• Pesci di nebbia

colfavoredellenebbie

~ I racconti non finiti, le schegge di parole, le arie che si fischiano, le conte e gli scongiuri, che non hanno padri né nomi, sono pesci di nebbia dolce: nuotano e svaniscono.

colfavoredellenebbie

Archivi Mensili: luglio 2019

Cronachette all’improvviso 6.

27 sabato Lug 2019

Posted by colfavoredellenebbie in Uncategorized

≈ 8 commenti

Senza preavvisi, neanche un tuono a rotolare lontano, il temporale sta scoppiando assieme alle campane: sintonia perfetta.
Orchestra di un campanile innamorato e di nuvole bianche che si aprono e si rivelano.
Chi annuncia che cosa?
Le imposte di casa sbattono: chiedono di essere chiuse o di unirsi al concerto?
Nella simultaneità dell’esserci la simultaneità del dire: ogni richiesta appare legittima, eppure il ‘mio’ fare resta inceppato.

Provare a difendere le Guinea, così tenere, con l’ombrello che tanto volerà via?

Meglio stare a guardare dalla finestra.

Il  cielo ora ha la luce dietro, come certe lampade di opaline, e suoni gentili contro i vetri.
Acqua che sbuffa e canaletti guizzantini lungo la strada.
Argento sbiancato negli occhi.

Poter  vivere così, all’improvviso, qualche volta, come i temporali chiari.

 

Pubblicità

Luglio

23 martedì Lug 2019

Posted by colfavoredellenebbie in Uncategorized

≈ 10 commenti

Decimata dalla colonia e dalle fughe presso i parenti, la repubblica delle bambine del viale viveva i pomeriggi di luglio come un’occhiata interminabile.
Dopo, si poteva giocare.
Ma prima…, prima si era occhi.
Quando il caldo era troppo appiccicoso perfino per leggere, quando il sole era così invadente da portare fin davanti a casa l’odore delle cipolle marce della stazione – porto, si accettava lo statuto del silenzio e sui gradini di casa o sulla scala di marmo del veterinario si lavorava di occhi.

C’ erano soprattutto i bagnanti, da guardare, che usavano il viale come scorciatoia per raggiungere la spiaggia di Po; nell’ora del sole caldo, scorrevano donne con sporte rigonfie, sgabelli di tela, tende e bastoni e tanti bambini, propri e affidati, pronti a rubare al fiume la parvenza di un mare povero.
Nel viale non tutti andavano a Po.
Non c’erano molti adulti consenzienti a restare sulla sabbia calda e a urlare preghiere e sgridate.
Il Po faceva paura.
E innervosiva le donne, ridacchiava mio nonno…

Noi bambine, poi, avevamo ben altro da fare.
C’erano i morosi da guardare, quelli veri e quelli pensati.
Intanto si spiava la partenza dei più grandi per il Po, quelli che potevano andare da soli e che mai si sarebbero portati dietro i piccoli. E poi, e poi…
E poi c’era anche chi, fra i grandi, non andava a Po.
Il Leo, il più bello del viale, si sdraiava sui tronchi scortecciati che occupavano il cortile della segheria, torace nudo e calzoni corti.
A occhi chiusi e le braccia incrociate dietro la testa.

“Come è fatto bene”- diceva piano piano la bionda, che ci guidava a passi felpati vicino alla siepe di confine, lì apposta per separare il giardino del veterinario dalla segheria.
I bossi e gli ireos tagliavano l’intero, ma, fra rami e spade, lui si poteva ben vedere…
“Sembra Mercurio”- dicevo io, che non avevo molti termini recenti di paragone.
“Ma va làààà”- insorgevano le altre che fingevano di essere più documentate.
“E’ tutto Gregory Peck” – faceva la Cri, che andava sempre al cinema dal prete.
“Però ha i ricci”- diceva l’altra.
“E allora è Gregory Peck coi capelli ricci. Io l’ho visto coi capelli ricci in un film”- mentiva la Cri.

Fra sospiri e gomitate si guadagnava a turno la postazione di spionaggio.
E le ginocchia, a stare sulla ghiaia, si bucavano e assomigliavano a spugne arrossate.
Lui, il bello, succhiava il sole con tutta la pelle e si tirava, lucido, per non perderne neanche un po’.

Pensieri in fuga 28.

18 giovedì Lug 2019

Posted by colfavoredellenebbie in pensieri in fuga

≈ 10 commenti

Quando mi impigrisco nel primo pomeriggio, nipotina al computer, fratello ancora sul viale del ritorno, affiorano i ricordi della famiglia grande. Erano quiete, allora, le giornate di luglio, impastate di lentezze infinite.
Le cose, nella tranquillità del dopo pranzo, sembravano figure di cartone col piede ripiegato, in attesa che una palla di stracci le buttasse giù.
Niente corpo. Leggere di colori, nella loro immobilità.
E se da strada un urlo lungo di cornacchia o di bimbo di colpo batteva la stanza, solo in quel momento l’attesa sussultava, ferita.
Tutto tornava carne.
La vita, puntuta, ha il suo modo di farsi sentire, aspro d’amarena o ago di suono.
L’aria che avvolge i pensieri scoppia e non c’è più la confidenza sonnolenta fra il dentro e il fuori; il dentro si ritrae, impaurito.

Il “su andéma” della Dina mianonna era la scossa nervosa che pungolava il dopo-mangiato e rompeva i conversari svagati e un po’ intorpiditi che legavano alla tavola.
Prima del riposo stavano i piatti da rilavare e riporre.
La casa, già calda, bolliva per l’acqua che si voleva fumante e le due nuore di fretta, nello stanzino, lavavano, finalmente d’intesa, e asciugavano i piatti.
Gli altri potevano, secondo contratti e bisogni, usare il tempo del pomeriggio…
Ma chi poteva avere il coraggio di svenare il silenzio che, come un cordone, stringeva la casa?
Il silenzio scendeva di colpo anche fuori, migrava leggero e aveva qualcosa di trattenuto: non era assenza, non era vuoto, era un esserci a bassa voce, di rimbrotti e risatine chiocce, quasi dal volume dipendesse il tacito accordo del viale.
E il silenzio portava la frescura di finestre accostate, di porte con un filo di sfiato.
Niente più voci, zitte le radio sulle ultime note di Capodistria, niente più piatti e ciabatte veloci.
Un silenzio arancione.

 

Pensieri in fuga 27.

15 lunedì Lug 2019

Posted by colfavoredellenebbie in pensieri in fuga

≈ 12 commenti

Amo questa poesia di Walcott.
La amo tanto, perché disegna un tratteggio rosso fra necessità e ineluttabilità.
Dice come si può essere scelti dalle cose, dagli affetti, dalle passioni.
Dice come si può essere raggiunti dalla vita e, di colpo, leggerne la richiesta che dà voce a un bisogno.
Dice come si può essere raggiunti dalla poesia, ad esempio, che, palafitta o cuneo, si inchioda dentro.
E mi viene da pensare che davvero ciò che prende e cattura non galleggia lieve sui giorni, non è occasionale schiuma, ma va al fondo, ad occupare bisogni cavi.
Davvero il tempo non toglie il “bisogno d’ingombri”, né il bisogno di sentire.
Regalo grande, l’ingombro del cuore.
Regalo grande, il sentire.

Concludendo

Vivo sull’acqua,
solo. Senza moglie o figli.
Ho aggirata ogni possibilità
per approdare a questo:

una casa bassa presso l’acqua grigia,
con finestre sempre aperte
sul vieto mare. Certe cose non si scelgono;

noi, siamo quel che abbiamo fatto.
Soffriamo, gli anni passano,
ci liberiamo di tante zavorre, ma non del bisogno

d’ingombri. L’amore è una pietra
che si è posata sul fondo del mare
sotto l’acqua grigia. Ora, non chiedo niente

alla poesia, se non vero sentire,
non pietà, non fama, non sollievo. Sposa silenziosa,
possiamo sederci a fissare l’acqua grigia,

e nella vita che tracima
mediocrità e rifiuti
vivere come roccia.

Dimenticherò il sentire,
disimparerò il mio dono. E’ più grande
e arduo questo, di quanto là passa per vita.

(Derek Walcott, Prima luce, Adelphi,2001)

Che siano i sogni

04 giovedì Lug 2019

Posted by colfavoredellenebbie in Uncategorized

≈ 18 commenti

Che siano i sogni a prendere la mano è cosa buona.
I sogni hanno fili così lievi, diversi dalle corde dei doveri: hanno un estro vagabondo e repentino, che trova per amico solo il vento.
Fernando lo sapeva che avere un sogno era cosa buona.
Per questo l’aveva tirato fuori dalla tasca, una mattina, e se ne era andato via. La valigia con due maglie e poco altro, per tenere dietro al suo pensiero: voleva perdere la terra sotto i piedi, fare le strade per vedere il mondo. O almeno un pezzettino.
A cominciare, per esempio, da Torino.
Per via del Carosello, la giostra vista da bambino: gli era sembrata la meraviglia in terra, con la musica di carillon e il movimento lieve dei cavalli che andavano su e giù, in morbidezza, con una grazia e una melodia capaci di restare dentro.

Gli stupori che ti prendono bambino crescono a cercare la seconda volta.
Nel tempo, il ricordo sa aggiungere qualcosa quando il cuore vi ritorna, finché il desiderio si stacca ormai maturo e rotola come pesca nell’agosto: c’è solo da seguirlo, senza mappe e senza pensamenti.
Così fece Fernando. A Torino c’era Malagò, il padrone della giostra bella.

Torno presto, disse in famiglia, ma prima ho da vedere delle cose: poi vengo a casa e mi sistemo. Se Bigìn vuole, lavoro anch’io nel forno.

Fra camion e corriere un po’ scassone, a piedi e dormendo nei fienili, non fu difficile raggiungere Torino.
Piazza Vittorio, prima ancora di sbucare da Via Po, stava già tutta nell’odore dello zucchero, messo a cuocere nel rame, insieme alle nocciole, e nel bruciato di castagne nel braciere, e nella nuvola che si alzava dai bacili, promettendo dolcezze di frittelle.
Fernando seguì l’onda dei profumi, contando in tasca quel che rimaneva.
Se la fame vince i desideri, la bellezza però non ha rivali.
E su Fernando la bellezza calò dal cielo, in forma di sirena. Su fragile altalena, soggetta ai colpi del destino: tre soldi per un tiro di freccette, un centro per farla profondare sotto, nel mare di un telone. Coi suoi capelli biondi, i fianchi morbidi di scaglie e un guizzo di coda che pareva un volo. Pelle di giglio, chiara chiara.

I soldi servirono a Fernando per comprare il diritto a non tirare: tutte le frecce tenute dentro al cuore, in adorazione della ragazza sospesa a mezza via. Per salvarla dall’acqua e dagli scherzi che i giovani urlavano ai bordi.
Sì, l’avrebbe tenuta sempre là, come le madonne di campagna fissate nella nicchia di un pioppo generoso.
Nilde la bella guardò il giovane che bloccava il giro e uscì dal suo guscio di sirena per chiedere ragioni, ma già aveva capito, perché dall’alto si vedono le cose.

Ci sono decisioni che rompono gli indugi: tutta la vita dentro un gesto solo.
Quello, ad esempio, di chiedere lavoro al seguito di una giostra coi cavalli, per stare vicino a una sirena dalla vita doppia: di giorno a rischio d’immersione, di sera stella del bersaglio…
E quando il luna park mosse le tende, Fernando non pensò a tornare a casa.
La dote della Nilde fu una vecchia carovana, al seguito del grande Carosello: un gancio al camion come firma del contratto, le fedi scambiate in una chiesa, il guscio di sirena ceduto a una cugina.
Ma sulla carovana c’era tutto quello che serviva: fare l’amore sottovoce, le tendine doppiate per pudore, sognare un nuovo tiro a segno, ideare un gioco con gli anelli dai premi favolosi e forse persino un gran serraglio, fra donne ragno e serpenti rampicanti.

Intanto si sentiva la terra scappare sotto i piedi, le strade srotolarsi come bisce: la vita che si amava, nello strappo silenzioso di radici.

Questo blog genera soltanto i "cookie" propri della navigazione sulla piattaforma Wordpress (vedi Privacy Policy di Automattic e Privacy Policy WordPress.org).

Commenti recenti

newwhitebear su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo
Caterina Milanesio su Il circo
Amanda su Il circo
newwhitebear su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo
iorandui su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo

Categorie

  • accompagnamenti
  • Arcipelago delle Finzioni
  • cronache dal terrazzo
  • effetti di lettura
  • etimitìe
  • margini
    • qui da noi
  • pareti
  • passaggi
  • pensieri in fuga
  • qui come altrove
  • resistenza
  • storie di seconda mano
  • Uncategorized

Archivi

  • febbraio 2021
  • novembre 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • dicembre 2019
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Maggio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • giugno 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015
  • Maggio 2015
  • aprile 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014
  • agosto 2014
  • luglio 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • luglio 2013
  • giugno 2013
  • Maggio 2013
  • marzo 2013
  • febbraio 2013
  • gennaio 2013
  • dicembre 2012
  • novembre 2012
  • ottobre 2012
  • settembre 2012
  • agosto 2012
  • luglio 2012
  • giugno 2012
  • Maggio 2012
  • aprile 2012
  • marzo 2012
  • febbraio 2012
  • gennaio 2012
  • dicembre 2011
  • novembre 2011
  • ottobre 2011
  • settembre 2011
  • agosto 2011
  • luglio 2011
  • giugno 2011
  • Maggio 2011
  • aprile 2011
  • marzo 2011
  • febbraio 2011
  • gennaio 2011
  • dicembre 2010
  • novembre 2010
  • ottobre 2010
  • settembre 2010
  • agosto 2010
  • luglio 2010
  • giugno 2010
  • aprile 2010
  • marzo 2010
  • febbraio 2010
  • gennaio 2010
  • dicembre 2009
  • novembre 2009
  • ottobre 2009
  • settembre 2009
  • agosto 2009
  • luglio 2009
  • giugno 2009
  • Maggio 2009
  • marzo 2009
  • febbraio 2009
  • gennaio 2009
  • dicembre 2008
  • novembre 2008
  • ottobre 2008
  • settembre 2008
  • agosto 2008
  • luglio 2008
  • giugno 2008
  • Maggio 2008
  • aprile 2008
  • marzo 2008
  • febbraio 2008
  • gennaio 2008
  • dicembre 2007
  • novembre 2007
  • ottobre 2007
  • settembre 2007
  • agosto 2007
  • luglio 2007
  • giugno 2007
  • Maggio 2007
  • aprile 2007
  • marzo 2007
  • febbraio 2007
  • gennaio 2007
  • dicembre 2006
  • novembre 2006
  • ottobre 2006
  • settembre 2006
  • agosto 2006
  • luglio 2006
  • giugno 2006
  • Maggio 2006
  • aprile 2006
  • marzo 2006
  • febbraio 2006
  • gennaio 2006
  • dicembre 2005
  • novembre 2005
  • ottobre 2005
  • settembre 2005
  • agosto 2005
  • luglio 2005
  • giugno 2005
  • Maggio 2005
  • aprile 2005
  • marzo 2005
  • febbraio 2005
  • gennaio 2005
  • dicembre 2004
  • novembre 2004
  • ottobre 2004
  • settembre 2004
  • agosto 2004
  • luglio 2004
  • giugno 2004
  • Maggio 2004
  • aprile 2004
  • marzo 2004
  • febbraio 2004
  • gennaio 2004
  • dicembre 2003
  • novembre 2003
  • ottobre 2003
  • settembre 2003

altervista

  • cochina63
  • farolit
  • naima
  • Pattinando
  • quellache
  • Rififi

blogspot

  • albafucens
  • amanda
  • annamaria
  • caprette
  • cesy
  • clelia
  • contes de chaque jour di deli
  • Elisabetta
  • facco
  • flaviablog
  • Gardenia
  • giorgioflavio
  • giuba47
  • habanera
  • isabel49
  • katherinem
  • la scia di sofia
  • lebufaledigrumonevano
  • lis
  • lisoco
  • Medicineman
  • Mirella
  • ovidio
  • pensareinunaltraluce
  • primocasalini
  • rossana massa
  • stefanopz
  • themiracle2
  • themiracleman
  • zingarofelice
  • zio Scriba

iobloggo

  • alphac2
  • arturscantini
  • dolittle
  • Farsergio
  • gretsch
  • katherine2
  • Nic
  • nuova (fiordiloto)
  • portamivia
  • sabrinamanca
  • tristano
  • zop

kataweb

  • maxdreamer2

myblog

  • notimetolose
  • nowhereman

splinder... e poi?

  • anandamide
  • annie
  • battello
  • clodclod
  • Daniela Raimondi
  • ella
  • ellie
  • ermione64
  • florit
  • giustosentimento
  • grazia
  • griza
  • hanna
  • heteronymos
  • hladik
  • Ihadadream
  • Il signor Effe
  • infabula
  • invincibile
  • junco
  • ladritta
  • livio
  • madmapelli
  • mammalara
  • melpunk
  • melusina
  • milosz
  • miskin
  • mrka
  • multiversum
  • PaoloGalloni
  • parnaso
  • proibito
  • riccionascosto
  • sette
  • sfirzy
  • sirenetta
  • Sometime
  • speedo
  • triana
  • Uomoecane

web

  • aquatarkus
  • briciolanellatte
  • cigale
  • Giovanni Monasteri proteus
  • harmonia
  • ibridi
  • Sabrina Campolongo

wp

  • affabulare
  • aitan
  • amfortas
  • annaritaverzola
  • arden
  • Arimane
  • astrogigi
  • astrokudra
  • bakaneKO
  • Barche2
  • Barchedicarta
  • biancanera
  • birambai
  • blog&nuvole
  • blogosteria di Amalia
  • brigida
  • cafebistrot
  • caracaterina
  • carriego
  • carroditespi
  • cartesensibili
  • cartografifolli
  • cartuscelle
  • cato / sicuterat
  • celestemateria
  • chiamamip
  • Chicca
  • cicabu
  • comunitprovvisorie
  • cristinabove
  • cronomoto
  • dado
  • dodo712
  • evacarriego
  • falconiere
  • Farsergio
  • federico
  • feritinvisibili
  • flor
  • Franz
  • Gardenia
  • germogliare
  • guido mura
  • IdaKrot
  • irazoqui
  • letturedielisabetta
  • linodigianni
  • madeinfranca
  • maicol
  • maicol
  • mammagiovanna
  • manginobrioches
  • marosit
  • massimolaspina
  • melogrande
  • mezzaluna
  • microcenturie
  • mics2
  • mitedora
  • musette
  • musicamauro
  • Nerina Garofalo
  • newwhitebear
  • Nic
  • Orasesta
  • petarda
  • Piero
  • pispa
  • poetella
  • quaestio
  • raggiante
  • remobassini
  • rex
  • robertomeister
  • scrignutella
  • senza
  • sgnapisvirgola
  • Simonetta
  • Skipper
  • squilibri
  • stepa
  • terrabrasilis
  • tony
  • ubaldo riccobono
  • varasca
  • verastazioncina
  • zaritmac

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • colfavoredellenebbie
    • Segui assieme ad altri 320 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • colfavoredellenebbie
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra