(divagazioni inutilmente numeriche)

Ho sempre avuto la fissa delle dosi giuste.
O meglio, ho sempre avuto dei dubbi sulla entità delle modiche quantità.
Ancora adesso ho pensieri che mi prendono all’improvviso: sul come, sul quando, sul quanto, sulla frequenza, sull’assenza….
A volte mi piacerebbe che tutto avesse un numero, ben specificato, così uno sa a che punto della sua vita si trova.
Esempio.
Nasci e ti dicono: ti toccano n. 17 dispiaceri grossi, n. 32 bugie subìte, n. 22 praticate con successo + n. 1 con sputtanamento, n. 43 dispiaceri di media entità, n. 11 amicizie formato grande, n.… amori bellissimi… (beh, lì, pure in alto ci vanno piano a dare i numeri)
Uno saprebbe regolarsi. Terrebbe in ordine le sue quote e dopo saprebbe come sta andando il suo conto corrente con la vita.
Solo cifre indicative, intendo, non i contenuti di cui sono rappresentazione contabile.
A volte, invece, mi dico che forse è meglio così.
Meglio non sapere niente e vivere tutto come una sorpresa, come un rotolarti addosso della vita che, in questo tourbillon, fissa quanto di appiccicoso incontra nel suo percorso.
Rassegnata ormai a questo vivere “cieco”, rinunciato al conto di ogni cosa e soprattutto al computo  complessivo della dotazione dei grandi eventi, vorrei che almeno la vita mi orientasse sulle misure della decenza.
In sintesi:
– quanti secondi posso espormi (priva di qualsivoglia intento balneare) ai raggi solari senza assumere un colore vermiglio e ricoprirmi di una coltura (per altro irregolare) di puntolini esibizionisti?
– quanto è possibile lamentarsi della suddetta inconsapevole esposizione e del conseguente (acceso e aggressivo) vermiglio, senza diventare domesticamente indesiderabile?
– a quante decine di persone posso telefonare/scrivere/mandare segnali di fumo per condividere tale disagio, senza rinunciare alla misura della discrezione e senza rischiare l’invadenza?
– quanti anni di carcere dovrei serenamente affrontare se decidessi di eliminare fisicamente il mio dermatologo che incamera cento euro per dirmi “passerà… intanto non si stressi, si lasci scivolare addosso le cose…e stia serena, soprattutto stia serena…”?
(Esistono corsi saponifici per imparare a farsi scivolare addosso le cose? Ditemelo che mi iscrivo..)
:)