Qui come altrove, c’è l’uomo che fa lo scalcatore.
Lo chiamano in case raggrinzite di freddo e di livore, perché scalchi i rimorsi.
(I rimorsi son ossi di coscienza, piantati a fittone nei ricordi, come certe conchiglie nell’argilla: vanno tolti, per rendere più tenera la vita)
L’uomo stende le coscienze sul tagliere, le apre con lame delicate, seguendo i nervi delle storie. E’ lì che incontra promesse disattese, vendette, fughe e tradimenti.
Per rimuoverli l’uomo dice solo due parole: “anch’io”.
Al suono, i rimorsi si sciolgono nel grembo di una vasta, materna umanità.