• Pesci di nebbia

colfavoredellenebbie

~ I racconti non finiti, le schegge di parole, le arie che si fischiano, le conte e gli scongiuri, che non hanno padri né nomi, sono pesci di nebbia dolce: nuotano e svaniscono.

colfavoredellenebbie

Archivi Mensili: ottobre 2006

Direzioni

29 domenica Ott 2006

Posted by colfavoredellenebbie in passaggi

≈ 70 commenti

È la prima luce dell’ora nuova.
Sulla nebbia fitta di stamattina.
Ora il sole è leggero.
E naviga a fatica.
Senza trionfi.
Solo un color chiaro.

Si va, naturalmente.

(Basta un cenno del capo e i sottintesi della vita insieme sono già direzione per l’andare. Non finisce di stupire questo sapere segreto, che serba le parole ad altre cose)

L’argine è storto e vivo, nel pomeriggio di luce distante e imbozzolata.
La bicicletta è rimasta  a catena, fra i propositi buoni.
A catena, insieme alle promesse di vita sana.
Ma la macchina lascia parlare sottovoce.
Si procede appaiati. Anche i pensieri.

Il Po è pigro e color terra.
Il vapore, come ritirato in fondo, fa incerto l’orizzonte, oltre l’acqua.
Un pallore verde esce dai pioppeti, stemperato a banda mossa.
È un incontro fra pari leggerezze.
Cielo o pianta o aria. Chissà.
Forse un annuncio di finis terrae.
Da certi varchi, lasciati dai pioppeti, avanza, a colatura rapida e rappresa…

Sì, tornerà la nebbia: è scritto… E verrà da quel lontano, orizzontale e quieta.
Stava forse facendo prove di respiro.
Verrà e (come fa il fiume) mangerà l’arginello, per primo.
Quello che corteggia l’acqua da vicino, a mani nude, con la golena al fianco.
Senza le certezze dell’argine maestro. Più storto ancora, con l’odore di selvatico.

“Mi sento arginello anch’io, a giorni alterni”
“Però vedi gli aironi e l’altra riva”

È vero.
Mi sporgo sulla vita, io.
Ne sento l’urto mobile e inquieto.
E aspetto l’abbraccio della mia fragilità.

Pubblicità

Il tempo delle formiche sulla tavola

21 sabato Ott 2006

Posted by colfavoredellenebbie in margini, qui da noi

≈ 60 commenti

Qui da noi c’è stato un momento che le cose andavano male.
Era arrivata la mietiliga, che si mangiava, dicevano i braccianti, il lavoro di tutti, coi suoi dentini di ferro.
La buttarono nel canale, e restò piantata col muso in giù e il resto in su, impudica come le galline d’acqua.
Fu riparata e rimessa fra le spighe.
I braccianti, allora, seminarono ferro e vetro fra le canne verdi, perché la mietiliga provasse a mangiarsi pure quelli.
Ma la macchina andava, andava, con la canzone del motore che sembrava uno sgarbo.
Ci fu lo sciopero e finì il pane.
Le formiche non trovarono più briciole per terra e le cercarono al sommo della tavola vuota.
Bisognò andare con le donne sul camion alla stazione in città, perché i crumiri arrivavano e le fedi d’oro erano già andate sulla bilancia per essere vendute.
Dal treno, facce grigie di fame e di paura a guardare altre facce grigie di fame e di paura.
La miseria si riconosce a fiato.
L’uomo scese dal treno, col bambino per mano.
Andò dal capolega con la voce grossa e le braccia d’olmo.
Parlarono un poco.
I crumiri non vennero in campagna.
Quella volta lì.
I braccianti tornarono e il bambino con loro, nella casa che dava sul canale, a contare le formiche sulla tavola, con le figlie del capolega, a raccogliere il radicchio selvatico e a cercare le uova fuori dai pollai.
Restò un anno e non parlò mai.
Giocava, si sporcava, mangiava, picchiava le bambine e sorrideva quieto.
“Se si picchiano e si sporcano vuol dire che stan bene”, diceva il capolega alla moglie, che scuoteva la testa.

Ancora oggi si parla del tempo delle formiche sulla tavola, nella casa che dà sul canale, e si pensa al bambino, scuro di pelle e di ricci, chiaro di sorriso, che non regalò mai la sua voce.

Il padre

12 giovedì Ott 2006

Posted by colfavoredellenebbie in margini

≈ 52 commenti

Ché poi era facile fare confusione.

Vederlo in chiesa, prendere l’ostia dalle mani del prete, mangiarla a testa bassa e con la schiena dritta. In piedi, non al banco di mezzo, ma a destra, vicino alla madonna col serpente, il manto celeste e le stelle. A pregare l’agnello di dio che toglie i peccati del mondo, con la sua voce senza latino.

E riconoscerlo, nel corteo del primo maggio, passi pesanti, scarpe da terra dei braccianti.
Trovarlo vicino alla bandiera, nelle adunate sulla banca di Po, con la rabbia ferma nelle braccia.
A fare sciopero. A chiedere l’imponibile, per mangiare anche d’inverno. Quelle giornate promesse e filate via col fumo.
(Tante biciclette, poggiate ai pioppi, e gente dappertutto, fin sull’argine, come in un parlamento contadino traversato dall’aria di boschina)

Facile fare confusione, a vederlo mezzo prete e mezzo rosso.
E sempre con misura. A modo suo.
Da solo in chiesa, mai un’offerta.
Di parole scarse coi compagni, che si chiedevano il perché di tanto incenso, di questa conversione all’improvviso.
Ma era un uomo giusto e c’era da tacere. Aveva anche lui da lavorare. La moglie e un figlio, fatto tardi.

Un figlio piccolino, con un nido di ricci per i merli, e questa faccia lustra di sapone.
Piccolino e s’ammalava spesso.
Se lo portava a scuola, le mattine di pioggia. Se lo asciugava bene, se lo sedeva sopra il banco: gli toglieva le scarpe e le calze. Gli dava un bacio sulla pianta nuda. Il bambino non voleva, ché aveva anche vergogna, ma poi rideva per il solletico: in un attimo aveva calze asciutte e pantofole di panno, uscite dalle tasche di quel padre chioccia.

E poi l’uomo andava in chiesa, se era inverno.
A dire grazie.
Per il fatto di avere il suo bambino.
E la scuola lì vicino.
E un paio di calze di ricambio e un paio di pantofole di panno.
Per il suo bambino.
Che, tutto ben lisciato, senza freddo nei ricci e coi piedi al caldo, avrebbe amato la scuola, i libri, la pioggia, la terra, le strade e l’universo mondo, ‘ancor non nominato’….

Buchi & linee d’aria

05 giovedì Ott 2006

Posted by colfavoredellenebbie in passaggi

≈ 52 commenti

(divagazioni attraverso una siepe)

C’è un’area che sa un poco di mistero, qui, nella strada stretta che porta alla Coop.
Oltre il cimitero, prima della cascina del glicine bianco e delle galline: un quadrato senza grazia e senza cura, ma, a giocarci, sarebbe il paradiso.
C’è da infrattarsi, lì, e da provar paura, c’è da fare le capanne e tentare scoperte avventurose.
A saperla distinguere, al fondo, s’intravede la villa dello zuccherificio, lasciata in un verde fitto che può essere di tiglio e di platano. Anche di acero negundo.
È terra quasi di nessuno, da quando tutto è in vendita o venduto.
Non è dato sapere.
Non protetta, neppure cintata: solo una siepe che si gonfia a contenere gramigne filate in paglia gialla.
Da qualche giorno, divelta in un punto.
Un buco da bambini, piccolo, incerto, pure malfatto, troppo in vista per un’invasione indebita ed adulta… Ce n’eran quattro, corti corti, che scappavano l’altro giorno.
Allora dicevo in casa: che i bambini tornino a prendersi il paese? A marcarlo, a  pezzarlo a macchie e a strisce, come quando giocavi tu?

Più ci penso, più mi pare che il paese, allora, avesse quartieri di strane geometrie.
Forse di cuore. Forse di vita.
Certo, erano linee d’aria.
Non c’era strada capace di tracciarle con la squadra.
Più che luoghi, erano spiazzi di destini: ceste di bambini ragazzi, che giocavano l’un contro l’altro armati. Con la frutta rubata e recinti violati, nel nome di un nome… Quelli di piazza, quelli delle barche, quelli della caserma, quelli del macello, quelli delle sbarre...
I maschi facevano di questa appartenenza un segno.

Noi bambine del viale si era di piazza, ma si sognava quelli del macello, non i piasaròt, troppo chierichetti, sempre all’oratorio, al massimo il pallone…
Quelli del macello erano giustamente lazzaroni, erano grandi e belli, padroni della ferrovia morta che aveva lasciato eredità di rotaie e di carrello.
E il carrello era più di una bicicletta, quasi più di un moschito o di un garelli.
A pompare con le braccia, si arrivava  dalla stazione porto alla stazione vera, fra orti gentili di frutta con le mani svelte, fra bucati stesi e topinambur.
Tutti si sognava un viaggio sul carrello.
E c’erano fitte sassaiole, sfide a s-ciancul baseball dei poveri, per quel mezzo tecnologico avanzato, postazione per bersagli cercati con cura certosina. A delinquere.
Gli scontri poi finivan lì, perché il bagno della sera, gli schiaffi delle madri sulle gambe, quelli rossi con l’impronta a mano aperta, riportavano tutto come prima.
Era un mondo lavato e leggero a riscendere in strada.
Dopo le otto.
Ma, intanto, prima, ogni angolo del paese era stato preso nel profondo, rovesciato come una tasca e occupato.
Conosciuto con la forza del farci delle cose.
Battuto nel suo tempo, quasi cantato a memoria.
Se ne sapevano orti e cancelli, punti di fuga e di occultamento.
Si sapeva la generosità degli alberi e il grado di pazienza dei padroni.
Si sapevano le rive del Po e i fianchi dell’argine.
Si sapeva la frescura della chiesa dopo una corsa e la mappa dell’acqua viva dove potersi lavare.

Adesso i bambini si telefonano.
Abitano il paese. Non lo vivono.
Per questo la speranza può nascere da un buco nella siepe.

Questo blog genera soltanto i "cookie" propri della navigazione sulla piattaforma Wordpress (vedi Privacy Policy di Automattic e Privacy Policy WordPress.org).

Commenti recenti

newwhitebear su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo
Caterina Milanesio su Il circo
Amanda su Il circo
newwhitebear su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo
iorandui su Il circo
colfavoredellenebbie su Il circo

Categorie

  • accompagnamenti
  • Arcipelago delle Finzioni
  • cronache dal terrazzo
  • effetti di lettura
  • etimitìe
  • margini
    • qui da noi
  • pareti
  • passaggi
  • pensieri in fuga
  • qui come altrove
  • resistenza
  • storie di seconda mano
  • Uncategorized

Archivi

  • febbraio 2021
  • novembre 2020
  • aprile 2020
  • marzo 2020
  • febbraio 2020
  • gennaio 2020
  • dicembre 2019
  • novembre 2019
  • ottobre 2019
  • settembre 2019
  • agosto 2019
  • luglio 2019
  • giugno 2019
  • Maggio 2019
  • aprile 2019
  • marzo 2019
  • febbraio 2019
  • gennaio 2019
  • dicembre 2018
  • novembre 2018
  • ottobre 2018
  • settembre 2018
  • agosto 2018
  • luglio 2018
  • giugno 2018
  • Maggio 2018
  • aprile 2018
  • marzo 2018
  • febbraio 2018
  • gennaio 2018
  • ottobre 2017
  • settembre 2017
  • giugno 2017
  • aprile 2017
  • marzo 2017
  • febbraio 2017
  • gennaio 2017
  • dicembre 2016
  • novembre 2016
  • ottobre 2016
  • settembre 2016
  • agosto 2016
  • luglio 2016
  • giugno 2016
  • Maggio 2016
  • aprile 2016
  • marzo 2016
  • febbraio 2016
  • gennaio 2016
  • dicembre 2015
  • novembre 2015
  • ottobre 2015
  • settembre 2015
  • agosto 2015
  • luglio 2015
  • giugno 2015
  • Maggio 2015
  • aprile 2015
  • marzo 2015
  • febbraio 2015
  • gennaio 2015
  • dicembre 2014
  • novembre 2014
  • ottobre 2014
  • settembre 2014
  • agosto 2014
  • luglio 2014
  • aprile 2014
  • marzo 2014
  • febbraio 2014
  • gennaio 2014
  • dicembre 2013
  • novembre 2013
  • ottobre 2013
  • settembre 2013
  • agosto 2013
  • luglio 2013
  • giugno 2013
  • Maggio 2013
  • marzo 2013
  • febbraio 2013
  • gennaio 2013
  • dicembre 2012
  • novembre 2012
  • ottobre 2012
  • settembre 2012
  • agosto 2012
  • luglio 2012
  • giugno 2012
  • Maggio 2012
  • aprile 2012
  • marzo 2012
  • febbraio 2012
  • gennaio 2012
  • dicembre 2011
  • novembre 2011
  • ottobre 2011
  • settembre 2011
  • agosto 2011
  • luglio 2011
  • giugno 2011
  • Maggio 2011
  • aprile 2011
  • marzo 2011
  • febbraio 2011
  • gennaio 2011
  • dicembre 2010
  • novembre 2010
  • ottobre 2010
  • settembre 2010
  • agosto 2010
  • luglio 2010
  • giugno 2010
  • aprile 2010
  • marzo 2010
  • febbraio 2010
  • gennaio 2010
  • dicembre 2009
  • novembre 2009
  • ottobre 2009
  • settembre 2009
  • agosto 2009
  • luglio 2009
  • giugno 2009
  • Maggio 2009
  • marzo 2009
  • febbraio 2009
  • gennaio 2009
  • dicembre 2008
  • novembre 2008
  • ottobre 2008
  • settembre 2008
  • agosto 2008
  • luglio 2008
  • giugno 2008
  • Maggio 2008
  • aprile 2008
  • marzo 2008
  • febbraio 2008
  • gennaio 2008
  • dicembre 2007
  • novembre 2007
  • ottobre 2007
  • settembre 2007
  • agosto 2007
  • luglio 2007
  • giugno 2007
  • Maggio 2007
  • aprile 2007
  • marzo 2007
  • febbraio 2007
  • gennaio 2007
  • dicembre 2006
  • novembre 2006
  • ottobre 2006
  • settembre 2006
  • agosto 2006
  • luglio 2006
  • giugno 2006
  • Maggio 2006
  • aprile 2006
  • marzo 2006
  • febbraio 2006
  • gennaio 2006
  • dicembre 2005
  • novembre 2005
  • ottobre 2005
  • settembre 2005
  • agosto 2005
  • luglio 2005
  • giugno 2005
  • Maggio 2005
  • aprile 2005
  • marzo 2005
  • febbraio 2005
  • gennaio 2005
  • dicembre 2004
  • novembre 2004
  • ottobre 2004
  • settembre 2004
  • agosto 2004
  • luglio 2004
  • giugno 2004
  • Maggio 2004
  • aprile 2004
  • marzo 2004
  • febbraio 2004
  • gennaio 2004
  • dicembre 2003
  • novembre 2003
  • ottobre 2003
  • settembre 2003

altervista

  • cochina63
  • farolit
  • naima
  • Pattinando
  • quellache
  • Rififi

blogspot

  • albafucens
  • amanda
  • annamaria
  • caprette
  • cesy
  • clelia
  • contes de chaque jour di deli
  • Elisabetta
  • facco
  • flaviablog
  • Gardenia
  • giorgioflavio
  • giuba47
  • habanera
  • isabel49
  • katherinem
  • la scia di sofia
  • lebufaledigrumonevano
  • lis
  • lisoco
  • Medicineman
  • Mirella
  • ovidio
  • pensareinunaltraluce
  • primocasalini
  • rossana massa
  • stefanopz
  • themiracle2
  • themiracleman
  • zingarofelice
  • zio Scriba

iobloggo

  • alphac2
  • arturscantini
  • dolittle
  • Farsergio
  • gretsch
  • katherine2
  • Nic
  • nuova (fiordiloto)
  • portamivia
  • sabrinamanca
  • tristano
  • zop

kataweb

  • maxdreamer2

myblog

  • notimetolose
  • nowhereman

splinder... e poi?

  • anandamide
  • annie
  • battello
  • clodclod
  • Daniela Raimondi
  • ella
  • ellie
  • ermione64
  • florit
  • giustosentimento
  • grazia
  • griza
  • hanna
  • heteronymos
  • hladik
  • Ihadadream
  • Il signor Effe
  • infabula
  • invincibile
  • junco
  • ladritta
  • livio
  • madmapelli
  • mammalara
  • melpunk
  • melusina
  • milosz
  • miskin
  • mrka
  • multiversum
  • PaoloGalloni
  • parnaso
  • proibito
  • riccionascosto
  • sette
  • sfirzy
  • sirenetta
  • Sometime
  • speedo
  • triana
  • Uomoecane

web

  • aquatarkus
  • briciolanellatte
  • cigale
  • Giovanni Monasteri proteus
  • harmonia
  • ibridi
  • Sabrina Campolongo

wp

  • affabulare
  • aitan
  • amfortas
  • annaritaverzola
  • arden
  • Arimane
  • astrogigi
  • astrokudra
  • bakaneKO
  • Barche2
  • Barchedicarta
  • biancanera
  • birambai
  • blog&nuvole
  • blogosteria di Amalia
  • brigida
  • cafebistrot
  • caracaterina
  • carriego
  • carroditespi
  • cartesensibili
  • cartografifolli
  • cartuscelle
  • cato / sicuterat
  • celestemateria
  • chiamamip
  • Chicca
  • cicabu
  • comunitprovvisorie
  • cristinabove
  • cronomoto
  • dado
  • dodo712
  • evacarriego
  • falconiere
  • Farsergio
  • federico
  • feritinvisibili
  • flor
  • Franz
  • Gardenia
  • germogliare
  • guido mura
  • IdaKrot
  • irazoqui
  • letturedielisabetta
  • linodigianni
  • madeinfranca
  • maicol
  • maicol
  • mammagiovanna
  • manginobrioches
  • marosit
  • massimolaspina
  • melogrande
  • mezzaluna
  • microcenturie
  • mics2
  • mitedora
  • musette
  • musicamauro
  • Nerina Garofalo
  • newwhitebear
  • Nic
  • Orasesta
  • petarda
  • Piero
  • pispa
  • poetella
  • quaestio
  • raggiante
  • remobassini
  • rex
  • robertomeister
  • scrignutella
  • senza
  • sgnapisvirgola
  • Simonetta
  • Skipper
  • squilibri
  • stepa
  • terrabrasilis
  • tony
  • ubaldo riccobono
  • varasca
  • verastazioncina
  • zaritmac

Meta

  • Registrati
  • Accedi
  • Flusso di pubblicazione
  • Feed dei commenti
  • WordPress.com

Blog su WordPress.com.

Privacy e cookie: Questo sito utilizza cookie. Continuando a utilizzare questo sito web, si accetta l’utilizzo dei cookie.
Per ulteriori informazioni, anche sul controllo dei cookie, leggi qui: Informativa sui cookie
  • Segui Siti che segui
    • colfavoredellenebbie
    • Segui assieme ad altri 320 follower
    • Hai già un account WordPress.com? Accedi ora.
    • colfavoredellenebbie
    • Personalizza
    • Segui Siti che segui
    • Registrati
    • Accedi
    • Segnala questo contenuto
    • Visualizza il sito nel Reader
    • Gestisci gli abbonamenti
    • Riduci la barra