È una sera liquida.

Non piove, però.
Solo gronda umidità.
Non si fa goccia né forma, quest’acqua diffusa.
La vedi obliqua e spezzata, nell’aria, senza compiersi.
Picchia sulla spalla, come un avvertimento, poi si dilata e si sfibra, a mezza quota.
Svapora e si perde.

Misteri che accadono in quella terra di nessuno, troppo bassa per gli uccelli, troppo alta per i fiori, indifferente agli uomini, che nulla fanno all’altezza del petto se non ascoltare il cuore.

Resta l’asfalto umido, fra bordi irregolari e opachi.
Un lucore immotivato, neppure richiesto da questo buio senza luna.

È così che la vita raddoppia.
Specchiata.
Uomini fanti su una carta da gioco.
Fari  che sgocciolano.
Due versi, due capi, una stessa svolta.

La riga, che separa la cosa e il suo doppio, trema e vacilla.
A quale mondo apparterranno mai i pensieri?