E’ rimasta solo una tendina.
Una ruche arricciata e il finto putto traforato, che si suona la tromba in santa pace.
Nella contrada delle botteghe morte.
Anche lì c’era un piccolo negozio.
Dietro la porta, ora pretenziosa: bugnato di legno e pomolo dorato.
Si vendevano scampoli.
Il metro tatuato sul bancone e le stoffe impilate tutte uguali: le più pesanti sotto, in testa le leggere, sull’unica mensola a parete.
E due vetrine strette. Messe lì, appena un po’ sbiecate, come certe ali che stentano ad aprirsi. Al centro una cascata molto casalinga di raso e taffetas: dopo tre pieghe rigide, schiumava verso il fondo di legno compensato.
Vetrine un poco turche, ecco, col vaso di fiori tolto dal salotto.
Eppure.
Eppure era il rifugio per giorni tristanzuoli, neoparadiso di borsellini vuoti.
Orfani della pezza intera, un difettino a romperne la grazia, gli scampoli chiamavano in vetrina, catturavano un estro vagabondo. Senza dire bugie. Già in partenza erano un ripiego, un sedativo di bisogni e di speranze.
Con la stoffa a metro si rincorre un sogno che ti guida. Lo si drappeggia con spreco di misure. Lo si segue dentro ad un tessuto. Provare e riprovare. Per abitarlo, infine.
E’ l’idea a srotolare le pezze, per sentirne musica e fruscio, dietro il gesto regale che le offre.
Con lo scampolo no.
Lo scampolo, il sogno, lo calmiera. Lo inventa e te lo presta. Un sogno di seconda mano. Sta tutto lì, nello spazio di centimetri contati. Da fare uscire da un blocco di pietrisco. Un sogno a togliere, da saper vedere e farselo bastare.
L’orizzonte e il suo limite, insieme.
Vedrai che bella cosa salta fuori, prometteva la Rosa, piegando e ripiegando un quadrato di fiori provenzali. C’è poca stoffa, ma basta un bel pettino bianco e un’aggiunta alla manica per sotto.
Se per gustare un nettare occorre la più aspra sete, cosa sta dietro mai a una felicità di scampolo…
Quanta soave resistenza alla vita.
ioranduiDeli/Mel ha detto:
:-) Scampoli di primavera, negli angoli sorridono e agguantano le ombre :-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
oggi sì: giornata di primavera, con una cielo azzurro in metratura:)
a presto, amica, cara:)
z
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edoardopenoncini ha detto:
Incantato da questa “soave resistenza alla vita”.
Un abbraccio
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colfavoredellenebbie ha detto:
Si resiste, carissimo, con tutta la soavità possibile, anche se qualche volta una sana incavolatura può aiutare :)
a presto!
z
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poetella ha detto:
Ricordavo i tuoi “scampoli” zena cara…
Delizioso post!
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colfavoredellenebbie ha detto:
ma grazie: l’ho ripassato, alleggerito un po’, come si fa con gli abiti quando arriva primavera:)
un abbraccio
z
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poetella ha detto:
un abbraccio a te, cara zena…
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t. ha detto:
Tra le cose più belle che tu abbia mai scritto.
Sento una gratitudine infinita per ogni tua parola/immagine che mi restituisce, srotolate e ripiegate e ritagliate e cucite, sensazioni cui non saprei mai fare non un abito, ma nemmeno un orlo.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Mi permetto di contestare:))
altro che orlo! tu sei una collezionatrice di fili da ordito e sul tuo telaio ci ritroviamo tutti, in umanissimi intrecci:)
ciao, cara.
un abbraccio
z
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t. ha detto:
Ti porterò un libricino, “Ma dove sono le parole?” (Effigie), con le poesie scritte dai bambini delle periferie multietniche di Milano.
Ho finito di leggerlo stanotte. Una bambina di dieci anni, Veronica, scrive:
“Quello che conta / sono / tutte le cose collegate, / su un filo, / una tela, / ti ricordano / te stesso, / ti riportano / a te.”
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poetella ha detto:
sono venuta a rileggerti…
a leggere anche alla casa…
tutti si sono commossi.
Sei magica, zena…
penso che ne farò una lettura da mettere nel mio blog.
Non ti dispiace, vero?
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Pingback: poetella legge “La bottega degli scampoli” di Zena Roncada | Poetella's Blog
poetella ha detto:
ecco, zena… questo per te… con infinito affetto…
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colfavoredellenebbie ha detto:
questo regalo mi ha proprio commosso: specchiarsi in una voce amica e sensibile!
trop bel:)
grazie grazie ancora.
z
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poetella ha detto:
<3
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senza ha detto:
Mi par di sentire ancora la mia nonnadiverona che mi diceva ” ‘ncuo nemo par scampoli ” e mi portava in Piazza Erbe in certi negozi pieni pieni. Mi piaceva la parola “scampolo, scampoli”, mi pareva che desse maggior valore alle stoffe…
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colfavoredellenebbie ha detto:
In casa mia c’era una passione straordinaria per gli scampoli e per i vestiti ‘mericani che arrivavano di mercoledì sul banchetto della Norfa, al mercato: eccentrica signora con i ricci un po’ a tirabacio e un po’ a cavaturaccioli, grossa grossa ma coi piedini piccoli… E sempre col bocchino in bocca col suo bravo filo di fumo: occhiata distratta, breve soppesatura della merce con la mano libera, sospiro, prezzatura e rapida accartocciatura in giornale usato:). ” Prima che mi penta”, diceva.
Bellissimo acquistare così: sembrava di ricevere una concessione rara!!!!
ciao Senza, mi spiace tanto che il 21 tu sia in viaggio:((
z
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senza ha detto:
Bellissima la Norfa, par di vederla…!
ps: tornerò, spero.
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tramedipensieri ha detto:
Bellissima!
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colfavoredellenebbie ha detto:
Come sei gentile! Ti ringrazio tanto.
zena
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Carla Guaita ha detto:
Dal mio vecchio blog:
IL NEGOZIO DEGLI SCAMPOLI
Ho abitato per cinque anni vicino al negozio degli scampoli.
Non solo scampoli ma anche stoffe in metratura,
pizzi e merceria.
Tessuti a peso come un negozio di alimentari.
Amavo entrare e “rumare” per cercare, e trovare.
A casa, poi, dalla fantasia alla pratica;
erano le pezze a stimolarla e così cucivo e inventavo.
Poi ho cambiato casa
ma il negozio degli scampoli era sempre là,
per ritrovarsi, per raccontarsi.
Ora il negozio chiuderà,
è un’altra parte di me
che se ne va…………..
Grazie Zena che me lo hai fatto ricordare e ripescare!! Un forte abbraccio
Carla
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colfavoredellenebbie ha detto:
ma ciao Carla, amica di scampoli! Mi sa che le nostre infanzie abbiano tante cose in comune. Un abbraccio.
Tieniti libera per sabato 21, che a Sermide stiamo organizzando una cosa bella bella.
Non puoi mancare! Fra qualche giorno diffondo la notizia.
z
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Carla Guaita ha detto:
Benissimo!! attendo con ansia di sapere cos’è!!un abbraccio…..
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newwhitebear ha detto:
Scampoli di ricordi, di sogni e di un tempo che fu, che ci appare adesso migliore di quello che si avvertiva allora.
Sarà il filtro del ricordo, sarà che il mondo cambia ma lo scampolo e il suo suogno rimane!
Brava nell’esternare e trasmettere le sensazioni che i ricordi ci fanno riaffiorare.
O.T. Non ricordo se hai confermato la data del 18 marzo.
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colfavoredellenebbie ha detto:
scusami: il 18 va bene:)
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newwhitebear ha detto:
Perfetto. Grazie :-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
Torno per dirti grazie:)
ciao, gentilissimo Gian Paolo
z
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gialloesse ha detto:
Un altro pianeta, un altro tempo, un’altra vita certamente. Ecco, hai fatto esistere, dolcemente, il viaggio nel tempo. Quando bambino, Zie, nonne, mamma mi mandavano a comprare spagnolette o fettuccine, bottoni in piccole bottegucce scure e pregne di strani odori. Bel post davvero, bella emozione, grazie.
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colfavoredellenebbie ha detto:
sono io a ringraziare.
l’infanzia è la prima volta delle cose: per questo lascia un segno così profondo, anche se nessun evento è grande, clamoroso o eccezionale. C’è che che traccia dei calchi di gesso dove il ‘dopo’ trova la sua forma: tutta la vita per riempirli.
un caro saluto
z
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nuvolesparsetraledita ha detto:
Bellissimo!
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colfavoredellenebbie ha detto:
ma grazie, quanta gentilezza!
un saluto di gratitudine
z
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cicabubu ha detto:
Col..
^__^
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colfavoredellenebbie ha detto:
ciao, carissima Cicabu:)
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cristina bove ha detto:
“Già in partenza erano un ripiego, un sedativo di bisogni e di speranze.”
tuttavia vestirsi comodamente di scampoli è possibile, e una gonna può fungere da paracadute, e salvare la vita.
e può realizzare un sogno, anche se di seconda mano.
grande Zena!
ti abbraccio
cri
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