Alla Bina piaceva stare sulla porta: avevano messo i sassi sulla strada, fin sotto il volto della torre, con le piastre di marmo lungo i lati, due strisce quasi rosa a far da marciapiedi.
La gente ora ci passava.
La Bina tirava un po’ la tenda e lasciava che lo stipite le tenesse su la schiena.
Restava lì a guardare.
Se c’era freddo, sceglieva il mezzogiorno, quando il tempo si ammucchia sopra il campanile e poi cade giù, fra tocchi spessi e grossi.
Erano svelte le donne della spesa, con la testa ormai alla tavola e al marito: anche le chiacchiere c’erano già state e per la Bina restava quello scampolino, un breve buon giorno di passaggio.
Ma lei se lo metteva via, ogni saluto, anche il cenno della testa un po’ affrettato, ché poi li ripassava sul divano e diventavano il senso delle ore, nei giorni così lenti da passare.
Col caldo, la scusa si faceva buona: la porta sbiecata chiamava la corrente e teneva l’aria del mattino,sulle piastrelle tirate con la cera. La casa prestava un poco di frescura per una sosta quasi di ristoro: vieni, diceva la Bina, con la promessa muta di acqua col limone e anche di una dalia, all’occorrenza.
Qualche donna si fermava volentieri, entrava nel corridoio fresco, stupita di quanto fosse tutto ben pulito eppure con l’odore della pelle vecchia, di un sudore che non si è più sfogato e resta freddo appena sotto traccia.
La porta scostata anche d’autunno cominciò a dare da pensare: la Bina era lì già dalla mattina, a inseguire con gli occhi facce nuove, a invitare almeno a una parola, a salutare senza riconoscere nessuno.
Quando la notte la videro nell’angolo, col grembiule leggero di cucina, sghemba e spersa come mai, la presero a braccetto: pochi passi, fino alla sua casa.
Non volle entrare: troppa gente, dentro, bambini e cavalli, voci e grida.
Troppo pieno quel vuoto. Troppo pieno.
Non c’era più posto per nessuno.
Qui ci si ferma volentieri, al riparo dall'afa che non dà tregua, e si trova anche riposo per i pensieri, quelli che non smettono mai di fare rumore e non ti lasciano dormire.Un abbraccio
"Mi piace""Mi piace"
poesia in forma di racconto… che bella narrazione!
"Mi piace""Mi piace"
perdere i ricordi…..mamma mia sarebbe un vuoto assoluto…Un abbraccio e un saluto speciale al tuo malleolo :)Mariateresa
"Mi piace""Mi piace"
§§cara Hanna, questo vorrei fosse il mio blog: un luogo di scambio ( e di riposo) per storie&parole. Borgo invisibile, ché 'città' mi pare decisamente troppo:)Un saluto, eh.§§grazie, Cristina: mi capita di pensare che le parole trovino i loro 'grappoli' in assoluta anarchia, per quanto mi riguarda. A volte diventano micro-racconti, a volte non so bene cosa riescano a fare:))) Sono come di passaggio.Le tengo così, come si fa con i bambini un po' ribelli: si aspetta che crescano…qualcosa succederà.Un saluto sorridente.§§cara Maria Teresa, i ricordi van 'rancurati' come i pulcini: scappano in tutte le direzioni e dopo non li trovi più. Bisogna chiamarli, senza stancarsi:) E tenere la cesta pronta.Un saluto, anche da parte del malleolo:))
"Mi piace""Mi piace"
La Bina mi ha tornare in mente Teresa, anche lei, in lucidità, ospitale e in attesa sempre di un saluto, bastava un cenno della mano.E di saluti ne devono aver avuti tanti queste donnine se poi la loro casa si è rimpita di così tante persone :-))Ritratto tenero e malinconico.
"Mi piace""Mi piace"
grazie Zenaè sempre un piacere leggertisei così bravaquesta raccolta resta nella storia di ognuno di noi che abbiamo avuto una Bina sulla porta…un abbracciova meglio la gamba?
"Mi piace""Mi piace"
§§cara Elisabetta temo che il vuoto della solitudine sia una terribile cassa di risonanza. Come se anche le persone avessero l'eco…un saluto grandebuona notte a tutti
"Mi piace""Mi piace"
§§cara Cristina affettuosa, grazie:))i paesi le hanno conservate quasi amorevolmente le Bine, almeno in passato… A volte penso cosa potrebbe accadere loro nelle nostre grandi città.un saluto d'affetto.La caviglia sta…sollevata, per lo più:)
"Mi piace""Mi piace"
Mi fanno tanto pena le persone anziane che vanno in confusione. La ritengo una gran brutta carognata della vita.Sei sempre una poetessa.CiaoBarbara
"Mi piace""Mi piace"
§§Anche a me, cara Barbara; e ancora di più mi fa star male la disperazione che sopraggiunge nei momenti di lucidità…Un caro saluto.z
"Mi piace""Mi piace"
I quante teste di passanti, di lettori risuonerà quel vuoto troppo pieno, Zena!
"Mi piace""Mi piace"
§§grazie Aitan. Un saluto grande.
"Mi piace""Mi piace"
Ti domandi Zena cosa accadrebbe alle Bine in città.Io mi domando come sarebbe una Zena di città. Di periferia o di centro, fa molta differenza ma anche no.Perché quelle vite appoggiate allo stipite son sicura che esistano. Da trovare gli occhi-di-Zena e una penna pennino così.
"Mi piace""Mi piace"
Zena mia, che balsamo, questi racconti.E come comprendo il frastuono dei ricordi immagazzinati nella bottega invisibile di Bina.Seisempre la mia porta sbiecata preferita, dove trovi sempre acqua e limone e una dalia, all'occorrenza.
"Mi piace""Mi piace"
così, per rileggere ancorae un abbraccio
"Mi piace""Mi piace"
bella, parole-immagini-emozioni come una scopa di pulviscoli, solleva scintille che senza, non esisterebbero
"Mi piace""Mi piace"
§§cara Terez, a volte mi viene da pensare che gli occhi siano educati dai luoghi…Certo, di loro, gli sguardi, devono avere una disponibilità cedevole al lasciarsi impressionare, ma anche la confidenza con uno spazio aiuta a cogliere la grana sottile delle cose e dei sentimenti. Ancora una volta credo abbia ragione Meneghello, quando parla del " sentire i luoghi".Penso, intanto, a un bidoncino azzurro pervinca in una foto ungherese e ancora mi commuovo.§§cara Anna signora delle Brioches, lo sai che mi viene la nostalgia?E penso al tempo eroico del blog, quando si accendeva il pc mentre il caffé si preparava quasi da solo in cucina: l'importante era scorrere subito i commenti e sapere che le parole erano arrivate fino allo Stretto (necessario) ed erano rimbalzate a Torino, e poi magari erano scese per Genova e Firenze, per Cremona e Vercelli, giù in Puglia e altrove.E ritornavano così ricche di altri occhi, come la coda di un pavone:))Cerchiamo di farle camminare ancora, le parole…Un abbraccio, carissima.§§Grazie, Cristina.Come dicevo ad Anna, ogni lettura è regalo di attenzione, spessore che torna e rimane. Ti ringrazio tanto.Spesso ti leggo in silenzio, perché non sempre le (mie) parole sanno accompagnare 'degnamente' la poesia, ma immagazzino emozioni, certo più numerose delle tracce che so lasciare.§§Lino, amico immaginoso, grazie…Ti saluto con affetto, mentre il Lino di casa sta sollevando altri pulviscoli: visto che l'estate ce la siamo giocata, perché non ridipingere gli infissi??? La logica è stringente, non ti pare? :)))
"Mi piace""Mi piace"
E' melodia la tua, è narrazione dolce che scende nell'anima: ho sentito persino il sapore della limonata, bevanda genuina che rinfresca anche il cuore. La Bina è la figura tipica dell'anziana legata al suo mondo, quando scompare per mancanza di memoria, le creature, come la Bina, perdono il loro universo. La tua protagonista mi ha ricordato, la mia cara nonna, la sua casa linda profumata di fresco e di lavanda, i panni stesi al sole, la sua limonata che a volte per stupirmi gonfiava con il bicarbonato e la schiuma saliva come fosse stata panna montata. Che nostalgia, che dolcezza!E' bellissimo leggerti, la tua è prosa poetica.un abbraccioannamaria*
"Mi piace""Mi piace"
§§grazie, cara Isabel. Mi sto rendendo sempre più conto di come quel pezzettino di mondo che cerco di raccontare ( e raccontare mi pare già parola immensa) sia quasi interamente colonizzato da vecchi e bambini.Forse le età, ai loro estremi, si chiamano, per chiudere il cerchio.Un saluto grande.E buona notte.
"Mi piace""Mi piace"
Non devo andare molto lontano…Mia madre è così, o meglio, era, fino all'anno scorso. Anche lei vedeva tanta gente intorno, tanto rumore, anche se c'eravamo solo noi. Ora non parla più, non so se pensi ancora, o se la sua mente sia completamente vuota, come afferma il suo dottore. Qualche volta mi afferra la mano e me la tiene stretta, qualche altra volta mi dà un bacio, altre volte sembra non vedermi nemmeno….Forse sente ancora l'affetto intorno a sè, il nostro amore, ma chissà se pensi ancora a noi…chissà…
"Mi piace""Mi piace"
§§Cara Katherine, quanto hai scritto mi tocca molto e mi commuove: ti abbraccio, in silenzio.
"Mi piace""Mi piace"
C'è sempre una Bina nei paesi piccoli, così come c'è sempre qualcuno che la prende per mano e la riporta a casa. Così come le porte lasciate aperte e un senso più sano di comunità che significa, non si sa ancora per quanto, darsi una mano l'un l'altro.Poi ci sono le altre, quelle chiuse negli appartamenti delle città di cui nessuno sa nulla, se non i loro cari. Loro non sembrano avere nessuno che ne racconti la vita, che sia testimone della loro esistenza.Col, tu dai voce, e che voce!, a chi voce non ha più. le vite trascorse in silenzio trovano qui un loro piccolo spazio. Preziosissimo.
"Mi piace""Mi piace"
Le Bine sono sempre state vicine, nel paese tutto è vicino. Ma una bina, da qualche tempo, è ancora più vicina.
"Mi piace""Mi piace"
GRAZIE…
"Mi piace""Mi piace"
§§Grazie Dodo: le mie sono cose talmente piccole da essere invisibili, ma nascono in verità. Un saluto d'affetto.§§Un saluto a Birambai, che saprà dare alla sua Bina-vicina un ascolto ad alto grado di umanità…§§Un saluto caro a Katherine, col piacere di ritrovarla qui.A tutti, è già domani.Per me è un giorno scolpito.
"Mi piace""Mi piace"
quante Bine ho conosciuto,lasciate abbandonate ai loro non ricordi,sole e dimenticate, alla fine loro stesse si dimenticavano di vivere, morivano senza sapere di morire, piccoli e fragili corpi senza rughe avvolti in coperte strappate e intrise di odori antichi,anche i loro funerali erano fatti in fretta, sparivano subito, senza lasciare nemmeno un fiore sul comodino….
"Mi piace""Mi piace"