio grosso grosso.
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Fiorile ha detto:
una Zena semi-inedita (semi perché assomiglia allaZ. al cellulare…) piacevolissima da leggere e da immaginare. Per inciso,credo che le nostre case si somiglino tutte…made in Ikea baci :)))
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Pattinando ha detto:
Ciao Col, sono tornato e ti lascio un baciotto grande, grande. Domani mi adagerò qui per leggere con calma tutto quello che hai scritto.
Felice sera, un abbraccio affettuoso per te*
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manginobrioches ha detto:
lo sapevo, io! lo sapevo che Billy sarebbe entrato subito in scena, con quelle sue antine da protagonista! lo sapevano pure le pietre – bianche e nere – laggiù, che Zena è una specie di Mida della scrittura, e tutto quello che tocca – inclusi i mobili Ikea, i tacchetti sottili e le scatolette di crema idratante in vetrocemento – prende vita…
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Gretsch ha detto:
Invece di far tanta ironia sul povero Billy – che poi sparlate ma ce l’avete tutti – riflettete su quanto ha contribuito ad unificare i bibliofili del mondo, con quelle cinque semplici lettere a fare un nome che tutti sanno pronunciare. Se si fosse chiamato Pat Garrett, non era peggio?
(Firmato Gretsch, l’uomo che vive sotto le palle colorate all’ingresso dell’Ikea di Casalecchio, e che prima o poi vi vede entrare).
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stepa ha detto:
No, all’Ikea con i tacchettini noo! Solo un bel machete, il sabato e stivali da combattimento… :-)
Abbraccio (ah, le aringhe con la mostarda non sono poi così male e neanche quei biscotti tuttoburroecioccolato!)
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colfavoredellenebbie ha detto:
stepa…già presi i biscottini double-face e quelli cannellati, pure…
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chubbyhuggs ha detto:
sarà per quel “compagno della mia vita”, ma mi hai riportato la intelligente acutissima ironica, briosa e amata prosa della Brunella Gasperini, della quale chissà perché nessuno parla più… che magari non scriveva dei massimi sistemi, ma in un italiano delizioso e ineccepibile, sì, e sotto sotto, i massimi sistemi te li lasciava lo stesso a ronzare nella testa…
buona fortuna col montaggio, ora, che magari pare di no, ma è la parte più insidiosa, soprattutto con in giro maschi in crisi di mezza età e quindi necessità di dimostrare doti da tarzan che non hanno avuto manco a vent’anni…
:-)
ciao
c.
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setteparole ha detto:
E’ da stamattina che cerco di commentarti, ma c’è evidentemente qualche problema che me lo impedisce. Mi sono divertita tantissimo a leggere questo post perchè, quando vengo a Bologna (il che capita sempre più di frequente, ormai) L’Ikea diventa la mia seconda casa. E me ne torno anch’io carica di lumini e candele che poi metto in valigia, appesandendola notevolmente. Da notare che qui da me, all’Ikea non vado mai. Schizofrenico, direi…
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colfavoredellenebbie ha detto:
cara Chubby, pensavo proprio alla amatissima Gasperini: era un omaggio ad una dolcissima ironica penna (li ho letti tutti i suoi libri e li faccio leggere).
Il montaggio, con la ricerca delle viti all’ultimo sangue, sarebbe da raccontare :)
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colfavoredellenebbie ha detto:
Setteparole, dovremmo fare il club degli “il-lumini-ati” dell’Ikea :)
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Pattinando ha detto:
Finiti i grandi lavori, congedati i mastri muratori, coadiuvati dai fumosi sherpa turchi, dopo tanto tuo soffrire per gli epici lavori, posso finalmente tornare a leggerti e sorridere in questa tua incursione all’Ikea, “illuminata” dalla soluzione di “adottare” Billy :-).
Baciotto grande per te*
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manginobrioches ha detto:
Brunella Gasperini! Sapete che la amo anche io? La leggevo da bambina, su Annabella, perché mia madre la adorava (essì che lei, mia madre, era una selvaggia adoratrice di idoli e col sangue inquieto e chiaroveggente, lontanissima dall’ironia sottile e dal buonsenso sorridente di Brunella). ho molti libri suoi, e so che ne stanno ristampando alcuni, come è giusto che sia. continua a darci lezioni di intelligenza, scrittura e cuore. (sì, Zena le assomiglia moltissimo)
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amer ha detto:
Veramente divertente. L’ironia unita all’arte di prendersi in giro sono doti non convenzionali.
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chubbyhuggs ha detto:
Bene bene, mi fa piacere perché sono una Brunella-fan: ho persino visitato la casa delle vacanze con il campanello “Fam. Gamberini”.
:-) E non escludo che nel mio “parlare con i gatti” possa in qualche modo entrarci “Una donna e altri animali”.
Credo anche una volta di aver postato come motto araldico il suo “visse e girò intorno a un tavolo
senza perlatro combinare un cavolo”… e quanto mi hanno sollevato le sue nevrosi nei rapporti col Direttore, i suoi “odddio oddio, non ce la farò mai” di fronte a ogni lavoro nuovo… assolutamente da leggere e far leggere, insomma, a grandi e piccini…
:-)
ciao
c.
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notimetolose ha detto:
Ieri sera Splinder non funzionava e se da una parte ero soddisfatta perchè di problemi non ne abbiamo solo noi Virgiliani, dall’altra il mio viso assumenva il ghigno da zitella stizzita che non può avere quello che per tutte le altre donne è la noiosa quotidianità. Ma non importa. Ho passato la notte insonne nell’attesa delle luci dell’alba e del funzionamento del server. Avevo ragione. Valeva la pena. Non mi stupirei se un domani ti leggessi come “autrice” di monologhi per zelig. Ridere di mattina fa bene e io inizio bene la giornata. Dio, io adoro questa donna.
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Armandos40 ha detto:
…ciao…un saluto….
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dolittle ha detto:
Stupendo! unico neo: eri all’ikea e non sei passata da me :((
per stavolta, te la caverai con un abbraccio extra :)
Bacini alla piccola con gli occhiali rosa alla Elton ;))
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usermax ha detto:
…pero’ anche le polpettine colla salsa agrodolce…!
Io non posso dire, meta’ delle cose di casa mia sono Ikea, ma quello che ho risparmiato sui pezzi, l’ho speso di consegne, perche’ in motorino era dura!
Ma il problema vero e’ la durata, breve…
(Sono al capezzale del mio pc, credo che tra un po’ smettera’ di soffrire…)
A presto, M.
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toporififi ha detto:
A me piace andare all’ikea, l’ultima volta, uscendo, tra me e i ragazzi abbiamo contato una trentina di matite a testa.
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PortamiVia ha detto:
Oltre ad avermi piacevolmente affascinato per il tuo modo di scrivere più “serioso”, noto una vena umoristica non indifferente.
Davvero divertente.
Un saluto :)
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Gardenia ha detto:
baciogrande, bravissima, g*
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blancoebleu ha detto:
Ma lo sai che in questo post il bene che vi volete tu e L. si vede tutto?
P.s.
Penso ai casalecchiesi: abitano un mito e non lo sanno.
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farolit ha detto:
Ah Ah Ah! :-))))
Splendente Colfavore che grazia d’ironia la tua e chi te la conosceva così!
Finalmente persone, ecco.
Me ne beo.
Anzi mi sollazzo chè la parola “ordine” m’ha sempre fatto ridere, con tutti i suoi annessi, fare ordine, mettere ordine, dare un ordine, ordine e finalità… ordine è finalità.
L’ordine delle cose inanimate ci avviluppa sempre in un’illusione di dominio.
Per questo ci caschiamo, è l’animismo fanciullino ancora vivo e comico.
Per questo poi noi poveri umani adulti ci ritroviamo a stare ridicolmente dietro alle cose, “usati” (“consumati” per dirla alla sicula) dalle cose, preda del loro dominio su di noi.
L’Ikea poi.. l’Ikea, santa pace. L’ho conosciuta esattamente un mese fa… l’Ikea. Me la presentò, in quel Toulon, la mia amica formica del Nord (chè qui in Siculandia non ce l’hanno ancora pottata l’Ikea, ma ce la potteranno l’anno prossimo… anche senza il ponte ce la pottano e sicuramente la piazzano in un posto brutticello,lontano dalla città, perchè tutte le periferie si possano somigliare, l’unità d’italia si fa così oggi come oggi) insomma sono entrata (prima e unica volta) all’Ikea con le mie esternazioni epicuree di creatura “assolutamente immune alle seduzione delle cose acquistabili” mentre l’amica con sorrisetto sadico mi diceva ” vedrai vedrai… quando arriveremo al reparo cazzatelle, superate le stanze ammobiliate… prendo il carrello” “ma quale carrello! io non prenderò niente!” con serafica sicumera “sì sì dicono tutti così… io il carrello lo prendo” L’ amica noddica-formica-topodicittà ebbe impietosamente ragione sulla suddica -cicala-topodicampagna la quale se ne tornò, dall’Ikea francese a casa in quel di Messinacity, con un discreto bottino di cose, nell’ordine: “una custodia per cd, una serie di misurini per dolci, una teglietta, una serie di geniali contenitori da frigo a matrioska e lumini (potevano mancare i lumini a farolit?)”.
Inutile dire che lasciò lì uno splendido porta biancheria a molla, un lampada bianca e una serie di tovagliette da colazione etc…
Lontano dall’ Ikea però viene da pensare ” che ci faccio all’Ikea?” Tornati all’essenziale ci si accorge che nell’essenziale l’Ikea non c’è, e forse quella nicchia nel muro coperta da Billy certo non era utile quanto Billy, ma forse era essenziale.
Visto che potrebbe consolarti ti lascio una visione eoliana e priva d’Ikea.
o.t.
Grazie del marinesco “rumore dei poeti”, l’ho gradito tantissimo, m’ha ricordato una cosa mia tanto simile.
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cicabu ha detto:
Ikea..mi sono sempre rifiutata di andarci…
il tuo racconto spassosissimo..mi hai fatto sorridere nonostante l’ora assurda…ciao..abbracci^^
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nunass ha detto:
..può essere un’idea di come come trascorrere qualche ora lieta..però gli arredamenti dell’Ikea sembrano a misura di nano, mi fanno pensare alle casette delle bambole, non trovi?
un saluto
Nunass
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Gretsch ha detto:
Si dice che sia imminente la creazione di un parablog chiamato Billy, in cui si invieranno foto ambientate e descrizioni degli esemplari posseduti da ciascun blogger (età, difficoltà di assemblaggio, carattere, inclinazioni, preferenze, contenuti, idiosincrasie, fedina penale, rapporto con gli altri mobili della casa). Questo dimostrerebbe che ogni Billy nasce uguale (forse) ma cresce diverso. La tesi non è rivoluzionaria, ma le implicazioni possono attrarre gli sfaccendati. Quindi non è cosa che riguardi i presenti.
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anandamide ha detto:
…:))))))***
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Fiorile ha detto:
i miei ragazzi debbono arredare il bagno (credo l’abbiano sfasciato giocandoci a basket ..non oso pensare a cosa abbiano affidato laparte del cesto …); si va a Casalecchio, ovvio e viene mamma per ovvii e biechi motivi economici. Beh non te la faccio lunga…mi presteresti le scarpine con i tacchi Col ??? ;)))
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ermione64 ha detto:
Ciao cara passavo e volevo lasciarti un saluto. Sai che in vacanza ho letto uno dei libri che ci consigliavi in uno dei tuoi post precedenti?
“I sogni della memoria di Bufalino”
L’ho trovato bellissimo, mentre leggevo respiravo l’aria della mia Sicilia. Grazie.
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LivioCiccione ha detto:
dai ti presto le mie fiò :-)
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astrokudra ha detto:
più o meno tornata, mi beai del tuo scritto. certo l’ikea è uno di quei luoghi nei quali si comprende alfine l’espressione “guadagnare l’uscita”… un sorriso a lume di candela. K.
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melusinach ha detto:
sono qui che rido da sola e rirido, rirido. ‘nchio lumini a centinaia, che non si sa mai, all’occorrenza servono ;-)
Mo’ leggo i commenti :-)
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padulericcardo ha detto:
L’ikea è la negazione della poesia, il cimitero della fantasia, ma tu – come sempre – rendi il “viaggio” godibile. Quasi dispiace di non essere stato accanto a te.
Un salutone.
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melusinach ha detto:
eddunque, per invidia di talune, ho abitato proprio nel paese in cui si trovava la casa di vacanza di Brunella Gasperini :-)
e non ho mai, dico mai, comprato un Billy: io tifo per IVAR e ne tengo parecchi esemplari (Se mai potremmo fare unblog torneo billyivar?)
per fio: le scarpe rosa sono sempre a disposizione :-)
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Gretsch ha detto:
Tra Ivar e Billy non c’è lotta. Sono due facce dello stesso venditore e dello stesso acquirente. Ivar fa essenziale, rustico, primigenio. E’ senza fronzoli e costa poco; è grezzo e lo si può rifinire in mille modi, con vernici ad acqua, a smalto, con l’olio di lino cotto o paglierino e poi la gommalacca. Ma spesso finisce che lo si lascia così com’è “per adesso, ma il mese prossimo”…
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cicabu ha detto:
Un passaggio per la buonanotte^^
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feb71 ha detto:
Qui l’Ikea non c’è, se ci fosse non penso che ci andrei mai perché mi dà l’idea di qualcosa di estremamente asettico, ma…perché comprate lumini quando andate lì?!?!?!?
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NicDwaRazy ha detto:
in questo post ci sei tutta tu e latua deliziosa gustosa innarrestabile irresistibile ironia!!!!!
ti amo!!!!
come farei senza di te proprio non lo so…
io ci dovrei andare all’ikea ho visto sul cataogo alcune cosette ma rimando e rimando e forse alla fine vincerà il rimando…
anche se l’ikea la ringraziero’in eterno per avermi regalato questo tuo post che mi farà addormentare con un sorriso enorme a fior di labbra!!!!!
notte stella!!!
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melusinach ha detto:
(per feb: compriamo lumini perché non si sa mai… e costano meno che altrove, e ti compensa un po’ del fatto che non puoi comprare tutte le volte tutte le tazze colorate che ti piacciono)
Quanto a Ivar : in effetti hai ragione Grietsch… le mie bibliotechine aspettano il giorno in cui avrò tempo di incerarle o dipingerle (non l’ho ancora fatto che la domanda è: ma la cera tiene quanto tempo? che a me la cera fa venire in mente lamiamamma che lucidava i pavimenti una volta ogni mese..)
(devo studiar inglese e non tengo voglia… si vede vero?)
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proibito ha detto:
Avevo appena finito di dire a Sil che leggerti è troppo bello per tralasciare anche uno solo dei tuoi post e così ho cominciato da “Pesantezze”, per proseguire con “Temporalia”, “Per dire”, “Antidoto”, “C’é che”, continuando a dire: ma com’è bello, ma quanto è brava, ecc.
Ad un certo punto Sil si è preoccupata perchè dopo l’ennesimo: è incredibilmente brava!!! ho cominciato a ridere come una pazza…stavo leggendo “Bagni di nicchia (divagazioni epiche extra-muros)”.
E’ spumeggiante, divertente, ironico, dolce, pieno d’amore e di ricordi.
Ecco. Sono tornata.
Un abbraccio grande ed ancora complimenti.
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cristhina6000 ha detto:
ciao passavo di qui
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Gretsch ha detto:
Per Mel: l’intervento su un Ivar di serie lo muta in qualcosa di completamente diverso e personale, e dice molto sul suo detentore. Devi sapere che un po’ me ne intendo di trattamento di legni vecchi e nuovi… il mio Ivar, che non sfugge alla regola, dice molto di me, delle mie intenzioni e delle mie conseguenti azioni: infatti da un anno è come Ikea l’ha fatto, e sta ancora aspettando che mi decida a intervenire. (Per i pigri: invecchiando muterà comunque, con sfumature dovute alla luce, alla polvere e alle congiunzioni astrali).
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LivioCiccione ha detto:
sì però, Gretsch vero che muterà, ma se ci hai appoggiato qualcosa ne manterrà la forma, come fosse un ombra in negativo. Oddio, potrebbe anche essere interessante, ma una bella mano di olio non si nega a nessuno. magari prima una passata con la levigatrice, che fa miracoli.
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melusinach ha detto:
(sto Livio da quando tiene una levigatrice è preso da una smania… prima o poi gli faccio incerare tutti i miei Ivar così si pente ;-)
Mi sa che sta settimana passo all’Ikea (di lugano però, che casalecchio non è proprio dietro l’angolo) e mi compro due tazzine, vah!
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Gretsch ha detto:
Caro Livio, hai aggiunto quelle parole che l’amor proprio aveva trattenuto: mi vergognavo di dire che l’assidua presenza di un vecchio e nobile Revox a bobine e quella di un blocco di bolle d’accompagnamento riveleranno ahimé la stessa impronta agli occhi di un futuro antiquario. La mano d’olio sarà data al più presto.
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LivioCiccione ha detto:
eh il revox … te che sei lì in svissera, trovaci un qualche revox o neve o studer aggratis va, va bene tutto :-)
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quellachenonsei ha detto:
Dell’IKEA mi piacciono le palline colorate. Sì Col proprio quelle dove i bambini si possono tuffrae, i bambini sì. Io no, dicono che non l’età. Ecco, la prossima volta che capitiamo all’IKEA anziché Billy voglio la piscina con le palline, così, da mettere in salotto.
m.
(il post è da antologia, almeno la mia personale:))
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colfavoredellenebbie ha detto:
E’ già domani e domani si torna a laurààààà.
Resta un diffuso senso di tempo sparito così, senza capire bene dove stava andando.
Un abbraccio agli amici transitati, a domani visite e parole :)
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usermax ha detto:
Ecco! La clinica non era necessaria, il pc si è ripreso, anzi ti saluta… e anch’io, buona settimana, M.
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Grazia ha detto:
dipendenza, rischio di assuefarmi alle tue immagini, così en passant.
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Flor ha detto:
Buon lavoro cara Col, anche se l’augurio fa tanto Berlusca e mi viene subito da grattare… :-)
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elisnelpaese ha detto:
Molto realista e… amarodolceconunpizzicodipeperoncino epenenelnasoecipollanegliocchi, per ridere, piangere e sorridere di questa vita di…”nicchia”.. che ci tocca vivere…
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zaritmac ha detto:
Fantastico!Fantasticamente raccontato!E poi chi non ce l’ha un Ikea sulla coscienza? Graffi sull’in-conscio collettivo, Col, accendi lumini nei confessionali altrui: “confesso che ho comprato!”. Ma poi, Billy nel bagno come sta?
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Gardenia ha detto:
felicenotte, nebbiolina, e baci tanti, g*
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Pattinando ha detto:
Baciotto e felice notte*
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cicabu ha detto:
…ciao Col..serenanotte^^
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melusinach ha detto:
(però me lo dovete dire che cosa è un revox, anche di sapere che cos’è uno studer – temo molto lontanamente imparentato con uno strudel – mi darebbe un certo sollievo. Per l’aggratis vedremo :-)
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melusinach ha detto:
buonanotte col, grazie per la tisana, la prossima volta porto io i biscotti :-)
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Gretsch ha detto:
Ci avrei giurato che si finiva sullo strudel… un chilo del quale costa comunque meno di un chilo di Studer (a te la scelta, nostra generosa Mel). Revox è un famoso registratore a bobine, di alta qualità. Ricordo di averne visti due uguali al mio (che allora era di mio padre) dietro le quinte di uno spettacolo di Gaber, che in quel periodo faceva spettacoli senza l’orchestra. Gli Studer li vedi spesso al lavoro – con le bobine che girano pian piano – quando nei tg fanno i servizi sulle intercettazioni telefoniche.
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Gardenia ha detto:
SMACK!
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LivioCiccione ha detto:
revox a posto, lo studer è questo o altro a tua libera scelta e il neve non è quella bianca ma questo qui: , a scelta. Però Neve ho visto che ora è inglese, non vale.
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LivioCiccione ha detto:
questo invece è il mio:
capisci la frustrazione? sob
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colfavoredellenebbie ha detto:
mo’ metto su un negozietto :)))
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colfavoredellenebbie ha detto:
Livio e Gretsch si devono conoscere :))
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LivioCiccione ha detto:
comunque, anche una gretsch sarebbe come dire, gradita … una chitarra un mito
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farouche ha detto:
Da poco rientrata mi unisco al club degli il-lumin-ati…poi faccio scorta anche di candele, oltre a bicchieri e posate e vasi zincati e scatole e scatoline, ho mezza casa targata ikea, ma non la affronto mai con i tacchetti! Temeraria!!!! :)))
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Gretsch ha detto:
Livio pensa in grande, ma Studer fa, o faceva, anche apparecchi tipo Revox. Comunque lo ringrazio per le immagini (io non so se posso postarle, e come). Se lo può consolare, anch’io ho un mixer Behringer, anche se più grande del suo. Quanto a Gretsch, è un famoso marchio di chitarre, ma io mi ci sono ispirato perché lo stesso marchio produce anche batterie… e io suono la batteria. E poi Gretsch è un bel nome, in cui una vocale convive con sei consonanti…
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colfavoredellenebbie ha detto:
eccolo, un musicista che risparmia sulle vocali(ste) e cerca solo con-sonanti.
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Gretsch ha detto:
Le vocaliste si trovano spesso, in un gruppo, nella stessa (s)proporzione numerica. E il pubblico, mentre ascolta, non può fare a meno di chiedersi: “Con quale – o con quali – musicisti…”
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PortamiVia ha detto:
A quando un nuovo racconto di qualunque genere, una qualunque storia, un qualunque scritto che catturi la nostra attenzione?
In attesa…
Ciao!
:)
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melusinach ha detto:
:-) :-)
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LivioCiccione ha detto:
comunque, Gretsch, ti perdono perché suoni la batteria ma quel “anch’io ho un mixer Behringer, anche se più grande del suo” vabbè dai … :-)
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Gretsch ha detto:
Mi scuso con Livio: se si dice la verità, tanto vale dirla tutta: ho un mixer Behringer MOLTO, ma MOLTO più grande del tuo. Ma se vuoi te lo presto.
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Gretsch ha detto:
E siccome penso che stiamo andando fuori tema alla grande, dico la mia ultima: a che serve, poi, un mixer grande, con tanti ingressi, se non riesci a usarli tutti? E’ come avere un salotto con tanti divani e poltrone, e due ospiti alla volta. O come un Billy coi ripiani mezzi vuoti (tento di rientrare almeno un po’ in tema). In fondo sei fortunato, se hai pochi e cari cavi da collegare a quegli ingressi… quasi t’invidio, Livio…
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colfavoredellenebbie ha detto:
:)
quasi quasi invito mio fratello. Volete venire a fare una jazz session, ici?
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Gretsch ha detto:
Due batteristi in un pollaio… non so… e poi, Livio cosa suona? La batteria? Perché TRE batteristi possono far danni a sé e agli altri… Comunque, se debitamente nutriti, l’accordo si trova sempre.
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LivioCiccione ha detto:
:-) no comment … no, non suono la batteria, manco suono bene qualcosa. Però ho un basso, tre chitarre, quattro expander, effetti e aggeggi, un fender rhodes mk2 88, una fisarmonica e non mi ricordo più. il mixer, lo sapete … :-). però, a fine settembre mi prendo il tastierone e imparo.
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Gretsch ha detto:
Bello il Rhodes 88 note: noi lo chiamavamo “il cadavere di Aldo”, per via del peso morto. Comunque pare che non siano gli strumenti che mancano, e secondo me nemmeno musicisti, sempre se debitamenti sfamati e dissetati. Una colletta e un po’ di organizzazione… Si può combinare, si può combinare…
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LivioCiccione ha detto:
in effetti il Rhodes è uno strumento di un certo peso, non credo abbiano scelto il nome a caso (vedi il famoso colosso di Rhodes) … l’ho appoggiato su un Ivar e l’ha demolito, raso al suolo, spiaccicato. Era molto triste vederlo così l’Ivar, con tutte le sue autofilettanti che mordevano l’aria, la fibra del legno (?) a vista, i montanti annichiliti. Il mio Ivar storage system crollò miseramente nonostante il nome vichingo, e il suo compare Billy tremò fin nello zoccolo all’idea.
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melusinach ha detto:
in ogni caso io canto discretamente e posso portare cioccolato e formaggi svisseri ;-)
Col – Lino non han bisogno di inviti per invitare ;-)
E per i lumini siamo a posto, dunque… occorre solo stabilire le où et le quand (con fratello di Col :-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
bientot, chérie…:)
(chissà come si fanno gli accenti circonflessi)
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Gretsch ha detto:
Mi circonfliggo volentieri per te, mia cara. Disponi di me anche come dieresi.
Per Melusina: mi dicevano che eri simpatica.
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Gretsch ha detto:
… e canto e alimenti svizzeri non possono che aumentare la simpatia che ispiri. Mi faccio portavoce senza tema di smentite.
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gruppo4ottobre ha detto:
:-))))))))))))))))), hanno detto tutto. Compreso che tutti abbiamo un billy in casa, controllerò bene, secondo me anche la nostra amica Melusina :P
Torna presto a Casalecchio ti prego!
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gruppo4ottobre ha detto:
opss…la firma: Mir
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Petarda ha detto:
ma e questo? che divertente! tuttipazziperilfrumentone :-)
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