I ricci lisciati sulla tempia, con il pettinino, lasciavano scoperto un po’ l’orecchio, di orlo sottile e delicato.
Mentre metteva l’orecchino, il collo si piegava in curva dolce, i capelli calati sulla spalla.
Era così bella e giovane, sua mamma.
Tu hai da stare a letto, però le aveva detto. Stretta.
Ma come si faceva?
Da sola, in quelle stanze: la paura sapeva salire per le scale, cavalcando scricchi e cigolii, e poi picchiava al petto.
Lo sapeva, sì, che ad arrivare era solo la vecchia età del legno, non una strega, non un qualche babau tutto imbrinato.
C’è che la paura non sente le ragioni.
Lo sapeva, sì, che in un attimo si poteva uscire: due passi ed eccola in sala, nel teatro che il nonno riscaldava con la stufa grande come il forno.
La Matilde sua nonna pure aveva detto se hai paura traversi il cortile, poi resti lì con me, alla cassa. Stacchi i biglietti tu, che il nonno sarà in chiacchiere…
Ma come si faceva, se l’altra non voleva? Era una maniera per farle litigare (porte sbattute, rinfacci per le stanze, sua mamma a piangere e a dire che non era colpa sua).
La musica arrivò come un invito, assieme ad un grattare, forse di unghie roditrici.
Fu già in piedi, allora, con il vestito buono e i capelli tirati con le dita.
Sua nonna non le disse niente: cominciava a farsi un po’ di gente, sul filo di Amapola, dolcissima Amapola, la sfinge del mio cuore sei tu sola.
Era una festa messa su di fretta, per gentilezza d’una fisarmonica. Ché, poi, bastava un ragazzo in vena di mandòla o Clio, se dal suo violino frizzava quel suono brillantino che metteva ai piedi la voglia di ballare.
La bambina guardò intorno la sala: ai lati fiancate di poltrone, per fare spazio in mezzo, e le assi per terra appena impolverate.
Nascosta fra la tenda rossa, per seguire il ballo uscito dal violino. Maria La-O lasciati baciar Maria La-O tu mi fai sognar…
La vide finalmente, la sua mamma, col vestito di rasone spesso, le stelle, le rose e tante piroette.
Eppure la gente guardava e poi rideva.
Il vestito, i sandali, la zeppa … Andava tutto bene. Persino il cavaliere.
Eppure la gente guardava e poi rideva.
Quando nel ballo le giunse da vicino, vide che dietro, proprio sul fianco, anzi più giù, stava incollata una caramella, gialla e rotonda, beffarda e appiccicosa come la risata grassa della gente che ruotava intorno, e guardava e rideva guardava e rideva. Anche il violino sembrava ridere di naso e le luci e le donne poggiate alle poltrone.
La bambina sentì lo schifo in bocca, forse il caldo o la polvere. Forse la vergogna. Anche quella vecchia, di un padre che non c’era e dei silenzi in casa.
E le pareva di vederla, quella mano d’uomo, prendersi confidenza con sua mamma, toccarla per sporcarla con il gesto, un gesto sciocco di sprezzo e derisione .
Solo sperava che sua nonna non vedesse o almeno non dicesse a sua figlia quelle parole brutte, tirate dietro dure come schiaffi.
Sua mamma ballava e non sapeva nulla.
Era così bella e giovane, sua mamma.
Atward ha detto:
A me questo racconto piace proprio e dire della dolcezza o altro mi sembra quasi di fare un torto alla "leggerezza" della tua penna. A me piace gustarli, i tuoi racconti, così come mi piace il frizzantino del vento di primavera.
Buona giornata, Zena
dado
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§
caro Edoardo, mi girava per la testa da tanto tempo, questo racconto: avrei voluto lisciarlo con le mani, tanto mi è cara la storia, così vera…
E' arrivato stanotte, al ritorno dal cinema.
Ho deciso che andrò al cine più spesso:)))
ciau
z
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proesia ha detto:
Una penna eccezionale.
Complimenti!
a.m.
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cristinabove ha detto:
mia mamma cantava Verde luna e somigliava a Rita la rossa.
ma non sapeva ballare, soltanto sorridere con i suoi bellissimi denti.
Incontrò un altro bel sorriso smagliante e… fu l'inizio di una catastrofe.
ma ti ringrazio per avermela fatta ricordare nel pieno della sua splendida giovinezza: io avevo 6 anni, lei 26.
non mi ripeto sulla straordinarietà della tua scrittura, lo sai già cosa ne penso.
un abbraccio
cri
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§
Benvenuta A.M.: un saluto e un grazie per tanta gentilezza. Spero di leggerti ancora.
§§
cara Cristina questa storia mi arriva dai racconti-ricordi di mia mamma: per questo è di seconda mano.
Non l'ho mai visto quel teatro, eppure mi pare di sì.
Grazie per il regalo dei tuoi ricordi…
un saluto d'affetto
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Gretsch ha detto:
Dovunque scava, 'sta donna trova qualche piccolo tesoro. Sarebbe già sufficiente aver cavato dal baule due motivi che le mie zie canticchiavano, proprio Amapola e Maria La-O…
Eh… (sospiro)
Un abbraccio alla mia grande amica Zena.
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marosit ha detto:
"unghie roditrici"… :-)
(ma vogliamo scriverci sopra tutto 'no studio?!…)
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Deli ha detto:
mi chedevo quale cine, che anche a me la tua storia mi ha fatto ricordare qualcosa…
E poi, in successione.In un primo momento mi sono rivista con voi, ad ascoltare quell'imitatore d'Adamo… ricordi? che risa :-)
E poi, pensavo chissà come mai questa mania di marchiarle le donne, per segnarle, se non con una A, almeno con una caramella…E ridere.
Terribile.
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NicDwaRazy ha detto:
e poi arrivi cosi’ con questa bella storia che le tue parole riempie di colore e rende viva cosi viva da sembrare di essere li; se non ci fossi tu Zena non si sognerebbe piu’ ,…. un bacio grande e pieno di bene !
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KatherineM ha detto:
Sembra proprio di vederla quella danza e mi sembra anche di sentire la fisarmonica…i tuoi racconti evocano immagini nitide e fanno rinascere i ricordi.
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NicDwaRazy ha detto:
ben svegliata cara Zena…. oggi sole, il regalo del sabato….un bacino e buon proseguimento di giornata….
;)
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§
ciao Gretsch: le nostre mamme e zie sicuramente hanno canzoni in comune. A me piace ascoltare miamamma quando parla della sua infanzia: pare di entrare in un mondo assolutamente altro dal nostro.
Buon fine settimana, eh.
§§
Terez, hai presente il grattino che senti di notte e che non sai a chi imputare, e che la paura riveste di unghie? Quello:)))
ciaooooooooooooo
§§
Deli, lo scrivevo ad un amico: l'ho proprio vista come in un film questa scena, che esce dall'album dei ricordi materni… E anche a me capita di rivedere quella sera coi tavoli fra chiesa e granoturco, con lo storpiatore di Adamo:))) Ma quanto abbiamo riso…
(sul marchio, hai perfettamente ragione)
§§
Nic sei cara cara e poi cara:) Ricambio l'affetto: portalo anche in casa, a tutti voi.
§§
Katherine, grazie! è sempre un piacere trovare i tuoi passaggi e i tuoi pensieri anche qui. Un caro saluto.
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Gardenia ha detto:
E' una serica carezza posata su care memorie questa tua scrittura.
g*
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Senza ha detto:
quae res…
quanto pesano le cose, al di là della gravità che le attira in basso.
Ma è giusto così, c'è bisogno di peso, oggi, in tutta questa drammatica asserita lievità.
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cicabu ha detto:
Leggerti è sempre un piacere grande. Mi immergo nelle tue parole e sono lì..sento la musica..le risate..le malinconie bambine..la toglierei con le mie mani quella caramella dispettosa…^^
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amfortas ha detto:
Il fatto è che io commento i tuoi post sempre allo stesso modo, perché continuano a suscitarmi ricordi, di solito piacevoli.
Questa volta è stato il turno di mamma, che suonava la fisarmonica. Non ci pensavo da tanto tempo. Alla fisarmonica, dico.
Se a un giorno qualcuno passasse per la testa di mettere in scena questa tua storia di seconda mano, mi prenoto per la piccola parte da non protagonista del babau imbrinato (ma anche imbranato, nell'eventualità). Mi ci vedo bene e mi fa ridere, sarei un babau perfetto, imbrinato poi la mia porca figura la faccio ancora.
Ciao :-)
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sistercesy ha detto:
sua mamma ballava e non voleva sapere nulla,
bisogna fuggire a volte per poter poi vivere,
bello leggerti, come sempre,
abbraccio
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quellachenonsei ha detto:
Quando torniamo dal cinema solitamente discutiamo su dove andare a mangiare la pizza, alle conseguenze elucubrative del film lasciamo una notte di incubazione.
momi che ogni tanto torna
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Luciano47 ha detto:
Parole che scovano vertigini soffici …
e un saluto!
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§
cara Grazia, a volte vorrei accarezzarli i ricordi, altre ancora mi piacerebbe staccarli come gli adesivi e decentrarli un po', perché fanno male. Il tempo li deve levigare un altro po'. Buona notte, con affetto.
§§
Senza: sono con te: bisogna saper dare peso, altrimenti passa ogni cosa, tutto pare dialetticamente aggirabile e risolvibile… Un saluto grande…
§§
cara Cicabu, pure io, fossi stata in quella bambina, avrei attraversato la sala e avrei strappato quell'insulto. Grazie, per ogni tua parola:) Con affetto.
§§
Amfortas: scritturato e senza prove. Sulla parola!!!
La fisarmonica voleva dire festa, negli anni '30-'40… Mia mamma mi raccontava che sul palco del teatro di suo nonno, uno dei primi ad avere introdotto il cinema muto, era stata portata una barca di legno: quello era lo spazio dei musicisti, anche di passaggio. Animavano gli intermezzi cinematografici o diventavano le attrazioni delle feste da ballo. Quando un fisarmonicista capitava nei dintorni…si aprivano le danze. Un caro saluto.
§§
cara Cesy, grazie, di cuore: tu sei sempre gentilissima. (Aspetto notizie dei gattini grigi:))
§§
Momi carissima, ma che bello quando torni, ma che dico bello: bellissimo:)
Grazie, con un abbraccio di nostalgia.
§§
Luciano! felicissima di incrociarti ancora. Sì, meglio che siano soffici, le vertigini…, capaci di ovattare gli spigoli. Un caro saluto.
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NicDwaRazy ha detto:
vengo a rileggere…. che delle tue storie non son mai sazia.
notte notte amica cara !
:-@
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Gardenia ha detto:
Con altrettanto affetto, amica mia dolce.
g*
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IdaKrot ha detto:
ciao,tu sai scrivere col cuore,con la mente,con la terra ,colle idee,con la dolcezza delle parole e dello sguardo.,Zena.
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Deli ha detto:
;-)
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vera.stazioncina ha detto:
quanta poesia fra queste parole dette e non dette; sempre bravissima!
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NicDwaRazy ha detto:
zena, ciao …. una buonissima notte a te …
:-)
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Grizabella1 ha detto:
Poesia in prosa, ecco come scrivi. Ti abbraccio.
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colfavoredellenebbie ha detto:
Nic, Grazia, Ida, Deli, Vera, Griza, intanto un saluto un po' influenzato e un grazie pieno di affetto.Buona notte buona e a domani.
zena
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Gretsch ha detto:
Riguàrdati, neh? Che ci teniamo tutti, a te, e purassà :-)
Ci risentiamo tra due settimane.
Un abbraccio anche a Lino.
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NicDwaRazy ha detto:
ti mando un "abbraccio antibiotico"…..
;)
se ce la faccio (visto che anche qui abbiamo malatini…) ti chiamo ….
bacio
;)
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elis_mr ha detto:
Pennellate d'autore, con la piccola che suscita tenerezza!
Un abbraccio affettuoso :-))
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Deli ha detto:
Ciao cara,anche qui oggi ü tornato il freddo e persino nevischiava :-(
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colfavoredellenebbie ha detto:
Una mattina di nevischio, un pomeriggio di pioggia…
Ho comprato semi da mettere a dimora, ma non è proprio il caso.
Lascio a tutti un saluto: mi assento per un paio di giorni e la mia connessione 'mobile' è sicura come un terno al lotto.
Un abbraccio a tutti.
§§
grazie Elis, Nic , Gretsch e Deli: un abbraccio cumulativo
Buona notte buona a tutti
z
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cicabu ha detto:
Freddo..nevischio..vento..brrr…ma la primavera è lì pronta ..è che le piace farsi desiderare…^^
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toporififi ha detto:
Buenos Aires l'abbiamo dentro, con occhi infantili.
Le esperienze dell'innocenza sembrano salvare tutto, chi guarda e vede, tace per preservare il sogno altrui, sono sempre i più maturi i bambini.
Questi sentimenti mi visitano, come sempre mi commuove il silenzio di un sacrificio.
e' proprio bella, cara Zena
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Gardenia ha detto:
Anche per me, Zena cara, è stato un raro piacere riabbracciarvi (Lino e nipotina compresi); e la tua rosa profuma ora i miei pensieri.
Inoltre, il tuo progetto di dedicare una lezione al mio vecchio romanzo Hena, mi ha inorgoglita e commossa.
Sei l'intelligente generosità fatta persona.
Molti smack.
grazia*
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NicDwaRazy ha detto:
ciao carissima, stai meglio?
;) un bacione
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isabel49 ha detto:
Adoro leggere le tue storie intrise di ricordi, il ritmo poetico del tuo narrare è come musica rara. Hai un dono speciale: sai affrescare le storie con un soavità inebriante che prende per mano. Le mamme del passato erano delle grandi affabulatrici, anche la mia mi avvolgeva con il suo narrare.
Un bacio
annamaria*
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cicabu ha detto:
Tutto bene? Ciao…buona settimana…^^
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barchedicarta ha detto:
grazie zena
la mia casa del sole aveva una sala da ballo con le colonne a tenerla su…
forse neanch'io l'ho mai vista eppure mi pare di ricordare la musica che andava sul giradischi
ciao
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Grizabella1 ha detto:
Un saluto
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colfavoredellenebbie ha detto:
§§
cara Cicabu, breve viaggetto e poi ritorno a casa, stanca e contenta come spesso accade. La strada la sento nelle gambe e ancora la sentirò nei prossimi giorni, ma va bene spaesarsi per trovarsi… Al freddo, invece, cerco di opporre resistenza, ma è una gara dura:) Un caro saluto.
§§
Sì, Topo, bisogna non perderli gli occhi dell'infanzia né dimenticare la lezione del sacrificio silenzioso. Ti ringrazio tanto… Un saluto grande.
§§
A presto, cara Gardenia, e con Hena l'appuntamento è sicuro!
Ti abbraccio con affetto, amica cara.
§§
cara, affettuosa Nic, diciamo che sto, senza esubero di avverbi:)) Ciao, carissima… E tu, piuttosto?
§§
cara Isabel, hai proprio ragione: le madri avevano il dono del narrare, alimentato da una oralità diffusa, più amica dell'aria che della carta scritta. Bisognerebbe non perdere le storie, ma tenere tutto più vicino… Un caro saluto.
§§
cara Barche, finisce sempre che le cose capaci di attraversare ricordi e parole diventino più vere della realtà. Un abbraccio.
§§
cara Griza, lo acchiappo al volo il tuo saluto sorridente e me lo tengo caro. A presto!
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