E ci sono le storie di Po.
Sono storie di gorgo e di riva, di sole e di nebbia.
Le tiene l’uomo col cane, che cammina cammina sull’argine.
Vede il Po quando è ruga magra d’estate, spiaggia di  zampine d’airone e spire di cappe (lente) di fiume, segrete talpe di sabbia.
Vede il Po quando è gufo che gonfia le ali in autunno e ha voce bagnata e dà righe di muschio ai pioppi.
L’uomo col cane cammina cammina e sa le storie del fiume, che prende chi nuota con mani di acqua e tira al fondo, senza restituire.
Sa le storie che si contano in piazza, ma  che nascono a riva, a occhi chiusi, in incontri fugaci, che lasciano rossa la pelle e il cuore sospeso.
Le sponde di Po sono ceste di bisbigli, la sera, a saperle ascoltare.
L’uomo col cane cammina cammina e non dice.
Solo una notte, alle parole che mossero il  cespuglio di madresilvia, alla risata che pigolò a riva, rispose col nome di una donna.
E si allontanò.