(stavolta miei), sempre in risposta al gioco d’assemblare credenze…
Le mie credenze bambine vivevano invece di rapide tangenze.
Incrociavano un’idea e, per libera associazione, l’abbinavano ad un’altra. O la inventavano.
In questo modo il mistero della gravidanza mi fu subito chiarissimo, ad esempio.
Mi bastò vedere, durante una sagra, un omino che gonfiava i palloncini con una specie di pompa ad elio per capire al volo. Mi sfuggiva, a dir la verità, il punto di applicazione, ma portai a miamamma la pompetta della bici di mio nonno e le dissi, con poche commosse parole: ‘per il fratellino’.
Le mie credenze bambine a volte erano di seconda mano: avevano molto a che fare con le storie di mianonna, che mi frastornavano con un mondo fatto di animali e di strane abitudini.
Ero convintissima ad esempio che per prendere un passero bisognasse mettergli il sale sulla coda, che gli animali bianchi fossero tutti da latte, anche i cavalli e le galline, ovvio, e che le pantegane, abitatrici dei fossi, avessero le chiavi del palazzo d’oro attaccate alla coda. E credevo fermamente che la pipì dei rospi rendesse ciechi. Non riuscivo a capire quale distanza rendesse possibile, pericoloso e letale lo schizzo, ma, a ragion veduta, andavo a raccogliere le fragole nell’orto con gli occhiali da sole di plastica, montatura rosa. Rendeva più difficile cogliere l’esatto punto di maturazione, ma bastava assaggiare al momento e in situazione. Perché mai correre dei rischi? Da allora, comunque, continuo ad abbinare alle fragole il sapore della terra di contorno.
Le mie credenze bambine nascevano anche da complicatissimi ragionamenti di cui fuori-usciva soltanto una cresta di domande a punta, con cui ossessionavo miamamma.
Ero molto contrariata, soprattutto, dallo scarso indice di verità delle parole, per cui mi sembrava molto doveroso ribattezzare il mondo. Secondo me doveva esserci corrispondenza totale fra nome e cosa ed ero assai impegnata nella missione di rimettere le faccende a posto. Esempio: la parola ‘grano’ dice la verità, perché una spiga è fatta di chicchi; la parola frittella dice la verità perché è una cosina fritta, anche il bollito è onesto, via… Ma la parola ‘pesca’ per indicar un frutto… dai, sarà mica un nome che dice la verità. Allora io, la pesca, la chiamavo lasugosa e la padella caldella. Ecco.
Le mie credenze bambine erano logiche deduzioni sillogistiche sul filo di proprietà transitive. Le parolacce mi facevano schifo, specie se avevano a che fare coll’alto oppure col basso materico, nonché escrementizio. Secondo me, se uno aveva l’alito cattivo (che non sopportavo, né sopporto), il motivo era quello: parlava male. Le schifezze di parola, nel loro transito, producevano schifezze di alito. La prima volta dell’asilo, fui accolta, abbracciata e baciata da una suora dalla pelle di cera, fredda e unticcia: suor Luigina. Fui avvolta da un odore di aglio e di freschino, proprio della mota di Po e delle chiocciole disseccate, della penitenza e forse delle stimmate. La guardai scandalizzata, poi, rivolta alla genitrice (violacea per quello che temeva io dicessi) borbottai con incredula riprovazione: “ma mamma, anche leeeeei???!!!”
farsergio ha detto:
senza parole… o meglio tante parole, le tue.
già da bimba promettevi molto bene, non oso immaginare cosa hai detto, poi, a Suor Luigina.
:-)
s
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dodo712 ha detto:
Teneramente delizioso.:)
Da piccolo spesso portavo in tasca una cartina con dentro un po’ di sale. Non si sa mai che qualche passerotto fosse disposto a farsi catturare. :)
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BibliotecadeBabel ha detto:
Hai fatto di suor Luigina un affresco, ancora non asciugato.
E i nomi e le cose… sì.
Un abbraccio stretto, di salsedine fresca e azzurra, oggi. :)
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junco ha detto:
Quindi, secondo te le schifezze di parola producevano schifezza d’alito. Questo mi sembra un capovolgimento delle regole della meccanica. Perché, in realtà, avviene il contrario: è la schifezza d’alito che produce schifose parole, così come un alito purissimo emette verità trasparenti. E’ logico, no?
Quando cantava la Callas dicono si avvertisse chiarissimo un profumo di gardenia, a zaffate.
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OraSesta ha detto:
Ricordo la credenza di mia zia.
Dietro le antine il “tuttocucina”; in uno cassetti il deposito di cianfrusaglie – macerie di storie e di Storia…
Insomma, tutto il “cibo” necessario per crescere.
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quellachenonsei ha detto:
Alcune credenze bambine sono diventate adulte, con la consapevolezza di riconoscerle per quello che sono, con il sorriso di fare finta di crederci ancora.
Un abbraccio Col,
m.
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aitan ha detto:
santa innocenza,
e logica assai
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arden ha detto:
Fabulina Deliziosa dovrebbe essere il tuo nome, Zena, secondo logica :-))
(Quanto all’alito, è molto comune tra le suore averlo pesante. Che sia l’astinenza sessuale?)
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arden ha detto:
O anche Fabulosa Deliziante.
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Deli ha detto:
dolce :-)
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mianonnaincarriola ha detto:
le suore hanno tutte un odore cattivo
senza che siano vicine al Po…
anche io ho un ricordo fetido della mia infanzia
http://mianonnaincarriola.splinder.com/post/11660991/I+film+che+vedevo+tanti+anni+o
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ermione64 ha detto:
E’ la flora batterica che rende cattivo l’alito delle suore, loro pensano solo alla purificazione dell’anima.
E’ sempre bello leggerti, un saluto col.
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multiversum ha detto:
la corrispondenza tra le parole e le cose credo ci accomuni, e poi…anche la cresta delle domande a punta, senz’altro; anzi sai che ti dico, che secondo me sono pensieri adulti mica bambini…
un abbraccio grande :)
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colfavoredellenebbie ha detto:
(sai, Leti, secondo me ero più adulta da bambina :)…)
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multiversum ha detto:
io sicuramente, ero persino saggia …;))
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proteus2000 ha detto:
Mia cara, cara Zena… In realtà non si sono mai estinte del tutto(secondo me) le tue credenze bambine. E nei tuoi racconti c’è ancora una sorta di magica identità (di corrispondenza) fra nomi e cose (come è stato osservato). Le tue parole, infatti, evocano immediatamente cose, fatti, odori, luoghi, sapori. Esse stesse sono cose.
E poi le credenze bambine sono universali. Anch’io da bambino credevo che la pipì dei rospi rendesse ciechi. Avvano un getto potente e preciso, che poteva colpirti da molto lontano. I rospi erano tutti velenosi, giuravano i miei nonni. La loro pelle era urticante, la loro bava uccideva all’istante. Forse anche il loro sguardo era letale, come quello del basilisco.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Carissimi, un passaggio frettoloso, ché son giorni che chiamano altrove :).
Ringrazio tutti e ciascuno, anche suor Luigina, che, da qualche parte, negli spazi verticali, sorriderà nella sua benevola generosità: lei certo sa che ogni giocoso riferimento all’alito della categoria nulla ha di ideologico. Trattasi di pubblicità occulta alle mentine. :))
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Effe ha detto:
son ben più che d’accordo: esistono parole oneste, e altre che son per costituzione false, e tutte insieme costruiscono il mondo scambiandosi di posto.
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Ihadadream ha detto:
fantastico questo post e anche quello prima!
Spero tu stia riposando un po’ Zena cara.
Un abbraccio indugiante.
Anna che ti pensa spesso
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IdaKrot ha detto:
In calabrese,la padella si chiama “quadara”,a volte i dialetti restituiscono i significanti.Come al solito bello e bello e unico per lo stile che è” Zenesco…”
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mianonnaincarriola ha detto:
avevo una zia suora …suor Agostina
zia acquisita …
sorella di mio suocero
ed era l’unica alla quale il mio mangipretismo non faceva
impressione
io la prendevo in giro:
“tanto ora ho la raccomandazione con Zio Gesù”
loro son spose di Cristo
una come lei che ha passato + di 40 anni negli ospedali… e con i ciechi
se esiste è andata direttamente in paradiso senza passare per il via
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multiversum ha detto:
qui giornate faticose, e lì come va?
ti abbraccio :)
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cochina63 ha detto:
oddio… e se mia figlia spunta con la pompa che le dico? baci, adorabile.
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§§§
Ci penso spesso: al modo che hanno i ricordi di saltar fuori.
Il giochino delle credenze bambine ha messo in moto un lavorio delle memoria che non è mica facile fermare.
Sarà che sono giorni di vento.
E il vento smuove: così mi pare ieri. Tornavo dalla colonia in una giornata di scirocco color ambra.
E sentivo il rumore del vento nei vetri; volevo dormire e avevo il raffreddore, di quelli che non fanno respirare e cementano il naso.
Andai a letto e sognai la neve.
Un paese sotto la neve.
E io che camminavo senza far rumore.
Ne sento ancora la freschezza.
§§§§
E adesso grazie: nonostante le vacanze sono poco qui.
Perciò me lo consentite un saluto quasi cumulativo?
A Farsergio, gentile addomesticatore di refoli
A Dodo, cui il sale non mancherà mai il sale giusto, avendo il dono della gentilezza
A Stefania di Babel, che mi ha regalato una parola bellissima
A Junco, che da piccolo, secondo me, aveva già redatto tre teorie sui sistemi minimi massimi e intermedi :) (… e mi perdonerà questa incursione suoresca)
A Ora Sesta, che sa come aprire, di ogni credenza, infiniti cassetti
A Momi/Quellachenonsei, che con le sue treccette dimostra che tutte le nostre età possono convivere senza urti
Ad Aitan, che (s)colpisce e pure disegna con le parole
Ad Arden, amica un po’ troppo generosa
A Deli e a Leti, con cui mi piacerebbe parlare una giornata intera dei loro saperi bambini
A Raffae’, di cui sto leggendo l’opera omnia (per ora bloggesca) con grande piacere (ho un sacco di arretrati)
Ad Ermione che ritrovo sempre con affetto
A Proteus, che dovrà raccontarmi per bene quel che sa sui rospi siculi.
Al signor Effe, che dovrebbe davvero aiutarmi a censire le parole (oneste o menzognere che siano)…
Ad Anna Ihadadream, costruttrice di sogni e di abbracci (che ricambio)
Ad Ida, che mi fa rimpiangere di conoscere (e neanche tanto bene) un solo dialetto
A Cochina, che sento vicina e cara.
Buona domenica:)
…e che non faccia troppo caldo.
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§§ E un saluto grande ed abitabile a MadeinFranca, che immagino vicina al mare, intenta a pescare, da riserve liquide e mobili, immagini, pensieri e parole per farcene dono:)
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PortamiVia ha detto:
Un salutone!
Buone vacanze :))
AnnA
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Senza ha detto:
grazie :)
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quellachenonsei ha detto:
Buoni giorni, a te e a chi ti sta accanto.
m.
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Medicineman ha detto:
le suore non soltanto avevano l’alito puzzoso, ma anche spilloni in tasca per pungere le mani in caso di parola non autorizzata.
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Flor ha detto:
Un bacio cara Col
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multiversum ha detto:
saluto nottambulo ai “bolognesi per un giorno” :))
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Deli ha detto:
buona giornata :-)
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mrka ha detto:
ma che meraviglia, nebbie!
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willa ha detto:
ricordi leggeri come la rugiada al mattino quando l’estate consegna la sua bellezza all’autunno, che ne cambi i colori e finisca di dipingerla…. e, altrettanto dissetanti, per chi li offre, e per chi li gode sorridendo :-)
Un bacio, Will
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multiversum ha detto:
(come va?)
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vera.stazioncina ha detto:
ma che bima, ma che bimba è uscita da queste nebbie favorevoli!:-)))
un sorriso a te
veradafne
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colfavoredellenebbie ha detto:
Breve intrusione per un saluto.
Un grazie e un augurio di giorni belli ad Anna Portamivia, a Senza, a Momi, a Medicinamen, a Flor, a Deli, a Leti, a Mrka e a Vera.
Un saluto di buon arrivo a Willa: benvenuta e a presto.
Mi scuso con tutti per la latitanza di questi giorni: sono altrove, ma non in vacanza.
ciao :)
z.
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