Mieli
Più ci penso, più mi pare che la casa grande avesse il miele per vecchi e per bambini.
Era un trovare la Rosa miamamma alla fine di una pitapitela ‘incantadora’, gratia plena, soffiata a bassa voce fra gli alberi. Una pitapitela filastrocca conta o canto, incapace di indicare la strada, nella boschina di rovi e di pioppi: solo cantata per disperdere ombre e paure o, almeno, per sorriderne.
La Rosa miamamma chiamava a sé con la seduzione di un esserci sparso e vaporoso, mutevole e indeciso.
Paritaria nei giochi e nei litigi, bugiardissima attrice di fiabe e teneri inganni, non ha mai avuto età: carta assorbente degli anni altrui, bambina coi bambini e vecchia con i vecchi.
Anche allora lasciava che ragazzini cavalletta le infestassero la casa e soprattutto l’orto, con l’intento di rosicchiare carote di un centimetro e bucce tenere di piselli in divenire.
Soltanto lei permetteva ai bambini del viale il gioco delle case fra lenzuola stese: pareti ondeggianti, precari appartamenti per precarie famiglie di bambini.
(La Lola costretta, uggiolando, a far da figliolina nel canile, con cuffie di rivalsa)
Il pegno era la promessa di spostare il mastello di zinco, pieno d’acqua, a cercare il sole, d’estate, in certi pomeriggi, tronfi di caldo come tacchini. Perché l’acqua cotta al cielo fa bene alla pelle, come gli impacchi di petali e limone. Più giochi che rimedi, seguiti in assoluta fede e vanità.
Ma la Rosa miamamma dava il meglio di sé nei conversari al buio, quando le luci si spegnevano e i saluti triangolavano le stanze, passavano le pareti e nessuno aveva voglia di finirlo, il transito della buonanotte.
La casa sembrava restar zitta, in cerca di un pretesto, quando, al limitare dell’ attesa, spuntava una parola nuova.
“Domani….”, diceva lei….e domani era un ponte troppo bello per non essere attraversato.
“Domani cosa…?”, “…e allora domani cosa?”…
“Frittelle.”
“Frittelle?”, la voce speranzosa del bambino diceva molte cose.
“ Sì, con le mele, anche con le uvette, se ce n’è…”
Bellissimo addormentarsi col sapore annunciato di frittelle: rendeva la notte corta e calda, impuntata di uvette e croccantina.
Un buio sbiancato di zucchero a velo.
Dava la voglia di dormire in fretta tutte le ore che bisognava, per accelerare le cose… più che si poteva.
Era volare leggeri sul presente, fra giorni fuori norma.
Novembre raccontava già natale, in certe mele messe ad essiccare.
Da natale si aspettava febbraio, disegnando maschere e modelli, testa in giù sul tavolo della cucina.
Il destino attaccato al lampadario.
Bastava, a fare luce, una promessa.
colfavoredellenebbie ha detto:
per la Rosa miamamma che da oggi regalerà profumi nuovi in un altrove tutto da scoprire.
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graziagardenia ha detto:
L’immagino con Hena e i nostri Lini.
Ora, loro sono in pace.
Bacio. g.
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colfavoredellenebbie ha detto:
dialoghi fitti fitti, spero.
un abbraccio, cara.
z.
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t. ha detto:
Donna bene-dicente e bene-detta, la Rosa tuamamma…
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graziagardenia ha detto:
Hai ben detto, Terez
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colfavoredellenebbie ha detto:
tanti racconti, da lei e per lei.
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brigi1969 ha detto:
La casa grande è un miele che attira, è il ritorno ai perché che non hanno bisogno di spiegazioni, alle certezze di una carezza sulla fronte a misurare la febbre.
Sto tenendo strette le mie mani alle tue, ora…
<3
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colfavoredellenebbie ha detto:
Le case hanno un incredibile potere di seduzione: chiamano e tengono, nel loro tepore… ma quando si spopolano…
cara Brigida, un abbraccio
zena
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brigi1969 ha detto:
La mia casa non esiste più come m’ha vista crescere. L’ho donata a mio nipote, che la sta sistemando per abitarci… stanno aspettando un bambino! Mia madre e mio padre, mia sorella (la nonna del futuro in grembo) hanno la loro mano sul nostro capo ed ancora asciugo quelle loro calde carezze dalle guance tutti i giorni… Si, Zena cara, ti tengo strette le mani ancor di più ora!
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lino ha detto:
trovare la Rosa miamamma alla fine di una pitapitela ‘incantadora’, gratia plena, soffiata a bassa voce fra gli alberi.
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colfavoredellenebbie ha detto:
è così, proprio così, Lino.
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iorandui ha detto:
…. cara Rosa, che profumerà i ricordi di tutte e tutti noi
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colfavoredellenebbie ha detto:
cara, cara Deli.
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amanda ha detto:
anche la Rosa? oh Zena cara, ti abbraccio
“carta assorbente degli anni altrui, bambina coi bambini e vecchia con i vecchi” sarà carta assorbente degli spiriti buoni indicherà ancora la via a Zena che è bimba nell’anima, amatissima figlia
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corrada ha detto:
Cara Zena voglio accarezzarti piano piano, dolcemente, per non spezzare il tuo sospiro di miele. Domani…È una promessa, senza la fatica dei tanti domani oramai perduti.
Gioca, ancora, tu e lei bambine, e prova a girare anche questa carta. Se vorrai ci saremo. Corrada e nuzzo
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colfavoredellenebbie ha detto:
carissimi…
grazie!
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newwhitebear ha detto:
allora seguiamo Rosa tuamamma in questo altrove da scoprire. Oggi la scopriamo a preparare le frittele sempre gustose come le tue parole.
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colfavoredellenebbie ha detto:
con mele e uvette, frittelle perfette:)
(e un po’ di riso avanzato, ché non si butta nulla!)
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newwhitebear ha detto:
è verissimo! Le ricordo le frittelle di mele e uvette :D
O.T. non ricordo di avere ricevuto la conferma per caffè letterario di novembre. la data proposta era il 27. Confermi?
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colfavoredellenebbie ha detto:
scusami… mi sono dimenticata.
va bene, certo.
scusa ancora e grazie.
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newwhitebear ha detto:
Nessun problema. Grazie per esserci
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Giulia Sivieri ha detto:
Ciao, zia Rosa, spirito fanciullo, leggero e, proprio così, “vaporoso”. Zena cara, ti abbraccio forte con tutto il mio affetto.
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colfavoredellenebbie ha detto:
abbracciatona a distanza.
Ci si vedrà, eh?
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atward51 ha detto:
Un grande abbraccio, Zena, e la Rosa tuamamma sarà sempre il tuo miele, qui come altrove.
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colfavoredellenebbie ha detto:
grazie, Edoardo, grazie.
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poetella ha detto:
Mamia mia che delizia!
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poetella ha detto:
La mamma sarà fiera… qui come altrove
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colfavoredellenebbie ha detto:
Un abbraccio, Poetella.
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farsergio ha detto:
Cara Zena, un abbraccio forte forte…
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colfavoredellenebbie ha detto:
con tanto affetto lo ricambio, Sergio e M.
z
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antonio musotto ha detto:
«Rosa fresca aulentissima ch’apari inver’ la state,
le donne ti disiano, pulzell’ e maritate:
tràgemi d’este focora, se t’este a bolontate;
per te non ajo abento notte e dia,
penzando pur di voi, madonna mia».
E pure questo significava Rosa
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colfavoredellenebbie ha detto:
Grazie, Antonio, non c’è poesia più lieve. grazie grazie.
z
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graziagardenia ha detto:
Un passaggio di incontenibile tenerezza.
(m’incuriosisce il dialogo che intercorrerà tra Hena & Rosa, sotto lo sguardo divertito dei Lini disperatamente nostri) g.
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colfavoredellenebbie ha detto:
E’ una immagine dolcissima, amica cara.
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cristina bove ha detto:
la vita diventa un sogno narrato con parole di miele, se a raccontarla sei tu!
ti abbraccio
cri
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ti abbraccio anch’io, con tanto affetto,
z
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Nerina ha detto:
Leggo solo adesso, Zena– la tua vita è un alveare operoso d’amore, così dunque le perdite si fanno dentro “qualcosa” che protegge. Ma non per questo meno ci addolora. Ti bacio forte
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colfavoredellenebbie ha detto:
carissima, la Rosa miamamma ti sarebbe piaciuta, sai…
un abbraccio d’affetto grande.
z
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Nerina ha detto:
(ti voglio bene, Zena)
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