Fiori e cespugli sul terrazzo hanno un’aureola fatta di vapore iridescente.
Avrei voglia di fermare questo spigolo di luce, in questa mattina galleggiante di fumanela.
La fumanela è quasi uno stato d’animo qui: è poco corpo per essere “cosa” ma è presenza fra gli occhi e l’ ‘oltre’.
Non può essere ignorata.
È caligine diluita che resta sui capelli, condensa gentile.
Impossibile chiamarla nebbia. La nebbia sa di altro, ancora.
Questa è solo incertezza dei bordi, instabilità delle cose.
La fumanela può diventare il sole giallino di adesso o ingrottarsi, scura, nel pomeriggio che vien giù veloce.
Adesso è luce, che si promette almeno per qualche ora. Chiarore a termine.
In bilico.
Sudori ereditati dall’estate appena finita e messaggi di freddo.
Intanto la vite americana impazza, sotto casa.
E la tortora, ipnotizzata, naufraga in una colata bordeaux.