Qui come altrove c’è l’uomo che tiene il banchetto delle storie di seconda mano.
Le trova in fondo alle cantine, nelle case di muffa e di salnitro, dove l’umido cammina sopra i muri con zampine di farina bianca. Le snida in vecchie valigie di cartone, con gli orli che spaiano e si gonfiano, fra resti di traslochi e di abbandoni.
L’uomo dispone le storie sul banchetto: le conosce tutte, ne sa mancanze e incrinature. Le cede una volta all’anno, quando la gente va al mercato in cerca di memoria.
Sono racconti zoppi per scambi silenziosi. Nella tazzina che ha perso il suo piattino, nella cornice orfana di un volto, nel giornale con vuoti di parole, c’è chi trova l’ombra di un ricordo, l’altra faccia di una gioia o di un dolore, la frase che nessuno ha terminato. Allora dice ‘ è mia’.
Lascia all’uomo altre storie dimezzate: un bastone senza più compagno, una tenda senza più finestra, per prolungare il sogno segreto di armonia.
Qui come altrove 41.
26 venerdì Set 2014
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