La mattina non arriva mai uguale, in questi giorni di maggio all’improvviso.
Ha il suo modo di salutare.
E io il mio.
So spostare le lenzuola piano, quando mi sveglio.
So scendere senza fare rumore, scegliere la tazza grande e sottile e aspettare, insieme al caffè, la mattina che viene.
Ha da essere sottile l’orlo della tazza. Un guscio. Poggiato al labbro, è il primo contatto tiepido della giornata: un differire il piacere del sorso con un altro piacere che rassicura.
Fuori c’è un fresco che chiama la pelle e un ridacchiare acido di tortore dal becco debole.
E’ in fondo solo un filo di bava a dire di lumache notturne, sui piastroni a sassi grigi del terrazzo: lumachine rampicanti che lasciano la fatica di tracce in salita, sulle foglie dei fior di vetro.
A seguirle, ne esce la mappa di un viaggio fatto di sbandate e improvvisi amori.
(La panca scura racconta di un incontro e di una separazione: due scie divergenti, una dritta e impettita, senza ripensamenti, l’altra ondivaga e incerta, che gorgoglia in tondo e sparisce dietro la peonia.)
Una cucchiaiata di terra smossa e raspata tradisce il passaggio di un merlo nervoso.
Non lascia niente al suo posto. Cerca e cerca e poi si lascia ingannare da una stagnola.
Fosse un umano, sarebbe l’Ulisse di Pavese…due scarponi infangati, nel mattino azzurro sulle piogge di un mese.
Una piuma di civetta, nel varco del gelsomino: altri transiti leggeri, dunque, altri prestiti solo pensati nel buio.
Piace la mattina, prima del mio andare, gonfia dei segreti della notte, che ancora contiene.
Piace la mattina, prima del mio andare.
Orlo sottile del giorno.
Amanda ha detto:
Piace guardare le tracce sottili che ci indichi, piace continuare, dietro le palpebre chiuse perché la luce si fa troppo intensa, la storia che hai iniziato a narrare. Per me una tazza grossa con dentro del tea, lasciato poco poco freddare, grazie
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ti aspetto per una colazione sul terrazzo, quando vorrai: Sermide è solo ad un’ora di macchina… E il tea non manca in questa casa, anzi:)
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brigi1969 ha detto:
Lo sbattere le palpebre lieve al primo sole del mattino, e come labbra dal bacio lieve, il racconto oltre la coltre della notte.
Anche i sassi parlano, anche la panchina e, i pensieri, sanno di caffè <3
Zena, sei sempre incanto!
Baciotti da brigi
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colfavoredellenebbie ha detto:
Un terrazzo è una repubblica a sè stante: è tutta un fruscio, un odore buono portato dal caldo, che poi cambia, di sera. Adesso la fanno da padroni i ligustri, che hanno un profumo fra il dolce e il verde, le peonie bianche, esageratamente belle e odorose e le rose bianche contro il muro, che hanno un fondo di pepe, alla lontana:). Ciao cara Brigida, un saluto d’affetto.
zena
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senza ha detto:
par di vederlo, anzi, ascoltarlo, anzi sentirlo, quel terrazzo struggente!
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ah, avessipotuto farvi vedere le azalee!!!
Commoventi, davvero.
Ciao carissimi:)
z
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Monello Sebastiano ha detto:
Ciao Zena, uno di questi giorni di maggio o di giugno ancora gentili, potremmo svegliarci insieme di primavera e scoprire l’odorosa e delicata Alba di S.Elia dai colori fragili. Ben diversa dal fuoco fiammeggiante dei suoi tramonti. Un abbraccio Corrada
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ri-eccoti, Corrada! Avrei una gran voglia di venire in Sicilia… Chissà! Devo trovare il coraggio di partire… Per adesso mi manca, ma il desiderio di stare ancora un po’ con voi è grande. Ricordo tutto di Sant’Elia:) Un abbraccio a te e a Nuzzo.
zena
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newwhitebear ha detto:
è bello leggere le tracce di chi durante la notte o al levarsi del sole ha lasciato dietro di sé. Un modo per cominciare bene la giornata.
Un abbraccio
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colfavoredellenebbie ha detto:
Sì, Gian Paolo, è quasi un rito propiziatorio. Le vite piccole invisibili ti danno il senso che tutto continua e che non bisogna sottrarsi a questo ciclo vitale. Un caro saluto.
z.
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newwhitebear ha detto:
un sorriso, Zena
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atward51 ha detto:
Che rapimento! … e leggendoti mi sono ricordato di questi versi dall’ultima raccolta di Alfredo Panetta letti una settimana fa:
‘Na vava ‘i caracolu Una bava di lumaca
poti ispirari ‘ sonnu può ispirare un sogno.
‘ nzoccù bisognu Di tutto ha bisogno
cu campa d’amuri. chi vive d’amore.
Abbraccione
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colfavoredellenebbie ha detto:
Che versi belli!!! Grazie Edoardo, grazie!.
Appunti ritrovati…quindi, ora si torna sui ‘tuoi’ passi:)
ciaooooo. Un abbraccio anche a Daniela.
z
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Monello Sebastiano ha detto:
Piace la mattina, piace l’attesa, il lasciarsi andare, coinvolgere gli eventi, un saluto un intesa. L’altro viene dopo.
Corrada
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