Qui come altrove c’è la donna che è vissuta accanto alla finestra.
Il fuori entrato di sghimbescio, come il vento che bussa contro i vetri.
Un refolo, i racconti del marito verso sera, alla tavola parca di parole. Folate d’aria fresca, il ritorno dei figli fatti grandi. Spifferi, le chiacchiere delle donne in sosta nella corte.
Un giorno è diventata una cornice: un rigore strano nelle braccia, in squadra con le mani. Il gomito a spigolo. Al centro il cuore navigato dai racconti altrui: fatiche, amori, affanni, un arrivo sperato e disperato, storie d’iridata piuma e storie sconnesse come i sassi.
Niente di suo: tutto un crespo di vita prestato dall’esterno.
Ora le storie non fanno più rumore, stanno quiete dentro la cornice: la donna solo le trattiene, le liscia, le ripassa, nell’orma lasciata dalle cose.
Fa l’appello dei nomi nella classe, dove pare mancare solo il suo.
poetella ha detto:
che triste ‘sta storia…
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colfavoredellenebbie ha detto:
C’è che spesso si delega la vita, per soggezione rispetto alla vita stessa… Così ci si accontenta delle esistenze degli altri.
non volevo intristirti, comunque :)
Ciao, cara.
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Deli ha detto:
Si, triste (e non infrequente), ma …per soggezione rispetto alla vita… è una coì amorevole descrizione :-) Buona giornata :
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colfavoredellenebbie ha detto:
ciao, molto cara: spesso c’è molta timida mitezza nel lasciarsi invadere dalla vita degli altri.
Un abbraccio
z
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Alberto Facchini ha detto:
infinita tristezza
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colfavoredellenebbie ha detto:
ALberto, starò mica diventando ‘deprepressiogena’, neh?
Fra le tante sfumature dell’esistenza c’è anche questa…
Come c’è la donna che ha lo specchietto dei sorrisi (fra un po’ arriva), c’è l’uomo che colleziona la memoria altrui per ritrovare la propria (anche questo arriverà, fra un po’….) e ci sono tutte le 38 figurine precedenti, microscopici contributi al macroscopico caleidoscopio in cui siamo inseriti…
E tu, carissimo, che figurina sei?
DAi, dimmelo che ti regalo un qui come altrove…. A pensarci bene, sei il migratore:)
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atward51 ha detto:
Quell’appello mi ricorda il finale del film di Pupi Avati, “Gita scolastica” … qui, però, si “delega la vita” e con “maestria amorevole” ci dài quadro e cornice.
Un abbraccio
edoardo
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colfavoredellenebbie ha detto:
Speriamo sempre che non manchi nessuno…
Per questo ho sempre timore dei raduni degli ex compagni di scuola… meglio incontrare tutti al presente:)
un abbraccio a voi, carissimi
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Maurizio ha detto:
Meraviglia.
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colfavoredellenebbie ha detto:
è una parola che imbarazza:)
ringrazio, di cuore.
:)
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t. ha detto:
Refoli, folate e spifferi: ma quanto mi piace il tuo “catalogo” :)
e permettimi il mio solito gioco delle parentesi: tutto un crespo di vita prestato (d)all’esterno.
Accoglienza.
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colfavoredellenebbie ha detto:
dentro, fuori… l’importante è che ci sia transito, non credi?
Il vento l’ha capito e si fa in mille sfumature di ‘spessore’.
abbraccio
zena
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newwhitebear ha detto:
Più che tristezza, affermerei che si tratta di malinconia verso un qualcosa che si è perduto nel tempo e non tornerà mai.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Mi capita di incontrare tante persone che, senza accorgersene, sono diventate ‘qualcosa’.
Piccole, invisibili metamorfosi nel quotidiano.
A volte implosioni, altre ancora esplosioni.
un caro saluto
zena
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newwhitebear ha detto:
E’ vero. Capita anche a me.
Notte
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mitedora ha detto:
E’ così viva, tersa questa tristezza. Lucida, umana. la tua scrittura mi riappacifica con le parole. Forse, anche, un poco, col mondo. Un abbraccio. Dora.
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colfavoredellenebbie ha detto:
avesse davvero, questo potere, amica cara:)
speriamo che almeno possa essere un ponte (esile, malcerto,…) fra persone.
Un abbraccio
z
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zaritmac ha detto:
Brilla sempre una luce tra le tue nebbie, anche quando è triste e tremula come una luna specchiata in un secchio di latte che nessuno ha bevuto.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Carissima, c’era una luna, stasera… una luna che avrebbe reso dorato il latte dentro il secchio… Che bello ritrovarti fra queste pagine. Grazie, grazie:)
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senza ha detto:
Credo di averla conosciuta, e amata, una donna così. Che non era sempre stata così, però.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ci si diventa piano piano, non sempre per scelta e non sempre per costrizione…
Non pensi?
ciao, caro Senza. Buona notte.
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cristina bove ha detto:
c’è sempre una donna affacciata ala finestra, guarda la vita che si fa persona, le cose che diventano ricordi, gli avvenimenti che, abitudinari o sconvolgenti, assiepano giardini e orti, sale d’attesa e camere da letto…
ma quel che conta, Zena carissima, è registrare ogni cosa per essere presenti, per non sprecare nemmeno una goccia del succo della vita, sempre.
e poi se lo si fa come sai farlo tu, la mente e il cuore ne vengono nutriti.
ti abbraccio
cri
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colfavoredellenebbie ha detto:
E sfogliare le pagine del registro significa rileggere, rivivere, ripensare.
Fare granaio, senza spreco.
Un abbraccio, amica cara.
z
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sergio ha detto:
Bello, triste per la verità che esprime, ma bello soprattutto per la scelta e la cura nell’uso delle parole. Non è poi così frequente tanta cura.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ringrazio per questo passaggio così gentile.
Proviene da una casa-blog in cui ho potuto leggere, grazie a questa tangenza, cose molto belle. E’ stato un piacere.
Un saluto.
z
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