Pensavo, nei giorni scorsi, che sono spariti i campanellini di Santa Lucia.
L’aria è rimasta ferma anche nelle sere attorno al dodici di dicembre.
Da bambini si preparava il cuore, al primo buio: c’era da captare l’arrivo di quel pigolio tintinnante sotto le finestre, un suono di brina, se la brina ne avesse uno. Diceva di una Santa Lucia che si avvicinava e poteva mostrare, nell’angolo del vetro socchiuso, la sua piccola mano guantata di pizzo.
I campanellini attraversavano il freddo e la nebbia per costruire la promessa della festa, col suo sciame di batticuori, di biglietti trovati sui davanzali e sicuramente spediti da un altrove profumato di borotalco.
Santa Lucia era in realtà non l’arrivo dei doni, ma questo apprendistato all’attesa, al proiettarsi verso…
Credo che imparare ad attendere sia uno dei riti di passaggio. Fra età.
Bambini, non si ha la pazienza dell’indugio, si ha l’impazienza del ‘subito’.
Così difficile dosare il tempo. Così difficile restare sulla soglia delle cose, sulla traccia del nuovo.
Dopo lo capiamo.
Capiamo, crescendo, che noi attendiamo per tutta la vita.
In una impercettibile inarcatura interiore.
Resistenza della speranza, direbbe qualcuno.
Campanellini
15 mercoledì Dic 2010
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barchedicarta ha detto:
resistiamo come partigiane sui monti della speranza …
ancora una volta muovi ricordi
mia cara zena
santa lucia la prottetrice degli occhi
io che sono mezza cieca ci ho sempre creduto
abbraccio e buonanotte
chi a Po l'è tutto duro giassà…..
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colfavoredellenebbie ha detto:
Di quelle notti di attesa io ricordo il respiro della casa, tutt'uno con quello della stufa. Poi il sonno vinceva ogni cosa, anche la curiosità. E la mattina, però, il crocchiare della carta dei pacchetti in fondo al letto diceva che qualcosa era successo. Ciao, cara Barchetta:), buon Po gelato.
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marosit ha detto:
Tempo fa, in questo scorcio di Po visitata da sempre da santa Lucia, i Grandi Difensori della Sacra Tradizione Padana hanno inventato la passeggiata della santa (almeno) la domenica precedente il 13 dicembre, nel centro della città. Ha l'asino, il carreto con dei pacchetti… e il viso velato. Gli occhi nascosti. Capisci? LEI che non vede, in fondo. Secondo la tradizione sono i bambini che non devono MAI vederla. Prova di "fede".
Ovvero, di speranza.
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elis_mr ha detto:
Proprio così cara Zena, Resistenza della speranza, ciò che ci aiuta a sopravvivere.
I tuoi Campanellini mi hanno dato un po' di gioia.
Abbraccio beneaugurante!
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farsergio ha detto:
Ciao Zena (e L.),
leggo sempre con piacere le tue pagine, anche se la pigrizia spesso mi frena nel commentarle!
Santa Lucia non ha mai fatto parte della mia tradizione (abruzzese…), il giorno dei doni era solo Natale con l'arrivo del Bambinello, ma ricordo con nostalgia tutto ciò che ormai si è perso nelle nebbie del tempo.
A volte mi dispiace quando vedo che nuove tradizioni importate vengono sovrapposte alle nostre in nome del progresso, e che questi cambiamenti vengono favoriti da chi (la scuola) dovrebbe invece fare da promotore della nostra cultura, che tristezza vedere scolaresche intere percorrere le strade del paese mascherate da halloweeen o cantare la Chiarastella al ritmo di gingle bell!
Un abbraccio caldo caldo (anche se fuori siamo a -2)
S e M
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cristinabove ha detto:
"In una impercettibile inarcatura interiore."
ecco come avviene che diventa arcobaleni…
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cicabu ha detto:
La speranza è l'ultima a morire..
Ciao Col..buon we…^^
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RexEverything ha detto:
attendiamo tutta la vita.
eppure tutti odiano attendere.
preferiscono morder via un boccone, piuttosto che attendere il realizzarsi di un evento, nella sua compiutezza.
perché?
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Atward ha detto:
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… e poi si torna a sperare, non solo a santa Lucia, ed è bello resistere, forse aiuta ad invecchiare, chissà!?
Ciao, Zena, a presto
dado
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colfavoredellenebbie ha detto:
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cara Marosit, si cerca di spettacolizzare ogni cosa, reinventando nel segno del cattivo gusto. C'è invece una pagina molto bella di Mario Lodi, dedicata a santa Lucia. C'è che l'infanzia ha bisogno di qualcosa di nouminoso, anche se la dote che porta in regalo è fatta di mandarini e di pezzetti di mela abbrustolita. Dico questo non per nostalgia ma per constatare che abbiamo interrotto il ciclo della perla: quello delle donazioni di senso, strato su strato. Adesso tiriamo via, perdiamo. Anche la memoria.
Ciao, molto cara.
§§
cara Elis, questa idea della resistenza della speranza viene da un grande uomo: Luisito Bianchi. C'è una poesia dedicata al gelso che dà il senso giusto di quello che vorrei dire: attesa come fiducia e come persistenza della fiducia. Appunto. Ciao, con affetto.
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caro Sergio, riappari con la galaverna:) Stamattina si andava in giro per il primo vero spettacolo d'inverno: tutto bianco qui, ma con sfumature così diverse da sembrare a colori. E allora abbiamo pensato ai tuoi posti: mai visto il delta brinato. Bisognerà provvedere. Intanto è cosa buona che voi arriviate fin qui, quanto prima:) Un abbraccio a te e a M. e sorelle. Con affetto.
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cara Cristina, chissà: forse davvero l'arcobaleno nasce come inarcatura affermativa della speranza. Lo dice la luce, lo dice la fiaba della pignatta d'oro. A volte credo siano le immagini, le analogie, a dare senso al mondo. Un abbraccio.
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colfavoredellenebbie ha detto:
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cara Cicabu, ci vuole un lungo esercizio per coltivarla, non credi? E forse, proprio in virtù di questo sforzo, si insiste a trattenerla…
Un saluto grande.
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eh, Rex, tutti odiano attendere forse perché il tempo è stato monetizzato, costretto a render conto del suo impiego.
Forse perché la fretta è ormai scambiata per efficienza e alimenta la presunzione dell'anticipo.
Forse perché si è più propensi a batterlo, il tempo, che non a scandirlo, a capirlo.
O forse, ancora, perché il boccone morsicato in fretta non fa sentire, almeno all'inizio, la fame dell'intero, e allora illude…
Non so: è una domanda che cammina dentro, la tua.
E tu, cosa ne pensi?
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Edoardo, è un obiettivo condiviso quello di invecchiare, vero? Ci conto.
Un abbraccio. z.
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KatherineM ha detto:
Anche nel mio caso, S. Lucia non ha mai fatto parte delle mie tradizioni, però ho sempre avuto in mente diverse canzoni:
"Il 13 dicembre, Santa Lucia,
è il giorno più importante che ci sia.
Quel giorno di dicembre io ho capito
che un uomo senza amore è già finito.
"Sul mare luccica
l'astro d'argento,
placida è l'onda
prospero è il vento.
Venite all'agile
barchetta mia!
Santa Lucia,
Santa Lucia!
"Santa Lucia,
per tutti quelli che hanno occhi
e un cuore che non basta agli occhi
e per la tranquillità
di chi va per mare
e per ogni lacrima sul tuo vestito,
per chi non ha capito."
L'attesa…i giovani oggi non sanno più aspettare. Vogliono tutto e subito. Noi sappiamo aspettare un po' di più…sappiamo che, dopo una lunga attesa, l'incontro è molto più bello, perchè tanto desiderato. E poi si ricomincia ad attendere, mentre la vita scorre velocemente, sempre avanti…
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Luciano47 ha detto:
Tutto il tempo è diventato presente, i gesti non lo separano più negli intervalli di attese dove far germogliare i sogni.
Capiamo, crescendo, che l'erba voglio è tutta bruciata lasciando una cenere
di speranze.
Un saluto e Buon …
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Gardenia ha detto:
Sì, amica mia, ostinata resistenza della speranza, espressa nella tua consueta prosa aerea, dotata di levitas.
Bacio.
grazia
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Deli ha detto:
Nell'attesa vi è una dolcezza che occorre imparare ad assaporare :-)
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sistercesy ha detto:
ricordo quelle attese,
l'andare a dormire in fretta con la paura di poter incontrare la santa.
una paura tangibile da far si che ogni suono di campanello ci si ficcava ancora più a fondo sotto le coperte.
e fa niente se alla mattina era solo un arancio e 4 noci a far magra figura di un'attesa durata tanto,
emozioni vere a leggerti,
grazie, grazie di cuore
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colfavoredellenebbie ha detto:
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cara Katherine, grazie per tuo passaggio di canzoni e poesie. Spiace che i piccoli perdano momenti di intimità col fantastico: non li ritroveranno più, purtroppo e neppure il sapore di quella attesa. Un saluto grande.
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gentile Luciano, sono d'accordo, su tutto il fronte. Spaventa che si perdano gli intervalli, in questo 'eterno presente' in cui è sempre l'ora del tè, da rincorrere attorno ad un tavolo. Un caro saluto…
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Ostinatissima, cara Gardenia, anche se messa costantemente alla prova: sulla gentilezza della vita ci sarebbe da dire, un bel po':)))) Un abbraccio affettuosissimo.
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Sì, Deli, proprio così: una dolcezza profumata di cannella, come un certo tè che mi sta facendo compagnia, in questi giorni. Dipendenza nuova:)))
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cara Cesy, il regalo più bello erano i libri: doveva esserci una joint venture familiare per santa lucia… ne arrivavano tantissimi ed erano la mia gioia. Un saluto d'affetto:)
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linodigianni ha detto:
auguri di buoni giorni di lettura e scrittura
c'è un altro cielo,
sempre sereno e bello,
e c'è un'altra luce del sole,
sebbene sia buio là –
non badare alle foreste disseccate, Austin,
non badare ai campi silenziosi –
qui è la piccola foresta
la cui foglia è sempre verde –
qui è un giardino più luminoso –
dove il gelo non è mai stato,
tra i suoi fiori mai appassiti
odo la luminosa ape ronzare,
ti prego, Fratello mio,
vieni nel mio giardino!
Emily Dickinson
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