Le idee vendicative, chiamate a raccolta sotto un ombrellone a righe bianche e verdi, arrivarono sudate e un po’ cattive, al crepuscolo.
C’era da decider delle cose.
Pensare al qui e al là, con la testa persa nell’aria nuova del mare e nella preoccupazione della camerata, del bagno, della mensa, degli altri da guardare in faccia.
Su tutto, a ronzare come un calabrone, la voglia di dispetto.
C’è da sapere che a casamia solo due cose erano guardate con lo schifo: la gomma da masticare e gli orecchini messi alle bambine.
La prima era considerata troppo americana e poco sana.
Secondo la Dina mianonna, a furia di masticar saliva, s’incantava il cervello. Delle belle albicocche, veh…
Per mio nonno, invece, la questione era di principio. La cicca era una imbroglia-stomaco a tradimento; faceva uscir di casa i succhi che abitavano nei dintorni: poveri, arrivavano tutti contenti, dicendo ‘qui si sta mangiando qui si sta mangiando’, nella speranza di un crostino di pane, invece non trovavano niente, così diventavano acidi e facevano venire il brusacoeur.
Con tutto ‘sto teatro nello stomaco, c’era poco da provare.
L’altro tabù era finemente estetico: le bambine piccole, tutte infiocchettate d’oro, secondo le donne di casa, erano molto brutte, come delle vecchine formato mignon. Guai a bucar le orecchie, guai a infilar orecchini, guai.
Bene, la vendetta sarebbe passata di lì, tanto per cominciare.
Dopo una cena volutamente saltata e una nottata su un materasso di antiche umidità, la prima mattina di mare comprai in spiaggia la cosa più vicina agli orecchini e più lontana dai gusti familiari: una collanina di conchiglie piccole e di grani celesti.
‘Non farle prendere l’acqua’ disse l’uomo che vendeva le cose.
(In effetti, ubbidiente, per quindici giorni non mi lavai il collo nell’area impreziosita)
E poi.
E poi subito, la stessa mattina, esaurii le mie finanze e feci il secondo investimento (differenziato): comprai dieci, forse dodici, quadratini di gomma, dei dadi rosa mono-gusto, che sapevano di cipria zuccherata e di fragola, un po’, e di caramella, un po’.
Con calma determinazione li infilai in bocca, tutti.
Effetto impastatrice intasata.
Mica riuscivo a masticare (neanche a parlare, neanche a respirare bene, se è per quello…): a guance gonfie come una criceta obesa, potevo solo mandar giù, ogni tanto, un po’ di saliva. Dolce.
Si sparse la voce: la bambina muta aveva mangiato un sacco di cicche e adesso le aveva tutte in bocca.
A semicerchio le altre guardavano con occhi sgranati la criceta umana.
-Buone?- chiedevano.
Io facevo sì sì con la testa, molto felice.
-Sputa- dicevano le signorine vigilantes spazientite.
Io facevo no no con la testa, molto felice.
Ci pensò, dopo un po’, la bambina spilungona del gruppo a farmi cambiare idea, chè tanto le ganasce cominciavano pure a farmi male.
-Lo sai neh che santa lucia non esiste e che è tua mamma. Anche la befana- mi sibilò nell’orecchio, viperina.
Io naturalmente non sapevo.
La faccenda andava approfondita a voce e nello scambio: una tragedia nella tragedia.
Dopo una complicata operazione di estrazione ciccosa, cominciai a chiedere per capire bene. Per la befana, pazienza, ma, per santa lucia che la notte del 12 dicembre portava i doni con l’asino e tutto quanto, era dolore grande. Dunque vero niente: le letterine sante sul davanzale della cucina, i campanellini santi nel buio, i regali santi….macchè, solo cospirazioni casalinghe.
Vero che la solidarietà nasce dalla sofferenza: più debole dopo questa rivelazione, ancora più offesa con le donne di casa (non solo mandata in colonia, ma pure imbrogliata per una vita) mi avvicinai alle altre.
Lo scambio fu proficuo.
Imparai altre cose interessanti: il gioco con i cinque ossi di pesca appoggiati sulla sabbia, da far saltare e acchiappare per aria, alcune parolacce necessarie e significative, una conta (unci dunci trinci quari quarinci meri merinci un franc gess) e il passa zoccolo danzato con le mani…
Robe belle.
A casa non pensai più. Neanche scrivevo.
– Ninina, stai bene? Mangi? Ti diverti? Cosa ti manca di casa?
La voce della Rosa miamamma, preoccupata dei miei silenzi, arrivò una sera nel telefono della direttrice.
-Il panettone Pineta- risposi all’ultima domanda. Perché il panettone Pineta, un mattone molle e rettangolare che sapeva di panettone vero con tante uvette e pochi canditi, era una cosa meravigliosa. Si tagliava a fette: certi quadrati cedevoli e umidicci, morbidi morbidi, che si potevano arrotolare a fingere sigari di panettone o spiaccicare bene bene con le mani così diventavano ancora più larghi e sottili. Era meglio della gomma da masticare: in bocca resisteva uguale.
La mattina dopo, l’apparizione.
Reduce dal caffelatte con l’orzo, in fila per andare in spiaggia, pagliaccetto munita, vidi, incollate alla rete come alla grata di un confessionale, due sagome familiari che facevano cenno con la mano e chiamavano il mio nome.
La Dina mianonna e il mio zio preferito, bello e geometra.
Mi avevano portato il panettone Pineta. Anzi due. Tagliati a fette.
Venuti apposta.
Sentirsi amati riconcilia con la vita. Anche con la colonia.
Ora non era più così terribile sfilare, scorrendo lungo la tavolata, a fianco di piatti di minestra rossa e schifa, grondante di pomodoro.
In tasca avevo una fetta di panettone Pineta.
Antidoto molliccio a effetto rapido.
Felicità arrotolabile.
A lenta cessione di briciole. Nel tempo.
Ne facessero ancora…
colfavoredellenebbie ha detto:
E’ il giorno: si va.
Un abbraccio grande ma di breve durata (a 40 gradi all’ombra tutto è troppo)
Mi scuso per i commenti cui non sono riuscita a rispondere.
Mi scuso per la latitanza nel blog degli amici, in cui desidererei così tanto andare a leggere e lasciare un segno di condivisione…., ma le valigie aperte sono come il ventre di Giona: inghiottono :)
Un saluto d’affetto e un arrivederci a presto.
zena
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lapardaflora ha detto:
per quando torni: l’opinione di tuo nonno era condivisa da un mio caro amico. Secondo lui i succhi gastrici erano come quelli del piano di sotto, che sentono che di sopra c’è una festa rumorosa, ma nessuno li ha invitati e s’inc….mmmmm
buffo ritrovarla qui.
Buon viaggio e un abbraccio (nan prandete freddo, eh, mi raccamando)
:-)
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colfavoredellenebbie ha detto:
Ciao Cara Laparda: abbraccio alla R****** :)
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arden ha detto:
Sulle gomme io sono d’accordissimo con tuo nonno e il suo teatro dei succhi gastrici.
Sugli orecchini era d’accordo mia mamma. Ma perché la considerava barbarie, come l’anello al naso (non è poi vissuta abbastanza da vederli sul serio gli anelli al naso;-))
Zena carissima, ci hai qui lasciato un post stupendo da riassaporare e conservare durante la tua assenza: una specie di delizioso panettone Pineta tutto per noi.
Grazie infinite (e buone vacanze:-)).
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Fiorile ha detto:
cicche, babyorecchini e collanine stile madonniana di loreto (così la mater..) tutto identico con casamia. Lo straordinario Z. cara è il pezzo di panettone in tasca …ma ti diràò quando tornerai . Baci :)
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Pattinando ha detto:
Carissima Zena, un affettuoso baciotto per questi giorni di vacanza che ti porteranno lontano ma non dal cuore. Baciotto grande :-).
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BibliotecadeBabel ha detto:
Arrivo tardi per infilare il mio saluto nel tuo bagaglio, ma trovo il tuo messaggio e quell’abbraccio che somiglia tanto alla fetta di panettone. Lo porto in tasca, finché torni, dura eccome… :)
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madmapelli ha detto:
un abbraccio e a presto!
mad
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astrogigi ha detto:
salutaci il fresco !!!!!!!!!!!!!!!
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junco ha detto:
Anche da me, divieto assoluto per le gomme da masticare. Mio padre: “L’essere umano non è un ruminante”. La spiegazione dei succhi gastrici che si scatenano veniva dispensata con i particolari scientificamente provati. “Noi non siamo americani”, tra l’altro. E neppure inglesi. Ci metteva pure quelli, che gli rubarono tutta la libreria (per fare che?) quando lo spedirono in Africa, problemini col Regime.
Di buchi ai lobi delle mie sorelle, non se ne parlava. E su quell’interdizione, fui frenato anch’io, per anni, a farmi un grande buco per un grande anello aureo da pirata al lobo destro. Ah, la famiglia, gli ostacoli che frappone. Tali che ancora, benché orfano, sono privato da me stesso all’orecchino grande, me lo sogno, però, me lo sogno.
Le gomme proibite, trasgressione fatta, me le donava alle elementari una bambina, generosa.
Corsi e ricorsi. Anche ai miei alunni è vietato masticare gomme in classe. Motivo:
Primo, “l’essere umano non è un ruminante”, secondo, “i succhi gastrici”.
Sul modello americano, celio, non lo tiro in ballo, per biechi interessi etico-politico-internazional-mondiali.
Buon viaggio, sia prospero il vento e placida l’onda.
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eccemarco ha detto:
ciao “colfavor”, salutami le acque linde (se ho capito bene)… io ancora a friggermi a milano x altri dieci giorni!!!!
snort.
baci
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farolit ha detto:
Brava zenina e la ruminante revancha! L’orgoglio fu recuperato insieme alla consapevolezza del “complotto” degli adulti.
Gli adulti che ti fregano e che sanno amarti cioè sanno farti sentire amato.
Sentirsi amati riconcilia con tutto.
E’ la panacea.
O.T
E le valigie aperte sono tanto, sono aspettativa, intezione, speranza, timore, prudenza, previsione, ambizione, augurio, imprevisto… attesa ricompensata.
Le valigie aperte sono già viaggio.
:-)
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Pattinando ha detto:
Baciotto, vista salpare :-).
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farsergio ha detto:
Come diceva Leopardi “…il sentimento della vendetta è così grato, che spesso si desidera d’essere ingiuriato per potersi vendicare…”; dolce, in tutti i sensi, è stata la tua vendetta nei confronti della famiglia, che di sicuro era più infelice di te in quei momenti.
La mia colonia è stata il campeggio scout, prima come “lupetto” e poi come “esploratore”, ed erano momenti attesi e non contestati, addolciti da grandi tubetti di bianco e dolce latte condensato (marcati Pontificia Opera di Assistenza) e appunto appiccicose e meravigliose fette di… Panettone Pineta.
Buone ferie
Farsergio
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dodo712 ha detto:
Ma esiste ancora questo panettone Pineta?
Un saluto e buone vacanze.
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Bostonian ha detto:
il “brusacoeur”…. e io che mi chiedevo da dove venisse l’inglese “heartburn” per indicare l’acidità di stomaco….
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Pattinando ha detto:
Baciotto Zena, vista in navigazione, temperatura fresca 16,7 °C :-) (qui si boccheggia), mare calmo cielo leggermente nuvoloso :-). Baciotto*
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IdaKrot ha detto:
Buona vacanza,ci mancherai!
Bello e saporoso il tuo scritto e ricco di quella allegria sana e buona come il pane e non solo di grano duro,Ida
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sGrethel ha detto:
caspita, ho avuto un flash! anche da me erano bandite le gomme e gli orecchini, ma anche le collane e i braccialetti che si possono impigliare e la bimba si può strozzare ma ancora i vestitini rosa “non è mica una barbie”. Mia madre era davvero alternativa. :P
ciao, bello qui
sG.
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pispa ha detto:
mi piacciono così tanto le cose che racconti, che vorrei metterti tra i blog linkati, così è più comodo leggerti.
posso o ti secca ? :)
ciao e grazie
pispa
ps: mai stata in colonia, noi eravamo già una colonia numericamente parlando; così costava meno spedirci dalle zie zitelle in campagna.
una specie di colonia un po’ più affettuosa immagino :)
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BibliotecadeBabel ha detto:
Junco, ma tuo padre e mio padre si conoscevano? Le ragioni mi suonano sin troppo familiari, direi quasi alla lettera. :)
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facc8 ha detto:
Le mie esperienze di colonie, numerose, dimenticate. Ora mi riaffiorano. Le giornate tristi davanti a un mare grigio. Un mare lontano: eravamo rinchiusi in un recinto a venti metri dall’acqua. Per un piccolo raffreddore, un anno ho potuto fare solo due bagni da 10 minuti l’uno, gli altri mi erano preclusi per precauzione… Vecchi sadismi, vecchie educazioni. Una opportunità stupenda come una vita comunitaria al mare si trasformava, come dici mirabilmente, dall’avvento funesto della colonia.
E oggi? Come vivono oggi i bambini la loro estate? Cosa colma il vuoto lasciato da questa esperienza? Mah
Bacioni dal (tornato) zingarofelice.
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cf05103025 ha detto:
Sono arrivato in ritardo
e tui sei partita ma poi ritorni, o Zena,
bella storia e
bel regalo,
i modestamente di cicche o cikles ne mangiavo un casino di nascosto
(da scundùn),
pure apertamente da mia zia che aveva tabaccheria e facevo clak su una leva di una sfera di vetro piena di palline colorate e veniva giù una pallina/cikles che poi non era mica tanto buona che meglio erano dei cikles americani che avevano portato gli americani e si chiamavano, apposta, Chiclet’s, ma quelli costavano, orca…
Invece di buchi agli orecchi io non me ne sono mai fatti, invece mio bisnonno Celeste, sì, lui portava un orecchino d’oro, anche una sciarpa rossa alla vita, la domenica, essendo uomo di mondo che aveva fatto la guerra contro il brigantaggio nel Meridione, ma io non l’ho mai visto, solo una foto, aveva il pizzo e i baffi bianchi ed era tipo fierissimo.
Mario
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MIRELLADEPARIS ha detto:
Un bel leggere qui, sempre, cara Zena, buona vacanza!
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vera.stazioncina ha detto:
felicità arrotolabile:-)))
sai che anche a casamia la gomma e gli orecchini avevano lo stesso giudizio severo che avevano a casatua? ma era la stessacasa?;-)
un sorriso
veradafne
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Deli ha detto:
:-)
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pennastilo ha detto:
Quanti ricordi…
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Ihadadream ha detto:
leggo il post mentre tu sei via ed è un modo per sentirti vicina.
Mi hai fatto venire la curiosità e la voglia di panettone pineta. ma davvero non lo fanno più?!
Un abbraccione.
Anna
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lapardaflora ha detto:
ciao Zena e Lino, buon ritorno e buon tutto, con grande affetto
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nowhereman1 ha detto:
La canicola estiva fa vaporare i ricordi come un alito della terra, e alcuni li estirpa da veri abissi di cui ci si dimenticava l’esistenza. Al solito leggerti è assistere a queste scenografie del passato come andando a uno spettacolo, anzi meglio, come leggere un vecchio libro in cui avevamo lasciato il segno senza avere ancora perso il filo del racconto. Buon agosto
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Pattinando ha detto:
Ciao Zena, vista in sosta a Oslo, giornata decisamente bella, temperatura estiva e poca umidità, Baciotto*
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Fiorile ha detto:
un bacio a voi dalla “colonia” di casa mia …:))
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colfavoredellenebbie ha detto:
tornata :))
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usermax ha detto:
tornata, neh?
un bacio, buonanotte, M.
:)
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colfavoredellenebbie ha detto:
ora, caro max …e mica si poteva non dare un’occhiatina…
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cicabu ha detto:
Buone vacanze Col..io sono tornata ma ripartirò ancora penso prima di ferragosto..qui il caldo è esagerato..la pianura in estate diventa invivibile..in un appartamento poi è ancora peggio..
Che meraviglia leggere i tuoi ricordi di bambina..non sono mai andata in colonia ma ricordo le gomme rosa profumate e appiccicose e la mania per gli orecchini tipica di quell’epoca alla quale per fortuna non fui sottoposta…baciotti grandi..ciaoooo^^
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mammagiovanna ha detto:
…rilassati tesoro e grazie per le carezze che ci hai elargito a grandi braccia! Con affetto fraterno
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Grazia ha detto:
buon agosto
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Deli ha detto:
Abbracciooooooo :-) :-)
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Fiorile ha detto:
puriooooooooooo:))))
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cf05103025 ha detto:
Sono contento che sei tornata bene bene,
ma, poi, ci farai un resoconto dettagliatissimo delle contrade vichinghe, neh?!
Mario
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cigale ha detto:
Splendide queste memorie di colonie estive e gli aneddoti che inanelli con tanto gusto e dolcezza.
Mi ci ritrovo. Andai in colonia solo una volta, a Milano Marittima, e fu un’esperienza terribile che ho in gran parte rimosso.
Un beso e buona continuazione d’estate.
8-)
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Pattinando ha detto:
Baciotto e bentornata :-).
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ermione64 ha detto:
I ricordi fanno parte delle nostre radici. A presto cara, un bacio e buone vacanze.
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stepa ha detto:
Bentornata!!!
Abbraccio.
S.
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ladritta ha detto:
altre perle, mia cara. vogliamo altre perle…
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Gretsch ha detto:
Bentornati :-)
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charm ha detto:
i tuoi passaggi, anche se rapidi, lasciano sempre il segno. Grazie!
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linodigianni ha detto:
Col,è arrivata la statua 2mx2 di C.Andersen,in granito danese.Non dovevate disturbarvi cosi..Attualmente,sto studiando il metodo delle piramidi,per portarlo su al 5 piano
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colfavoredellenebbie ha detto:
:)) Lino, e il fiordo di plastica dura, scala 1 a 1 è arrivato? chè comincio a preoccuparmi :)))
ps) sono una viaggiatrice che non manda cartoline… è grave?
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linodigianni ha detto:
no, il fiordo, no, non ancora.Devo ritirare una iscrizione in marmo, scalpellinata e in originale.Non ho capito il mittente, ma ho pensato a Linotuomarito,sbagliavo?(si intuisce solo, dalla scrittura runica, divorzio..)
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colfavoredellenebbie ha detto:
ma se mi sono comportata benissimo in vacanza: silenziosa, autonoma, mai un malino neppure piccolo, mai un presentimento che a casa fosse successo un evento nefasto, mai un ritardo…
perchè nessuno mi crede?
:))))
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farsergio ha detto:
bentornata
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Fiorile ha detto:
(neanche io mando cartoline, anzi no, per essere precisi, le compero, le scrivo, ci appiccico su il francobollo ma non le spedisco…) ciao cara :)
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blancoebleu ha detto:
Letto tutto, arretrati compresi, trovando il piacere di leggere a prescindere dall’argomento, che è poi il piacere che cerco quando leggo. L’argomento è un mezzo, come la penna e la carta, come la tela e i colori, come il pianoforte o il marmo o il carboncino. Il risultato dipende dal saperci mettere l’anima e fare in modo che arrivi.
Grazie, Zè, un bacio.
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arden ha detto:
Bentornata:-))
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carlix ha detto:
Anch’io ho conosciuto la colonia, avevo 5 anni la prima volta che sono stata “imbarcata ” per Cattolica ,perchè dal paese bisognava scappare, i primi casi di poliomelite avevano colpito alcune mie coetanee; non è finita lì ,anche l’anno successivo e quello ancora fino all’età di 12 anni….
Carla
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