C’è una strada, qui: curva dolce e cuore scuro in un androne.
Ha un nome alto e libertario, ma ora basta uno sguardo e te la prendi tutta.
Le han fatto il pavimento nuovo, tempo fa. Piccole selci, irregolari come pestate di bambini.
A camminarci, senti la polvere dura che trattiene un po’ la suola.
Ci fosse gente, sarebbero altri i rumori.
Ma la gente…
O si accrocchia al caffè (quel che resta di anziani mediatori coi numeri in testa e le donne ancora negli occhi, di passaggio)
O tira dritto veloce: c’è poco da comprare, ormai.
L’anima dei negozi non ha retto al centro commerciale: qualche bagliore di vetrina qua e là, poi pannelli, a chiudere gli occhi alle finestre, o porte nuove.
Se qui non si vende più, meglio abitarci: tende e tendoni aggraziano buchi di serrande.
Io lo percorro piano, questo ‘adesso’, insipido e ridotto, e mi resta il senso del vecchio cancellato.
Certi odori di cuoio e corde grosse che segavano la gola prima della pelle.
Certo umore di cipolla a fetta spessa che cuoceva unta nel pane.
Certo rumore secco di ferro sul tagliere, sul collo della tacchina grassa, la voglia di scappare perchè il sangue (il battente di una porta semovente, così pesante per mani di bambina).
Ha un doppio, questa strada sghemba, qui, nella memoria: le voci, i segni, i gesti delle botteghe morte scorrono sottili dentro le mie età.
Sono quell’altra sponda.
Come vedere, dietro la vetrina di zeppe e sandalini, la porta in fondo, che non dà sul magazzino, ma su pezze di stoffa e giocattoli a molla…
Paradosso del vivere pensando: le due rive del tempo si guardano e si chiamano, presenti nel luogo dove ho pianto e camminato, inciampato in un sasso e sussurrato.
I ricordi sono le nostre tracce, le briciole che, per ritrovarci, abbiamo seminato.
In gara con la chioccia che becchetta alle spalle, grano dopo grano, questa nostra vita.
amanda ha detto:
noi si continua a seminare comunque, siamo instancabili seminatrici, abbiamo il culto della semina
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colfavoredellenebbie ha detto:
e i semi contengono sempre una speranza, vero?
:)
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iorandui ha detto:
le briciole dei ricordi sono sassolini ponti, che congiungono pur indicando le distanze… E di nuovo abbracci, abbracci e abbracci :-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
Proprio così: dicono di spazi e di tempi che possono convivere, pur nella differenza e nella distanza…
Un abbraccio, amica molto cara.
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iorandui ha detto:
Non so se funziona, provo a lasciarti un piccolo link regalo :)
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iorandui ha detto:
è Spielberg che parla :-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
e questo è veramente un dono che sussurra al cuore.
grazie!
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newwhitebear ha detto:
il nuovo, chiamato progresso, ha ucciso il vecchio che rimane ancorato negli occhi di chi vuole conservare il ricorso.
Sereno fine settimana, Zena
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colfavoredellenebbie ha detto:
Grazie, c’è così bisogno di serenità…
A te buona domenica.
z
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newwhitebear ha detto:
E’ vero. serena domenica
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katherine ha detto:
Già…i ricordi diventano sempre più importanti, man mano che il tempo passa.Ricordi che, a volte, rivivono nei sogni, e ci fanno provare emozioni profonde. Mia madre ha vissuto i suoi ultimi otto anni senza ricordi e questo è stato uno dei miei dolori più grandi. Avrei fatto qualsiasi cosa per poterglieli restituire, per vederla ridere, sorridere, per sentire da lei una parola. I ricordi sono il nostro tesoro più grande, preghiamo di non perderli mai.
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colfavoredellenebbie ha detto:
hai proprio ragione, cara Kat…
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Edoardo ha detto:
… e questi ricordi sono, devono essere un insegnamento per le nuove generazioni che tendono ad accorciare la linea del tempo. Grazie, Zena.
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