C’era una bottega vecchia di ceramiche, nella strada sghemba.
Chiedeva scusa, nei giorni d’estate, per il sole incollato alle vetrine, per il caldo che, qui da noi, viaggia basso, all’altezza della gola e tira su gli odori di terra e di selciato. Come fosse olio giallo. Appiccicoso.
Gelosa del portico di fronte, caro ai clienti per certi abbracci d’ombra e abbagli di frescura, la bottega vecchia abbassava contrita la sua tenda e domandava acqua fresca sull’assito.
Schizzata da una boccalina azzurra. Per mano di padrona.
A tener buone polvere e calura.
Sapeva di piazza, l’acqua su quegli assi, di selci vissute e passeggiate, di cani a zampa corta, pelo bagnato e tiepido.
E sapeva di fiume, di riva selvatica al chiuso dei cespugli, di transiti di tinche e lucci nel fango, di vilucchio pestato.
Odore di zampate arancio.
Acqua non asciugata al sole, ma poi risucchiata al fondo, dal calore.
Pure, disegnava un lontano.
Allora pulivi i piedi ed entravi con un po’ di soggezione.
Come pestare tanta grazia in forma di arabesco?
Roba da cielo o mare, non da pavimento.
Mappe di isole segrete, costellazioni a spruzzo, trine di macchie, su passi di muti minuetti.
Una semina di dita delicate, una semina d’acqua e cortesia.
Nel silenzio di stoffa, scodelle a piede alto e damine di gesso pitturato diventavano regali del destino: tanta bellezza finita lì per caso, per accontentare un desiderio bambino…
Sembra vera, neh? Una meraviglia. Sì, costa un po’, ma piacerebbe anche a mia figlia…
Così compravi e ti sentivi addosso il bene di un’inattesa sorellanza, di una figlitudine adottiva.
E il fresco germogliato da un’antica gentilezza.
Deli ha detto:
vuoi dire che per una volta sono la prima? per questo tuo nuovo ritratto? (piacciono questi negozi con anima :-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ciao Deli, buona notte.
Cercavo di rendere un odore che in dialetto si dice “freschin”….
Era l’odore di quella bottega, tremendo, ma , per trasposizione, diventava l’odore della gentilezza…
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cicabu ha detto:
Mi pare di vederla quella donnina a spargere acqua per rinfrescare..
e quella bottega speciale….
riesci sempre a regalarci emozioni..
Dolcenotte Col..ciao^^
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MIRELLADEPARIS ha detto:
Certi vissuti (e colori, odori, o suoni …) che sentiamo appartenere anche a noi, che destino avrebbero se non ci fossero le Zene a decantarne l’anima?
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dodo712 ha detto:
Questi tuoi ritratti leggeri e gentili fanno affiorare ricordi, uno dietro l’altro (come la pioggia del precedente).
Ne ho incontrate così tante di queste botteghe indimenticabili (con l’anima, come ha detto Deli), tutt’uno con i loro proprietari, modellate spesso a loro immagine. Ce ne sono rimaste così poche che quella che una volta era una regola adesso è diventata una rara eccezione.
Si respira meglio dopo averti letto.
Sorriso :)
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pennastilo ha detto:
Quanta delicatezza
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Effe ha detto:
Disegnare il lontano.
Quindi lei l’ha imparato, questo, da certe minute atenzioni, da certi abbagli, dalle strade-arcipelago.
Non è solo il saperne scrivere: è il saper vedere.
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manilob ha detto:
Le immagini si susseguono l’una all’altra, come tessere stanziali di un mosaico complesso. La visione è distante dal luogo osservato, con focalizzazioni precise e ingrandite. Così, il fraseggio pitta le tinte; la somma, invece, è acquiescente al quadro.
Manilo
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farouche ha detto:
Rapido passaggio con abbraccio, poi torno agli arretrati…nella notte amica :)
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elisnelpaese ha detto:
Quali parole cercare e trovare ormai per dire ciò che è stato detto, ampiamente?
Che i tuoi, sono dipinti che ricordano gli impressionisti francesi, tenui pastelli o vividi colori che danno il senso dell’armonia.
Abbracci
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heteronymos ha detto:
mi piacerebbe interagire…ora mi limito a farmi vivo…
tocco delicato e incisivo il tuo…
ciao
mario
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NicDwaRazy ha detto:
che bello Col, che bello ogni volta riuscire a stupire come sai solo tu con le parole …scolpire immagini e sensazioni ;
bello sapere di avere una amica tanto meravigliosa…..come te.
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pispa ha detto:
il racconto è dolce, è l’argomento che mi inquieta.
da ragazzina più volte mi hanno minacciata di trasferimento dalla milano nebbiosa a ferrara, ravenna, faenza, per mandarmi a pitturare le famose, bellissime, ceramiche.
da allora nutro un reverente timore nei confronti del manufatto, se mi riconosce e mi piglia?
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madeinfranca ha detto:
con questi due ultimi…
(no…non voglio dire post)
acquarelli,
hai coinvolto
i 4 elementi e i 5 sensi…
TUTT’ INSIEME !
sono dentro
quel’ “freschin” che sento di uovo, (vero?)
quel pavimento che vedo di cielo,
quella “gola” e quell’ “assito” che rimandano al fuoco,
quella “boccalina azzurra” che può mandare frescura anche in bocca,
quelle “damine di gesso pitturate” che si fanno toccare,
e sì, le ceramiche d’una bottega…
i tuoi soggetti che possono diventare complementi,
e viceversa…
come “terra”
che si riconosce
“in altra forma”…
bisousdaunafigliaditerrasitibonda !
ps: “ascoltando” la musica delle tue “gocce a corona” su quella
femmina -dura e cedente- che è la Terra ,ho ricordato vecchie…fonti
(per la mia antica tesi di laurea)
una delle più autorevoli è ben trattata qui:
http://www.holosinternational.org/2003otobre1hillman.htm#ita
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Pilgram ha detto:
Buongiorno Col! Anche dove vivo io fanno uso della parola “freschin”, in un senso che mi sembra molto simile (se non identico) al vostro. Un mio amico lo utilizza in maniera estesa quando lo applica a quelli che sanno sempre tutto: “el sa anca da freschin”, dice lui…
Comunque è vero quel che dice Effe: “Non è solo il saperne scrivere: è il saper vedere”, ma soprattutto è il sentire, ecco sì, proprio il sentire, attraverso ogni cellula del corpo, fin nelle profondità dell’anima, ciò che ti dona la capacità di trasmettere a noi poveri mortali il senso “di un’inattesa sorellanza, di una figlitudine adottiva”, e di volta in volta quello di tante altre cose meravigliose che solo tu sai percepire; ed è facile comprendere, perciò, come mai tanta bellezza di sentimento trovi sempre il suo rifugio in te…
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lmicocco ha detto:
l’odore di frechin lo hai reso talmente bene che non avrebbe potuto fare meglio neppure Grenouille (che adoro … quello del libro, non quello del film che mi perderò perchè non sopporterei la inevitabile delusione …).
Un caro abbraccio e ti aspetto per il Tarzaning :)
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lmicocco ha detto:
“freschin”, pardon
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arden ha detto:
Anche questo gesto dello spargere acqua davanti alle botteghe (qui di solito sotto i portici) è scomparso quasi del tutto. Tu lo hai riportato alla memoria con la delizia di quella “boccalina azzurra” e del negozietto con le damine di ceramica.
La descrizione poi che fai del “caldo che, qui da noi, viaggia basso, all’altezza della gola e tira su gli odori di terra e di selciato. Come fosse olio giallo. Appiccicoso”, mi lascia piena di ammirazione e gratitudine per la tua capacità di rendere così palpabili attraverso poche parole, scelte con un’esattezza felice e poetica, queste sensazioni così difficili a lasciarsi definire.
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Pattinando ha detto:
Pregna di freschin quella bottega di ceramiche che affiora nei ricordi. Odori gentili che si propagano in questo tuo post, piastrellato da magnifiche ceramiche, uniche e preziose, come solo tu sai disegnare con mirabili parole.
Baciotto e buon w/e*
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blancoebleu ha detto:
“…che non può esserci miracolo se il creatore non riesce ad accendere i sensori di se medesimo severissimo ed esigentissimo fruitore di se stesso prima che quelli, non importa quanto esigenti, degli altri…”
A volte, anche se non con la frequenza che vorrei, mi incontro dalle 12 alle 14 con una persona con cui baratto sapienza con conoscenza. Ad esempio lei mi dà un pochino di Kant in cambio di un altrettanto pochino di geometria razionale. La stessa persona mi ha detto: “se le chiedi un bicchiere d’acqua, quella scava un pozzo e te lo regala” nel senso che a volte ci scambiamo pure un pò di Zena, ma è un campo questo in cui lei è molto più ferrata e lo scambio torna tutto a mio vantaggio.
(E infatti la prima parte del pozzo è già arrivata)
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linodigianni ha detto:
un vero arabesco..visto laddove altri vedono solo parole
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farolit ha detto:
ma che bei luoghi che si trovano. lì da te, en tu alma.
:-)
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triana ha detto:
Questa qui dà vita alle cose inanimate come una fata… anima le pietre, le botteghe, i vicoli rende colori odori sapori con la polverina magica della memoria. Una delizia!
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triana ha detto:
ohibò, dico più o meno sempre le stesse cose quando ti commento, anche se tu a aggiungi sempre qualche pennellata nuova al tuo acquarello, ma, che devo fare, è colpa tua se sono monotona caro cavolfiorino velato dalla nebbia azzurrina: resto incantata e così ripeto sempre lo stesso balbettio:-)
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nowhereman1 ha detto:
E’ la realtà che amo di più: quella che non si agita per farsi vedere, che aspetta di essere scoperta e cantata. Come sai fare tu
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colfavoredellenebbie ha detto:
Che lunga colonna di passanti gentili!
Ora provo a ripercorrerla, a partire dal lontano :)
§§ Per Deli un saluto e un abbraccio. E’ bello sentire uno sguardo affettuoso…
§§ Per Cicabu: davvero era una donnina speciale e suo marito aveva la stessa gentilezza. Sparivano nel retrobottega e tornavano con l’oggetto che chiedevi e si consultavano sull’ultimo prezzo :)
§§ Per Mirella: credo davvero che questi segmenti, che tutti possediamo, ce li dovremmo prestare, per una storia del quotidiano…
§§ Caro Dodo: secondo me tu hai un tocco magico per portare in superficie i tuoi pesci di nebbia. Felice di poterti dare qualche (marginale) spunto :), ma la materia prima c’è già, lì da te :)
§§ Pennastilo, grazie, grazie. Sono passata per salutarti, ma in questi giorni non riesco a postare da te: mi si blocca il pc. Riproverò :)
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ Per Effe: credo che gli arcipelaghi siano grandi maestri; sono interi frastagliati, come i pensieri e i ricordi: vivono di interstizi e di intervalli :)
§§ Per Manilob: un grazie per questa visita e un benvenuto. Mi piace il verbo “pittare”: qui da noi si usa anche per indicare l’atto con cui s’imbiancano i muri. Un gesto solido e paziente. Vorrei davvero saperlo fare con le parole, ma la strada è lunga. Un saluto.
§§ Cara Farouche…. che bello ritrovarti :) Abbraccio
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ Per Elis: amica cara, è la vita ad avere tante sfumature. Qui si cerca soltanto di andare oltre il grigio :)
§§ Gentile Mario: grazie. Il blog è un ponte di parole. :)
§§ Carissima, dolce Nic: vi abbraccio anche qui. Ora fa’ bene il tuo lavoro, neh :)
§§ Pispa…. mica ti ci vedo a Faenzaaaaa. Troppo ripetitiva la faccenda :)
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ Cara made in franca tu mi stupisci sempre per categorie positive :)) Questa analisi è bellissima e mi ha commosso. Bisou :)
§§ Sì Pilgram :)… proprio quell’odore lì… Si sente, si vede, si ascolta… si vivono le cose e le cose restano attaccate alle parole, ecco : solo questo. Un saluto riconoscente.
§§ Coccooo, piano coi paragoni illustri, per carità…Se poi Grenouille s’offende, eh? (Che ci avrebbe pure la ragione !!!) Abbraccio.
§§ Cara Arden, grazie. Sai, quello che vorrei è riuscire a trattenere, almeno con le parole questi gesti destinati a perdersi…Chi spruzza più l’acqua con le mani, come per una benedizione….Un saluto d’affetto.
§§ Caro Patt, che magnifici variotpinti azulejos risulterebbero unendo i ricordi di tutti gli amici blogger del muretto. Un abbraccio caro. E grazie, come sempre.
§§ Blanco Blanco, dovrebbe essere arrivata la seconda parte del pozzo. Comunque so a chi dar la colpa per ‘sta otite recidiva :)))
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ Lino, tu sai percorrere tante strade, arabeschi compresi. Ciao amico buono e di sempre:)
§§ Grazie farolit: il tuo ultimo bel post sul concetto di felicità mi ha fatto fare tanti giri, ma le parole devono decantare, perchè sono ancora piene di nodi. Un saluto dall’ alma.
§§ Triana, varda, qui di fate e maghe seducenti neanche l’ombra ….purtroppo :)) Per far la strega, invece, son troppo giovane :))) Aspettiamo un annetto, va…Ma grazie, sai, grazie davvero.
§§ NM, di questo son contenta: anch’io amo tutto quanto è sub linea, sotto tono… Non so farlo cantare: cerco di tenere uno spiraglio aperto. Un saluto riconoscente
e ora…un saluto di quasi buona notte :)
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Senza ha detto:
ed eccomi qui, per ultimo, a godermi, e a ringraziarti per questo, pezzi di solida e caldissima infanzia…a rivivere, con il tuo aiuto, i miei pochi ma intensi momenti in pianura.
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brianzolitudine ha detto:
Pezzo delizioso, per emozioni sempre più rare oggi.
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madmapelli ha detto:
inattesa sorellanza…
sei unica
cara Col!
un abbraccio, Maddalena
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usermax ha detto:
grazie di esistere, incantatrice di cuori e di parole…!
:))
buona domenica e un bacio, M.
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ O Senza, quanto mi piace ritrovarti in giro. Si dovrebbe fare una giornata di scrittura en plein air più spesso :)
§§ Grazie Brianzolitudine :) Speriamo che le emozioni restino intrappolate in qualche parola…
§§ Mad, ti assicuro che qualcuno che vive da una vita accanto a me sarebbe pronto a dire ‘ per fortuna, per fortuna…’ :) Un abbraccio grande :)
§§ Max carissimo: buona domenica a te e alla tua poesia :)
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anandamide ha detto:
……:)*
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ Ananda, son giusto qui per ricambiare :) ********
(esagerando, naturalmente)
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Deli ha detto:
cucinato biscotti? Dormicchiato tutto il pomeriggio? Qui intanto si è mangiata mortadella tipica ticinese (calorica assai ahimé)
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colfavoredellenebbie ha detto:
La prima, Deli :)))
con grande soddisfazione…
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proteus2000 ha detto:
Ho di nuovo un’allucinazione olfattiva…
Ma come diavolo avrai fatto, o grande alchimistra, a comprendere, a svelare, a riprodurre sulla pagina, a creare dal nulla, senza usare nessuna sostanza chimica (neppure una goccia d’inchiostro), la composizione del freschin?
Nessuno era riuscito a spiegarmi cosa fosse, finora, quell’ineffabile cocktail di odori che ora inalo a pieni polmoni e riconosco perfettamente.
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LaSirenetta ha detto:
splash!
:)
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pennastilo ha detto:
Buona settimana :-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ Caro Giowanni Proteiforme, il freschin è in continua evoluzione, basta un po’ più di umidità o un baffo di sole per cambiarlo… e non va confuso con l'”éndas”, che al fondo tiene quella rassicurante sfumatura di uovo … stagionato
:(
§§ Sirenetta… schizzi giunti a destinazione :)
§§ Grazie Pennastilo: qui gli auguri e i saluti li si tiene cari assai :)
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proteus2000 ha detto:
Non ho capito, Zena. Stasera sono un po’ cotto.
OT
Avrei un lavoro bello e iportante da fare, ma devo rinviare. Ho sonno, soooonno :)
G
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colfavoredellenebbie ha detto:
scusami, Giovanni, stavo solo ragionando sul freschin, che non sono mica sicura di aver reso proprio bene, perchè cambia sempre.
Invece l’altro, l’endas, (sono due voci dialettali che da noi si usano spessissimo ; “al sa ad freschin, al sa da endas…”) è più definito: è l’odore dell’uovo vecchio.
Ciao, carissimo, un saluto grande e sorridente.
z.
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cicabu ha detto:
Dette in modo un po’ diverso ma anche da me si usano espressioni del genere per dire che si sente un odore stantito..ripugante..fastidioso…
Ciao Col..serenanotte^^
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contorno ha detto:
mi sento sempre un po’ vicina ai tuoi quadretti e non solo geograficamente parlando……
:)
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scrignutella ha detto:
Che bella cosa questo tuo recupero di antiche sensazioni, luoghi e figure riportati in vita con tanta gentilezza di tocco.
I tuoi ricordi sono così deliziosamente evidenti che chi ti legge crede di ricordare quelle identiche sensazioni, quegli stessi colori e odori, anche se non li ha di fatto mai visti né annusati…
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Gretsch ha detto:
“Endas” è l’italiano “endice”, cioé “Uovo vero o finto che si mette nel nido perché le galline tornino a deporre”. Da qui l’odore non proprio gradevole. A me però non dispiace del tutto, perché mi ricorda quello della camera oscura, quando si preparava il viraggio seppia col ferricianuro di potassio.
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LivioCiccione ha detto:
in effetti selezionare Effetti > Creatività > Viraggio seppia non sa di nulla … :-)
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Gretsch ha detto:
:-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ ciao Cica, ciao Contorno, ciao Scrignutella, ciao Gretsch, ciao Livio, ciao pagina tutta.
Stasera seratina revival al mio paese…
Spezzoni americani dell’avanzata alleata lungo il Po, coi ponti di gommoni, e televisione d’autore di Mario soldati: servizio mitico sulla salamina da sugo ferrarese e sul culatello, con puntata sulla mostarda di Cremona.
del 1958.
sensazione incredibile e sempre paesaggi di pioppi e di nebbia, naturalmente :)
buona notte…
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Ihadadream ha detto:
ancora di straforo sul computer di una collega mi fermo a spargere lodi per le creative similitudini e metafore che mi hai lasciato. Mica s’è studiato per niente!
:) buona giornata, carissima!
Anna
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lontanoda ha detto:
In questi giorni ho visitato Grottaglie, città della ceramica, in ogni strada, artigiani espongono oggetti sempre uguali, ormai folklore fagocitato dal turismo, eppure calpestando sanpietrini lucidi e logori, sono arrivata a un angolo deserto, dove scendendo tre gradini, fra bouganvillea e oleandri, entri in un mondo simile a quello da te descritto, forse vagamente polveroso, certamente più vero di tutto ciò che fino allora mi aveva circondata.un saluto fra damine e ricordi, a presto Claudia
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arden ha detto:
Me la ricordo quella puntata sul culatello della trasmissione di Mario Soldati! Sicché in qualche angolo recondito della memoria in bianco e nero c’è anche il dolce paesotto dove posso pensare di trovare frescura:-)
Erano bellissime quelle trasmissioni di Soldati. Ricordo poi anche la parodia esilarante che ne fecero Tognazzi e Vianello. Secoli fa…
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colfavoredellenebbie ha detto:
Sì sì Arden, qui si sta cercando di rintracciare tutti i vecchi filmati , all’interno di una iniziativa, chiamata “Parco della comunicazione visiva del Po”.
:)
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colfavoredellenebbie ha detto:
Un saluto grande anche a Claudia e Ihadadream…
Claudia, ho provato un po’ la stessa sensazione frastornante, a Grottaglie…Tutto uguale…
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Fiorile ha detto:
bottega. ..parola persa che nessuno la usa più; perduta insieme agli odori-quasi-sapori che facevano resistenza e restavano, solo un po’ meno persistenti, a ricordarti tutte le botteghe che quella bottega era stata prima e ancora prima di prima…lo stesso spazio, la stessa soglia indistinguibile dal selciato della piazza…Nella mia città di botteghe non si sa più nulla, c’è solo un posto che affaccia sulla piazza, una specie di enoteca gestita dalla figlia della figlia di un vecchio uomo di bottega: un’insegna in legno povero dice: “la botte gaia “; un tocco impercettibile di memoria, un’allusione per occhi attenti? un semplice stupido gioco di parole? chissà ..
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cochina63 ha detto:
immagini deliziose, cara proetessa. (non ho sbagliato a scrivere). Ciao.
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justannie ha detto:
Col!
Questa estate mi sono stampata e portata in vacanza quasi tutti i post che avevi scritto durante l’anno.
E sono stata così bene in tua compagnia…
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ Dai, Cochina, per favore… spiegami bene :))
Un saluto grande.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Cara Fio’, bottega è una parola che mi piace tanto, forse perchè mi porta lontano: soprattutto a odori che non ci sono più.
Io vorrei raccontarle, le botteghe, non descriverle.
Ma questo è un piano ambizioso, forse troppo per le mie forze.
C’è il rischio reale di cadere nell’oleografico, nella maniera…
Oppure di lasciarsi prendere la mano dalle parole, perchè cosa resta se non la possibilità di farle passare di lì?
C’è una bottega del latte che aspetta, e c’è anche la bottega all’aperto della verdura e quella al chiuso, e c’è la bottega delle scarpe a montagna e quella ordinata con gli specchi, e quella stranissima e bruna dei semi da germogliare e quella mitica delle Bepine, dove pure ho fatto la commessa imbonitrice e scrittora, un’estate, per pagarmi il dizionario di greco e invece mi han regalato le stoffe per un vestitino a scozzese :)
E…
ma non lo so, proprio non lo so.
Però mi piace inventariare le storie di cui sono debitrice, alle botteghe.
Un abbraccio e un ‘a presto’ che chiede giustizia :))))
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colfavoredellenebbie ha detto:
Cara cara justannina…
io mi emoziono quando rivedo il tuo nome.
E spero.
Ma intanto mi faccio bastare il piacere di averti fatto un po’ di compagnia.
Un abbraccio (indugiato) a tutti e tre. :)
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vera.stazioncina ha detto:
” un desiderio bambino”… :-)))
tornare in una bottega così mi piacerebbe davvero!
un sorriso
veradafne
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ArimaneBis ha detto:
Una bottega di terrecotte… è lontana, al di là del mare; è lontana, per tornarci devo camminare trent’anni. Semplice casa quadrata, sola. La strada del villaggio finisce là. A terra, la stessa sabbia di fuori. Come, dico, non ne avete abbastanza della sabbia infuocata che entra negli occhi, che ruba le radici alle piante? Il vecchio sorridente lascia il tornio, pulisce le mani sulla tunica, prende una lucerna (ha il becco d’uccello), la lascia cadere davanti al mio piccolo sgomento. La sabbia salva la lucerna, la accoglie. Così il piccolo deserto chiuso dalle mura si trasforma in spiaggia lambita dal mare dell’intelligenza antica.
a.
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ Cara Vera, mi sembra importante conservare desideri bambini. Io avevo, e tuttora coltivo, una smodata passione per le oche, le anatre e i pulcini di ceramica.
Ero una frequentatrice (timida ma anche piena di pretese) di quel negozietto.
Una volta fui incaricata di andare a comprare il regalo per la maestra.
Comprai un’oca bellissima.
Di gesso.
Enorme.
Ne ero fiera e gelosa, anche.
La maestra aprì il pacco e diventò viola.
Con voce furente sibilò: non si dà dell’oca alla signora maestra.
Le altre bambine mi guardarono con occhi cattivi.
Io avrei voluto nascondermi nel calamaio.
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§ gentile Arimane, buona sera :)
Ho letto tante volte il tuo commento.
E’ un segmento che ha l’odore del caldo e della sabbia. Disegna una bottega del fare, come da noi forse non sono mai state…
E’ viva e segreta, con la fiamma dentro.
Mi ricorda Bufalino del Museo delle ombre e un lontano, lontano Vittorini, di Sardegna come un’infanzia…
Grazie
…e buona notte buona
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ArimaneBis ha detto:
http://prove[..] Terrecotte (originariamente, scritto come commento a Colfavoredellenebbie, ) Una bottega di terrecotte… è lontana, al di là del mare; è lontana, per tornarci devo camminare trent’anni. Semplice casa quadrata, sola. La strada del [..]
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