Qui come altrove, c’è l’uomo giovane che da tempo dice ‘così non si può più’.
Un giorno si mette la camicia bianca, arrotolando le maniche con cura, sulle braccia scurite per il sole. (Casse su casse di cipolle, dalla campagna dentro il magazzino).
Apre l’armadio ed anche quel cassetto che tiene chiuso con la chiave, perché, lì dentro, c’è tutta la sua vita, tenuta ben piegata: potendo, la stirerebbe ogni mattina per il piacere di saperla sua, e poi l’appenderebbe fra spighe di lavanda.
Infila la sottana, quella corta, che ha comperato sul giornale, e le scarpe con il tacco alto. (Le guarda sempre, la sera, prima di dormire, quando la casa non può più dire niente e lo specchio gli restituisce, dolce, la curva del suo piede)
La luce, fuori, è uno schiaffo o un pugno, mentre avanza fra i banchi del mercato, con gli occhi di Argo appiccicati addosso, le risate che sporcano la strada, e quel ‘matto’, scagliato come fango contro la sua verità.
Qui come altrove 22.
04 sabato Feb 2012
Posted qui come altrove
in
deli ha detto:
C’è una tenerezza che commuove… :-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
cara Deli, ci sono realtà che non smettono mai di commuovermi e di rendermi, nello stesso tempo, piena di rabbia per quel perbenismo di facciata che costringe chissà quante persone, specie in un paese,a tenere la vita vera ripiegata nel cassetto.
Ti abbraccio con affetto.
z.
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katherine ha detto:
Molto triste dover indossare una maschera tutti i giorni e cercare di nascondere la propria natura…essere se stessi solo quando nessuno vede e la casa è addormentata…proprio tanto triste…
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colfavoredellenebbie ha detto:
Sono d’accordo con te, Kat., profondamente, ecco perché il concetto di uguaglianza, a mio parere, dovrebbe coniugarsi, sul piano umano, col diritto di essere ciascuno come può e come si sente.
Un caro saluto.
z.
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mitedora ha detto:
Qui la storia vive illuminata dal senza tempo, dalla bellezza delle immagini dense d’un quotidiano dentro_fuori, lisciato, spiegato, custodito “ dentro, c’è tutta la sua vita, tenuta ben piegata: “. Le tue “ prosie “dicono e svegliano l’immaginario. E, si sa, l’immaginare non ha confini, è infinito e ricco d’addobbi. Preziosi.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Grazie, di cuore, cara Mitedora.
‘Prosie’ è una bella in-fusione:) A me piace l’ars combinatoria e credo alla capacità delle parole di andare contemporaneamente in tante direzioni.
Penso però che queste ‘briciole’ siano in realtà dei ‘brusculin’, quei legnetti sottili e spezzettati che restano dai ceppi grandi e servono per accendere il fuoco.
Un saluto d’affetto.
z.
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aitanblog ha detto:
Uno schiaffo di verità dato con dolcezza.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Che bell’ossimoro, Aitan: lo terrò caro, come ogni tuo passaggio.
Ho visto le foto della piccolina:)
Felicità, eh…
Un abbraccio
z.
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t. ha detto:
Quanti armadi son rimasti chiusi, in quante case dietro argini…
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colfavoredellenebbie ha detto:
E quante vite in ostaggio, affidate a contro-figure.
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poetella ha detto:
resto sempre qualche secondo senza respirare, quando ti leggo.
Sospesa.
Tutte le parole appena assorbite che mi gironzolano in testa .
come granelli di polvere in un raggio di sole e poi si depositano.
Dopo respiro.
E ormai le tue parole sono diventate mie.
Bello.
Sempre.
Lucia
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colfavoredellenebbie ha detto:
Le parole sono per chi le sa sentire.
per questo mi piace lasciarle in questo spazio: galleggiano e trovano porti accoglienti come il tuo.
Grazie, Lucia.
Un saluto caro.
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poetella ha detto:
un caro saluto a te…
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annaritaverzola ha detto:
Una verità che colpisce come lo schiaffo o il pugno riservati all’uomo giovane che osa mostrarsi al mercato. Una verità dura, ma ammantata di dolcezza e di sensibilità, come sai fare tu. Un abbraccio, Annarita
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colfavoredellenebbie ha detto:
Cara Annarita, una delle parole che amo di più è ‘accoglienza’.
Se la praticassimo fino in fondo, tante realtà uscirebbero dal buio.
Grazie, carissima.
Un abbraccio
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edoardo penoncini ha detto:
Questo “altrove” mi ricorda alcune pagine di De Pisis ne “La città dalle 100 meraviglie” … veramente sorprendente, sempre, il tuo modo di raccontare (quoto prosie di Mitedora), Zena.
M’immergo!
Buona domenica
edoardo
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atward51 ha detto:
Scordo sempre di postare con WP
Questo “altrove” mi ricorda alcune pagine di De Pisis ne “La città dalle 100 meraviglie” … veramente sorprendente, sempre, il tuo modo di raccontare (quoto prosie di Mitedora), Zena.
M’immergo!
Buona domenica
edoardo / Atward51
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colfavoredellenebbie ha detto:
Edoardo, non conosco quelle pagine: appena mi riprendo dall’influenza, le cercherò. Il primo marzo mi pare vicino assai. Quando riuscirò a parlare senza sembrare Primo Carnera, ti chiamerò:)
Abbraccio da suddividere in casa:)
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senza ha detto:
Con una carezza racconti due disagi: non è detto che il pugno, o lo schiaffo che sia, per l’incongrua esibizione, faccia più male del segreto chiuso a chiave nel cassetto controvoglia.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Il dolore ha una voce e non varia, diceva Saba, solo cambia la strada per cui arriva.
Salutami la tua Trento ‘assolata’, ehm, magari domattina:)))
z.
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cristina bove ha detto:
solo Zena può scrivere di maschere come se fossero veli di cipria…
farne respirare il lieve sentore, appena appena far levitare un orlo di vestito, farlo con la luce della verità inalterata, solo tenuta segreta.
e nel dirla lasciare che le parole si accostino da sole, sorrette dalla benevola comprensione di chi conosce i pesi e quanto gravano.
un abbraccio
cri
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colfavoredellenebbie ha detto:
Mi sei cara Cristina: tu mi commuovi, sempre.
Un abbraccio.
z.
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falconieredelbosco ha detto:
Gli occhi di Argo sulle piume di pavone,
quando chiude la coda non li vede più nessuno,
nemmeno il ragazzo dalle braccia abbronzate.
La voce del pavone è sgradevole
il giovane canta come un usignolo la sua canzone
indossando il suo vestito finalmente
accatasta le case di cipolle
e piange la gioia del suo coraggio.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Il falconiere deve avere vista acuta e capacità di volare alto…
Credo che il tuo nick ti renda giustizia, caro Fausto.
(Hai visto l’indicazione della mia canzone sospesa?)
z
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colfavoredellenebbie ha detto:
Un saluto a tutti: febbrone.
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aitanblog ha detto:
Copriti bene, che fa freddo.
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colfavoredellenebbie ha detto:
sì sì: siamo tappati in casa.
Un amico (che condividiamo) mi ha inoltrato la benedizione di San Atorium:)))))))))))
z.
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ioviracconto ha detto:
Come sempre tracci bagliori di vita e di poesia, lasciando che ognuno di noi li sviluppi per suo conto, aprendosi a nuove emozioni.
Questo “matto” che si veste della sua vita vera e repressa è molto più savio dei veri squilibrati, vestiti da manager, da politici, da opinionisti, da predicatori, da persone per bene che tirano indietro la mano…
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colfavoredellenebbie ha detto:
Sono trucioli, Tony, e ciascuno li può stringere o allungare.
Circa le tue considerazioni, d’accordissimo con te:)
Un caro saluto
z
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melogrande ha detto:
Si resta senza fiato, come se lo schiaffo arrivasse a noi, tutti, perché se ‘così non si può più’ è un po’ colpa di tutti, perché gli occhi di Argo sono quelli di tutti.
Bellissimo, zena, tanto per cambiare
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colfavoredellenebbie ha detto:
Gli occhi di Argo sono insieme curiosità e ottusità: terribile sintesi che dispensa dal capire e diventa colpevolezza della derisione e della solitudine imposta.
(grazie, Melo, grazie)
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apepam ha detto:
Gli armadi, ed i cassetti… sanno accogliere e mai discriminano.
Un abbraccio (stai al caldo)
*
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colfavoredellenebbie ha detto:
(Ogni volta che apro i miei, è come se ripassassi le mie età fatte a strati:))
un abbraccio
z.
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annamaria ha detto:
Dover nascondere la propria natura è costrizione avvilente, ma un tempo era una vergogna e le vergogne andavano soffocate. Dalla tua penna escono verità, che indossano maschere di seta, dal lucore abbagliante.
Complimenti, cara Zena, spero tu sia guarita. Se può consolarti siamo tutti sulla stessa barca: l’influenza non risparmia nessuno.
un abbraccio
annamaria
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colfavoredellenebbie ha detto:
cara Annamaria, allora facciamoci coraggio: io annuso essenza di lavanda, faccio suffumigi, così i capelli si disorientano e perdono la direzione, per non parlare di quelle orride pastigliette che fanno sudare anche le ciglia: ma passerà, vero?
Abbracciooooooooo
z.
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Priscilla ha detto:
Il tuo pronipote Stefano, dopo averti letto ha commentato “sembra Calvino, quello del Barone rampante”. Era giusto che tu lo sapessi. Un abbraccio Giulia
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colfavoredellenebbie ha detto:
‘Priscilla’ aveva acceso una lucina:))
Ma cara la mia Giulia di città, da non confondersi con la Giulia del mare, visto che i nomi, in famiglia sono ereditari.
Che piacere trovarti qui, e con le parole di Stefano, per giunta: questo cuore di zia, a un simile complimento, ha già infilato la finestra (scegliendo, per altro, la notte giusta) per essere lì con voi. Un abbraccio cumulativo alle mie cugine-sorelle e a tutta la discendenza:))
ciao, cara.
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robertomeister ha detto:
C’è una grande tristezza nel non poter indosare la nostra vita migliore…
Grazie
Roberto
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colfavoredellenebbie ha detto:
C’è una grande verità nelle tue parole.
A volte basterebbe una tangenza, un’aderenza fra pelle ed abito a rendere più vivibile la vita.
grazie a te.
zena
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lillopercaso ha detto:
Dura la vita. Con attimi di respiro.
Nei dintorni di Napoli, nell’inverno del1256, due ‘femminielli’ vennero abbandonati sul Monte Partenio, a morir di freddo. Mamma Schiavona (la Madonna Nera) squarciò le nuvole e permise al sole di scaldare i due poveretti, che si salvarono. Da lì, la festa della Calderola, sacra e profana, i cui protagonisti sono appunto i ‘femminielli’ che ballano e cantano seguiti dagli altri.
Tu sei delicata anche quando fa male.
Ciao, auguri!
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colfavoredellenebbie ha detto:
In uno degli ultimi libri di Giuseppe Pederiali, la Vergine Napoletana, fra i personaggi c’è un femminiello: si solleva una tendina su questo spicchio di mondo, così come fai tu. Grazie, Lillo:)
(hai un viso così sorridente che è un piacere trovarti fra le righe)
ciao
z
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lillopercaso ha detto:
E’ una foto del Natale 2010, ero molto contenta.
Anche i commenti sono speciali, qui. E naturalmente le tue risposte.
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cicabubu ha detto:
Una vita dura..nascondersi e osare…quanta tenerezza fa’ questo giovane uomo..^^
ps ..spero tu sia guarita..ciao
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colfavoredellenebbie ha detto:
Così così, ma passerà anche questa, neh?
E tu come stai? Appena ho un po’ di voce mi faccio sentire.
z
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marilumari ha detto:
E’ proprio dolce la curva di quel piede, che non dimentica come i cassetti ma accompagna con fierezza dentro il vecchio incubo, incontro a quello schiaffo che prima di tutto beffa e umilia la fissità – tradita fedeltà bavosa — di quegli occhi da cane infoiato.
Quanta ironia aleggia su così tanta angoscia!
Una meraviglia e perciò, di nuovo, grazie.
Ciao e, mi raccomando, guarisci presto e bene.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ti ringrazio, Marilumari, della lettura e degli auguri.
Un saluto.
z.
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Pattinando ha detto:
E’ vero, ‘così non si può più’, con tutti quelli che marchiano a fuoco, perseguitano e discriminano chi vuol vivere come crede il proprio orientamento sessuale. Non è questo il problema, il vero problema è la società in cui si vive.
E’ difficile ma bisogna continuare a sostenerli e non lasciarli soli a lottare per i loro diritti. Tu, cara Zena, l’hai fatto splendidamente. Baciotto*
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colfavoredellenebbie ha detto:
Sono profondamente d’accordo con te, caro Patt:”il vero problema è la società in cui si vive”, tu dici, giustamente.
Immagina, in più, la dimensione del paese piccolo.
Il paese è tante cose, tutte opposte, le une alle altre. E’ cerchio nel bisogno, ma è anche muro respingente, è conoscenza reciproca, ma anche lente d’ingrandimento che deforma. Anche nel paese si finge di non vedere oppure si vede troppo, anche quello che non c’è.
ps
(Parlo del paese di provincia, della bassa – che è una linea d’aria e di pensiero – , perché è l’unico spazio che conosco veramente. Le città le ho attraversate per studiare. Viverci è un’altra cosa. Un abbraccio)
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Musette ha detto:
“Lì dentro c’è tutta la sua vita, tenuta ben piegata”. Tutti abbiamo una vita piegata, da qualche parte. Solo che a volte neanche lo sappiamo. Oppure lo sappiamo, ma il cassetto non lo apriamo mai: aprire un cassetto può essere una deflagrazione, a volte, e ci vuole coraggio. E così mi dà un grande struggimento, questo giovane uomo: perché ha una vita piegata, perché lo sa, perché apre il cassetto segreto. E perché ce la fa a dispiegarla, la sua vita, come in un volo. Un gran coraggio. Un uomo vero. Che l’atterraggio gli sia dolce, nonostante tutto il fango, il dolore, la fatica.
Chapeau, Zena. Grazie
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colfavoredellenebbie ha detto:
Anche a me dà struggimento, gentile Musette.
Cresciuta all’insegna della testa alta e della libertà di pensiero, quando incrocio esistenze costrette nei cassetti, sto male e penso allo spreco di energie e di umanità che si consuma nel nascondersi. La metafora del volo corrisponde a quello che sento. Le esistenze legate (o negate) mi fanno pensare alla fissità degli aironi, nella punta, ai margini di un fosso, di piccole prede. Il bisogno tiene le ali strette. Non se ne saprebbe mai la bellezza se non spiccassero il volo.
Un caro saluto
zena
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idakrot ha detto:
Ciao Zena! Mi è piaciuta molto il tuo commento”quante vite in ostaggio affidate a controfigure”,come il tuo splendido testo.Ciao e un abbraccio,Ida
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ti abbraccio, Ida. Con affetto:)
z.
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poetella ha detto:
sai?
sto leggendo le tue “storie bambine”…
un regalo del web…(dopo intensa ricerca!)
Zena!
Zena!
che merafiglie doni a tutti noi!!
Grazie!
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poetella ha detto:
pure il refuso!
é l’emozione!
sorry!
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germogliare ha detto:
in silenzio…senza far rumore mi allontano.
qui è un limbo di tranquillità.
un sorriso
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colfavoredellenebbie ha detto:
allora resta qui:)
buona notte!
z.
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germogliare ha detto:
resto ;)
buonanottetutta con stelle luminose a vegliare
a
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